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Divergent - La nostra recensione

Nella pioggia di Fanta Young Adult, un nuovo fenomeno letterario sceglie la via della semplicita', anche nel messaggio.

Divergent

25.03.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Dimenticate Hunger Games e dimenticate l'origine letteraria di questo Divergent, potrebbero essere inutili. La distopia di Suzanne Collins ha sicuramente le stesse radici orwelliane di quella di Veronica Roth, anche se lo sviluppo sembra sfruttare piu' decisamente direttrici e dinamiche piuttosto semplici e stereotipate. Ancora una volta - e sempre di piu' - il genere ci racconta una societa' nella quale il pensiero indipendente viene temuto e perseguitato e l'esigenza di ordine e uniformita' ha prodotto una netta divisione in fazioni, ognuna delle quali preposta a una funzione, anche se piegate alle esigenze narrative piu' che alla logica.



Stante la fase produttiva e assistenziale (dei Pacifici, di fatto unico motore della societa'), quella legislativa e' affidata ai Candidi, quella esecutiva agli Abneganti, quella culturale agli Eruditi e quella militare (una difesa che dovrebbe essere anche di tutela, come sempre in teoria) agli Intrepidi. Un modo interessante per edulcorare il concetto di caste - considerata anche la sesta fazione non ufficiale degli Esclusi - tutto sommato, raccontando di un colpo di stato tra intellighenzie come non capita spesso, e non solo al cinema.

Su tutto il tentativo, costruito e progettuale, di attrarre il pubblico giovane facendo leva sulla fisiologica conflittualita' verso i superiori, genitori (anche maneschi) o istituzioni che siano, e aggiungendo quel pizzico di sentimentalismo e Young Adult che ormai pare imprescindibile. Il risultato e' di quelli che potrebbero dividere, visto che gia' i sorpresi positivamente non sono pochi, ma semplificazioni a parte questo primo capitolo di una nuova annunciata trilogia tiene proprio nella sua sostanza.



Merito di messaggi molto semplici, inneggianti all'ordine come regola principale e alla cancellazione della diversita' (almeno quella non organizzata in categorie o volta ai bisogni della societa'), e di personaggi altrettanto lineari e poco sfaccettati (che la 'divergenza' non rientra nella nostra concezione di complessita' di un character), Kate Winslet compresa. Una bidimensionalita' che il regista Neil Burger ha gestito piu' che scegliere, riuscendo (non sempre che' in alcuni casi - come per il Peter di Miles Teller - qualche leggerezza di costruzione e' evidente) a rendere fluido un materiale con piu' di un difetto di sceneggiatura.

Certo, parlare di totalitarismo e libero pensiero in questo modo, e' decisamente riduttivo, ma le poco incoraggianti notizie che arrivano sul secondo capitolo della saga letteraria rischiano di far rivalutare a posteriori questo incipt anche ai piu' scettici.

Divergent e' distribuito in Italia da Eagle Pictures, a partire dal 3 aprile 2014.
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