Una passione che già era emersa in passate interviste, ma che con 'Sylvester Stallone, Real Love: Paintings 1975-2015' offre l'occasione al regista e attore statunitense di parlare della sua arte con la popolare The Hollywood Reporter. Dipinge ogni giorno, ammette l'artista, con un obiettivo: "Non prendetelo in maniera sarcastica, ma sto cercando di verificare il subconscio di John Rambo".
E per quanto sia 'ossessionato' da questa idea e lui stesso spieghi la sua ispirazione come un "essere perso in una foresta incantata", nella quale "c'è sempre una fonte di ispirazione cinematografica" (come confermano i ritratti di James Dean e Michael Jackson tra gli altri), ai suoi dipinti di certo non manca un tocco originale. E personale.
"Ci sono molte opere che hanno segnato momenti significativi e di transizione nella mia vita e dalle quali non mi separerei mai", ha messo le mani avanti Sly, che ha concluso parlando proprio del mondo che conosce meglio: "Le celebrità vivono due vite: la personale e quella creativa. Verso la fine della carriera e del successo diventa triste perché ti senti ancora vitale ma le occasioni di riducono. C'è una sorte di morte della propria carriera che la maggior parte delle celebrità vivono ed è un tema 'oscuro' che ho esplorato in passato, ma non ora".