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Zombi – il futuro di un genere

Intervista a Francesco Lomuscio, autore di Zombi – Oltre 900 titoli per non riposare in pace

Il giorno degli zombi

24.07.2013 - Autore: Marco Triolo
World War Z è in un certo qual distorto senso una “pietra miliare” nel cinema degli zombi, o forse sarebbe meglio definirlo una “pietra tombale”. Chi scrive non ha apprezzato molto il film, ma è innegabile che si tratti di qualcosa di mai visto prima: uno zombie movie costosissimo e prosciugato di ogni goccia di sangue o brandello di carne, per fare colpo su di un pubblico di preadolescenti desiderosi di poter vedere un horror al cinema, accompagnati dai propri genitori.

Il film prodotto da Brad Pitt, unito ai recenti successi televisivi di una serie come The Walking Dead, non possono che far sorgere una domanda: e ora? Ora che i morti viventi sono stati massificati, serializzati e modellati sul pubblico moderno, che cosa rimane da raccontare e quali direzioni potrà prendere il genere per continuare a sorprenderci?


Brad Pitt e famiglia in una scena di World War Z.

Ce lo ha raccontato Francesco Lomuscio, critico cinematografico esperto in cinema horror che con il suo libro Zombi – Oltre 900 titoli per non riposare in pace si è posto l'obbiettivo ambizioso di creare una sorta di “guida definitiva” al cinema dei morti viventi, dalla saga di George Romero ai suoi precursori, passando per infinite produzioni low budget e amatoriali e includendo, naturalmente, anche esperimenti televisivi come il britannico Dead Set e il già citato The Walking Dead.

“Dopo aver visto World War Z – afferma l'autore – spero che il genere torni su un binario che non sia quello del blockbuster per famiglie infarcito di zombi, perché non mi ha fatto assolutamente una buona impressione vedere uno zombie movie senza neppure una goccia di sangue. Per quanto riguarda The Walking Dead, la cosa buona è che ha avvicinato i profani al genere, ma occorre maggiore originalità nelle storie”. Lomuscio, comunque, non ha dubbi: il genere dei morti viventi, ha ancora qualcosa da dire dopo tutto questo tempo: “Finché l’umanità esisterà, il cinema horror avrà sempre qualcosa da dire, perché è quasi sempre il metaforico specchio dei suoi lati negativi. E credo anche che il filone degli zombi sia uno di quelli che, più di altri sottogeneri, avrà più cose da dire, soprattutto ora che i comuni mortali sembrano essere sempre più ridotti a cadaveri ambulanti in preda all’ipnosi di una tecnologia che tende ad azzerare i sentimenti e comincia a farmi seriamente paura”.


Zombi, alias Dawn of the Dead, capolavoro di George Romero prodotto da Dario Argento.

Un lavoro lungo e complesso, quello di Lomuscio, che per anni ha accarezzato l'idea di questo testo e, nel frattempo, collezionava VHS introvabili e riviste di ogni genere. L'ispirazione, ci ha raccontato, gli venne quando lesse un articolo sulla rivista Nosferatu, che “stimolò la mia curiosità nei confronti di quei titoli sconosciuti che non avevo mai sentito prima”. “Nel 1996 trasformai tutta la mia ricerca in una tesi scolastica di poco più di quaranta pagine intitolata '1932/1996: Il cammino dei non morti' e che, in seguito, ho sempre pensato di trasformare, appunto, in questo testo”. Ma quanto è stato difficile trovare parte di quei novecento titoli? “Negli anni ’90, quando ancora non esistevano il web e il download, sicuramente difficilissimo, in quanto molti titoli, pur essendo usciti a suo tempo al cinema, non hanno poi goduto di una distribuzione in VHS o, pur avendola avuta, sono scomparsi presto nel nulla. Cominciai a reperirli – spesso in pessime copie – soltanto nel momento in cui ho iniziato a far parte della folta giungla dei collezionisti privati”.

La domanda di rito: zombi lenti o veloci? “Io, essendo cresciuto con il cinema horror degli anni ’70 e, soprattutto, ’80, sono legato sicuramente alla figura dello zombi lento, perché è quella che, sicuramente, lo rappresenta per come dovrebbe essere. Ammetto che, soprattutto oggi che il pubblico è sempre più smaliziato, la figura dello zombi veloce fa sicuramente molta più paura, però, se guardiamo bene i film che lo tirano in ballo, non si tratta mai di veri e propri morti viventi, ma di infetti”.


I protagonisti di The Walking Dead.

Infine, vi lasciamo con un po' di consigli esperti sui titoli poco noti da reperire: “Un titolo che amo particolarmente – ci confessa Lomuscio – è La notte di Halloween di Jack Bender, poco conosciuto film televisivo del 1985”. Tra gli altri, cita anche La notte dei demoni di Kevin Tenney, “forse il miglior clone de La casa di Raimi”, L’ombra che cammina di Michael Curtiz, “originale ed innovativo film del ’36 con Boris Karloff” e Assalto dallo spazio di Edward L. Cahn.

Zombi – Oltre 900 titoli per non riposare in pace uscirà il 12 Agosto 2013 per la collana Horror Project di UniversItalia.