Pixar: tutte le volte che ci ha fatti emozionare
Toy Story
John Lasseter, Lee Unkrich e Ash Brannon (1995, 1999, 2010)
Il problema con la Pixar è sempre scegliere. Figurarsi con una saga composta di tre film (e con un quarto in arrivo) e di questa immensa qualità! Dal salvataggio dall'inceneritore ai traumi legati al trasloco e l'abbandono da parte dell'amato Andy, giochiamo il jolly e non decidiamo. Non fosse altro che per lasciare spazio agli altri capolavori in attesa (e per spingervi a recuperare l'intera trilogia). Anche se l'incontro con i nuovi compagni e le svolte 'noir' che riserva La grande fuga sono forse una delle linee narrative più interessanti…
Monsters & Co.
Pete Docter, Lee Unkrich e David Silverman (2001)
la geniale creazione della Monsters Inc e la svolta finale non possono rubare la scena a uno qualsiasi dei momenti in cui appare Boo sullo schermo. Soprattutto quelli in cui è lo stesso Sulley a esserne terrorizzato o quando cerca di rassicurarla e farla felice… Impossibile non commuoversi o innamorarsi. Anche se la ricerca della porta giusta ha un grado di cinetismo e di genialità pari solo alla perizia tecnica messa in campo (ed era il lontano 2001).
Alla ricerca di Nemo
Andrew Stanton e Lee Unkrich (2003)
Nel 2016 Alla ricerca di Dory segnerà il ritorno di Andrew Stanton alla regia dopo WallE (e John Carter), e dei due pesci pagliaccio conosciuti nel 2003 sullo schermo. la suspance del finale nell'acquario del dentista e il thrilling dello slalom tra le meduse dei caparbi protagonisti sono forse le scene che preferiamo, ma al coinvolgimento visivo che regala il turbinare nella corrente australiana non abbiamo saputo rinunciare.
Gli Incredibili - Una "normale" famiglia di supereroi
Brad Bird (2004)
Si continua a parlare di un sequel dell'ineguagliato (forse nemmeno da qualche Marvel) Superhero movie animato, ma sarà dura replicare l'effetto sorpresa di allora. Nel 2004 l'unione di una famiglia apperentemente normale trovò la sua adrenalinica rappresentazione nello scontro con la loro Nemesi, ma le scene casalinghe e le dinamiche che viviamo anche nelle nostre case restano le più divertenti. A dimostrazione di una tendenza (ripetuta in diversi film, fino a Inside Out) della Pixar a giocare con la nostra realtà di tutti i giorni.
Ratatouille
Brad Bird e Jan Pinkava (2007)
Gli appassionati di cucina continueranno ad invidiare il topolino chef e la sua perizia, la sua creatività e il suo gusto, soprattutto dopo averlo visto all'opera in ogni tipo di cucina (sia in solitaria, sia a capo di una brigata di roditori, da quella casalinga a quella stellata del ristorante Gusteau) in più di una scena mozzafiato… Ma come rinunciare al critico gastronomico Anton Ego (chiaramente ispirato a Béla Lugosi) commosso davanti a una 'semplice' Ratatouille?
WALL•E
Andrew Stanton (2008)
Uno sguardo in un futuro realistico in maniera inquietante, soprattutto nella rappresentazione di umani impigriti e dipendenti da schermi e monitor di ogni dimensione e funzione. Ma se la storia tra Wall•E e Eva - dal primo incontro alla 'rivoluzione' finale - è il centro della vicenda, ci resterà sempre negli occhi il primo incontro con il piccolo droide solitario e le tante citazioni ad oggetti della nostra memoria.
Up
Pete Docter e Bob Peterson (2009)
Un viaggio. Molti viaggi. In una storia d'amore senza tempo. In un'America Latina ricreata sulla scorta della splendida Amazzonia venezolana. In un'avventura toccante e affettuosa. Ma il Carl Fredricksen protagonista regala decine di scene indimenticabili, anche se non (sempre) di vera azione. Sarebbe difficile identificarne una nelle due principali sequenze dedicate alla sua amata Ellie, per cui optiamo per quella della sua creativa e coloratissima 'liberazione', sicuramente una delle nostre preferite.
Inside out
Pete Docter (2015)
Come scegliere tra due diversi piani di narrazione? E come farlo senza rovinare a nessuno la sorpresa per un film che arriverà nelle sale italiane solo a settembre? La fantastica creazione di Docter e compagni di quanto succede dentro le nostre teste, e dentro quella della Riley raccontata dal film, è una continua scoperta. Dalle isole della personalità alle sfere dei ricordi, fino alle diverse aree in cui è divisa la nostra mente: un mondo che dovrete scoprire in prima persona. Come anche la relazione tra Gioia e Tristezza, vere protagoniste del film.
Presto
Doug Sweetland (2008)
Luxo Jr. (adottato poi come simbolo dalla Pixar stessa), Knick Knack e Pennuti spennati sono forse i corti più emblematici della lunga sequela di capolavori brevi che in genere anticipano i lungometraggi più famosi, e anche qui è difficile scegliere. Ve ne consigliamo quindi, se non li avete visti, uno per 'genere'. E nonostante il One Man Band del 2005 ci sia rimasto più nel cuore del Cars che introduceva, la verve comica di Presto legato a WallE rischierà di lasciarvi senza respiro (dalle risate).
La luna
Enrico Casarosa (2012)
Un po' di orgoglio nazionale ci salva invece riguardo alla categoria 'sentimentale', dove il tenerissimo e simpatico Geri's Game cede al sognante cortometraggio che nel 2011 scoprimmo prima di Brave: La luna. Una saga familiare (ancora una volta!) dalle forti radici mediterranee, ma capaci di portarci tra le stelle. Merito anche della firma del corto, dell'italiano - che speriamo di vedere 'promosso' presto al lungo - e genovese Enrico Casarosa.