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Venezia: Costanzo adatta il bestseller di Giordano

Il regista presenta in Concorso "La solitudine dei numeri primi", adattamento del bestseller del 2008. Lo abbiamo incontrato insieme allo scrittore Paolo Giordano e agli interpreti Alba Rohrwacher e Luca Marinelli

Saverio Costanzo, Alba Rohrwacher, Paolo Giordano, Luca Marinelli

09.09.2010 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Venezia
Lo hanno già definito un thriller dell’anima oppure un horror dei sentimenti, ma su una cosa il regista Saverio Costanzo ha le idee chiare: “Prima dicono che il mio film è atteso, poi usano la parola ‘attesissimo’, e poi parlano di ‘trepidante attesa’, come se chi andrà al cinema si ritroverà davanti al nuovo ‘Gattopardo’. Non penso sia così:  però facciamo i conti con l’attesa. Posso dire questo: meglio essere attesi che disattesi”.

La solitudine dei numeri primi” viene presentato a Venezia alla vigilia dell’uscita italiana (la Medusa lo lancerà sugli schermi in oltre trecento copie) e il regista è accompagnato anche da Paolo Giordano, autore del libro e co-sceneggiatore dell’adattamento: “Io non avevo nessuna voglia di rivivere la stessa storia che mi aveva già ossessionato non solo durante la scrittura ma anche dopo l’uscita del libro. Ho avuto da subito un atteggiamento molto osservativo, lasciavo che Saverio seguisse il suo istinto e stabilisse una direzione. In realtà la scrittura effettiva della sceneggiatura è stata fatta quasi in poco tempo, la gran parte del lavoro è stata un dialogo continuo tra Saverio e me come una conoscenza reciproca. È stato un percorso diverso, mi sono presto scordato del libro e della storia in quanto oggetto prodotto da me”.

A differenza del libro, l’adattamento di Costanzo non segue un ordine cronologico: “La prima stesura era molto più vicina al romanzo. Ma avevo il bisogno di creare uno spaesamento in chi sta a guardare. Io faccio il regista, non faccio letteratura. La storia era già conosciuta, avevamo la possibilità di spostare l’angolazione della domanda, non sul cosa accade ma sul perché. Il cinema deve spaesare, non può rassicurare, questo è il suo potere: creare dei piani di lettura incrociati. Abbiamo creato una nuova mappatura della storia”.

La solitudine dei numeri primi” è un film dai lunghi silenzi e a tal proposito Costanzo afferma: “Non credo di essere molto bravo a scrivere i dialoghi. Penso ai film in termini di immagini, ma per questo film credo sia stata una scelta molto casuale”. Nei panni di Alice , Alba Rohrwacher parla di come “l’esperienza sul set di Saverio sia un ricordo felice”; al suo fianco Luca Marinelli afferma: “E’ stato un percorso abbastanza difficile, perché è stata la mia prima volta al cinema. Sbagliavo molto all’inizio, ma sono cose che sono servite per imparare il mestiere. Venendo dal teatro era un altro modo di affrontare la macchina da presa”.