NOTIZIE

La casa di carta 4 apre i battenti, la parola al Professore: "ecco perché ci amano"

La quarta stagione della serie cult ora disponibile in streaming su Netflix

03.04.2020 - Autore: Paola Schettino Nobile
“Vorrei mandare un abbraccio molto forte a tutta l’Italia. Mi raccomando, forza e coraggio in questa quarantena!” inizia con questo messaggio la conversazione "da remoto" di Film.it con Álvaro Morte (alias Il Professore) ed Enrique Arce (alias Arturo) in occasione del ritorno de La casa di carta, stagione quattro. Otto nuovi episodi adesso disponibili su Netflix.  
 
Come state vivendo questi giorni difficili per tutto il mondo? La nuova stagione de La casa di carta arriva in un momento storico molto teso, sentite una responsabilità maggiore dal punto di vista personale? 
Enrique Arce: Certamente ci chiediamo se sia frivolo promuovere una serie come la nostra in questo momento storico. Io però penso che sia il periodo giusto per noi, specialmente in una situazione in cui il mondo è rinchiuso e mancano elementi che ci spingono ad andare avanti. Non dimentichiamo che non sono di certo pochi i fan de La casa di carta e che, quando è arrivata, la prima stagione ha avuto un altissimo numero di visualizzazioni su Netflix. Attualmente non è più solo una questione di intrattenimento, adesso stare a casa è diventato un "lavoro sociale": ecco perché l'arrivo di nuovi episodi di una serie amata possono essere accolti con ansia. Un'ansia positiva ovviamente. 



Guarda il trailer de La casa di carta 4
 
Quando si pensa ai ladri del cinema, è facile individuare immediatamente Brad Pitt e George Clooney nella saga di Ocean's Eleven. Loro erano eleganti e affascinanti. Iconici. In che modo i vostri personaggi sono riusciti ad essere altrettanto iconici? 
Álvaro Morte: Quando abbiamo creato il Professore volevamo proprio allontanarci dalla figura di Danny Ocean. I due personaggi sono sicuramente la testa dietro tutto quello che succede, però volevamo che nella Casa di Carta tutto fosse completamente diverso. Il Professore doveva avere carisma, ma senza l’eleganza di Clooney. Lui è una persona piccola con problemi sociali, di comunicazione, un tipo timido. Una specie di nerd carismatico. È stato molto difficile trovare un equilibrio tra queste due qualità. Il Professore non si dà mai troppa importanza, ed è questo uno degli elementi per cui il pubblico lo ama così tanto. 
 
D'altra parte Arturo non è poi così "elegante" come Clooney...
Enrique Arce: No, anzi diciamo che lui è proprio una "rottura di palle"! Ci sono stati episodi in cui Arturo si è dimostrato un eroe e altri invece in cui è stato un codardo. Ecco cosa mi piace di questo personaggio: tutte le volte che inizia una nuova stagione, non sai mai dove andrà finire. 

Guarda anche: Colpo grosso al cinema, le più incredibili rapine in banca del grande schermo
 
La casa di carta ritorna per il quarto anno consecutivo: cosa è cambiato rispetto alle altre stagioni? Chiaramente l'aumento del budget di produzione è una cosa che risalta agli occhi.
Álvaro Morte: Gli sceneggiatori hanno portato al limite dell’inverosimile la storia, ma è tutto parte del gioco. Le prime due stagioni sono state realizzate con "pochi" soldi e hanno fatto da apripista al successo della serie. Detto questo, senza una buona storia non vai da nessuna parte. Non bastano nemmeno tutti i soldi del mondo. 
 
Ripensando al vostro lavoro nella serie e alle dinamiche tra i vostri personaggi, c'è stato un momento veramente difficile da sostenere sul lavoro?
Enrique Arce: Sì, ci sono state un paio di sequenze per me veramente difficili da girare. Nella prima stagione avevo una relazione con Monica e la trattavo un po’ come un oggetto: del resto il mio personaggio cercava solo piacere sessuale da lei. Quando giravamo questa quarta parte ho dovuto affrontare alcune scene in cui il mio personaggio faceva delle scelte che io non condivido. Una in particolare mi ha fatto molto male e ho chiesto ai realizzatori della serie di cancellarla. Ho finito per litigare con loro. 


 
Álvaro Morte: Mi considero totalmente femminista. Penso che anche La casa di carta cerchi in qualche modo di esserlo però non ci riesca al 100%. C’è ancora molta strada da fare per arrivare a definirci femministi. Abbiamo ancora molto da imparare, uomini e donne dovrebbero lavorare insieme per ottenere una vera uguaglianza e magari chissà, un giorno, riusciremo ad ottenerla.