John Rambo
Strappato dal suo esilio in Tailandia, Rambo è costretto a guidare un gruppo di mercenari alla volta della Birmania, dove dei missionari cristiani sono tenuti in ostaggio e hanno bisogno del suo aiuto.
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
John Rambo
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Buena Vista
DURATA
92 min.
USCITA CINEMA
22/02/2008
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2008
“Quando sei costretto, uccidere È facile come respirare”
Sono passati venti anni dall'ultima volta che Rambo aveva impugnato il suo arco, inguainato il suo coltellaccio e fatti secchi i cattivi in nome delle vite degli innocenti.
Adesso Sylvester Stallone ci riprova, riuscendo per la seconda volta a riappropriarsi dei suoi personaggi piÙ celebri dopo che Hollywood li ha venduti e sfruttati in tanti sequel.
“John Rambo” È la quarta avventura del guerriero che È meglio non far arrabbiare e per l'occasione Sly, prima ancora di scrivere la sceneggiatura, ha studiato in dettaglio il planisfero mondiale in cerca della zona con il numero piÙ alto di orrori dei nostri tempi: benvenuti in Birmania.
Dopo tutti questi anni, ritroviamo il protagonista ritiratosi a vita solitaria nelle foreste tailandesi dove si guadagna da vivere catturando i serpenti piÙ velenosi. Quando un gruppo di missionari finirÀ per essere sequestrato dai terribili soldati birmani, Rambo guiderÀ un piccolo gruppo di mercenari per riportare indietro tutti sani e salvi.
Per la prima volta È lo stesso Stallone a dirigere un episodio della serie e lo fa con mano sicura: i tempi sono cambiati e la bestia che È in Rambo sembra sia stata messa a riposo per sempre. In realtÀ questa perfetta macchina da guerra non ci metterÀ tanto a tornare in azione piÙ letale che mai e armata di un nuovo gigantesco machete fatto in casa.
L'intenzione di Stallone È quella di denunciare i genocidi che accadono in Birmania e per farlo mette in scena tutto l'orrore possibile, mostrando perfino l'uccisione di bambini e tutte le torture inflitte al popolo. Il tasso di violenza rimane tale anche quando il regista racconta il ritorno di Rambo nel suo habitat preferito: lo vediamo squartare la gente, decapitarla o stappare via una parte della gola a mani nude.
I morti sono cosÌ tanti che perderete presto il conto (pare che la media ufficiale del film sia di 2,59 morti al minuto), il tutto È filmato con l'indicatore dello splatter al massimo: a differenza dei vari action di oggi, che per incontrare un pubblico piÙ numeroso tagliano via la violenza e puntano tutto sullo humour, questo film È un prodotto vietato ai minori in puro stile anni '80.
Dopo l'ottimo “Rocky Balboa”, Stallone rimane sincero nelle sue intenzioni e non delude il suo pubblico realizzando un solido action movie e tornando in prima linea tra le icone hollywoodiane di sempre. La sua carriera ha rischiato grosso negli ultimi dieci anni, ma adesso siamo certi che sentiremo ancora parlare di lui.
Sono passati venti anni dall'ultima volta che Rambo aveva impugnato il suo arco, inguainato il suo coltellaccio e fatti secchi i cattivi in nome delle vite degli innocenti.
Adesso Sylvester Stallone ci riprova, riuscendo per la seconda volta a riappropriarsi dei suoi personaggi piÙ celebri dopo che Hollywood li ha venduti e sfruttati in tanti sequel.
“John Rambo” È la quarta avventura del guerriero che È meglio non far arrabbiare e per l'occasione Sly, prima ancora di scrivere la sceneggiatura, ha studiato in dettaglio il planisfero mondiale in cerca della zona con il numero piÙ alto di orrori dei nostri tempi: benvenuti in Birmania.
Dopo tutti questi anni, ritroviamo il protagonista ritiratosi a vita solitaria nelle foreste tailandesi dove si guadagna da vivere catturando i serpenti piÙ velenosi. Quando un gruppo di missionari finirÀ per essere sequestrato dai terribili soldati birmani, Rambo guiderÀ un piccolo gruppo di mercenari per riportare indietro tutti sani e salvi.
Per la prima volta È lo stesso Stallone a dirigere un episodio della serie e lo fa con mano sicura: i tempi sono cambiati e la bestia che È in Rambo sembra sia stata messa a riposo per sempre. In realtÀ questa perfetta macchina da guerra non ci metterÀ tanto a tornare in azione piÙ letale che mai e armata di un nuovo gigantesco machete fatto in casa.
L'intenzione di Stallone È quella di denunciare i genocidi che accadono in Birmania e per farlo mette in scena tutto l'orrore possibile, mostrando perfino l'uccisione di bambini e tutte le torture inflitte al popolo. Il tasso di violenza rimane tale anche quando il regista racconta il ritorno di Rambo nel suo habitat preferito: lo vediamo squartare la gente, decapitarla o stappare via una parte della gola a mani nude.
I morti sono cosÌ tanti che perderete presto il conto (pare che la media ufficiale del film sia di 2,59 morti al minuto), il tutto È filmato con l'indicatore dello splatter al massimo: a differenza dei vari action di oggi, che per incontrare un pubblico piÙ numeroso tagliano via la violenza e puntano tutto sullo humour, questo film È un prodotto vietato ai minori in puro stile anni '80.
Dopo l'ottimo “Rocky Balboa”, Stallone rimane sincero nelle sue intenzioni e non delude il suo pubblico realizzando un solido action movie e tornando in prima linea tra le icone hollywoodiane di sempre. La sua carriera ha rischiato grosso negli ultimi dieci anni, ma adesso siamo certi che sentiremo ancora parlare di lui.