
Dieci film che o si amano o si odiano

Bright (2017)
Ci sono film che piacciono a tutti, film che tutti odiano e film che stanno lì, nel mezzo, film a cui manca quel fattore X che li renda meritevoli di litigi. E poi ci sono quei film che invece i litigi li fomentano, film che dividono in maniera così aspra da generare solo due responsi possibili: o li si ama o li si odia. Eccone dieci esempi clamorosi...
A cominciare da Bright, il film Netflix interpretato da Will Smith e Joel Edgerton, che unisce buddy cop e fantasy sotto la regia del veterano action David Ayer. La critica americana lo ha fatto a pezzi, ma il film è andato molto bene su Netflix. Nel solo primo weekend, 11 milioni di americani lo hanno visto nelle loro case. E Netflix ha annunciato subito dopo un sequel.
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Madre! (2017)
L'ultimo film di Darren Aronofsky ha nettamente diviso la critica quando è stato presentato a Venezia. Un tour de force visivo ed emotivo, Madre! ha infastidito alcuni per la sua forte natura allegorica, altri invece sono stati estasiati dalla sua messa in scena perdonandone i difetti. Secondo Rotten Tomatoes, sito numero 1 tra gli aggregatori di recensioni, il pubblico lo ha gradito al 50%, il resto non lo ha amato. Una percentuale netta e inequivocabile.

Star Wars - Gli ultimi Jedi (2017)
È fisicamente impossibile accontentare tutti i fan di Star Wars, una delle categorie più difficili in tutto il fandom. Ma Gli ultimi Jedi ha portato tutto a un livello superiore: neanche Il risveglio della Forza aveva diviso così il pubblico tra detrattori cinici e rabbiosi e fan accaniti. Chi lo ha odiato ha lamentato tantissimi particolari, dal carattere di Luke Skywalker incompatibile con quello del personaggio originale, alla strana parabola di Snoke, l'umorismo troppo consapevole, fino alle incongruenze in tema salti nell'iperspazio. Chi lo ha amato, invece, ne ha lodato la capacità di staccarsi dalla tradizione e risultare fresco e magico come un tempo.

La La Land (2016)
Sei Oscar e il generale apprezzamento dei pubblici internazionali non hanno esentato La La Land dalle critiche. C'è una parte degli spettatori che non ha amato che un bianco (Ryan Gosling) fosse rappresentato come il salvatore del jazz, o che il personaggio di Emma Stone fosse meno complesso di quello di Gosling. O il finale, fin troppo cupo rispetto allo standard dei musical.

Batman v Superman: Dawn of Justice (2016)
Avrebbe dovuto essere un evento epocale, e invece Batman v Superman ha faticato a rastrellare gli 873 milioni di dollari che ha fatto al box office. Non poco, ma il film è costato molto e Warner e DC si aspettavano di meglio. E poi un sacco di gente ha detestato il film di Zack Snyder, per i suoi ovvi problemi di sceneggiatura. Tutti gli altri lo hanno amato per l'ambiziosa messa in scena e la sua epica al testosterone. D'altra parte l'ambizione fa proprio questo: divide.

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno (2012)
Quasi tutti i film di Christopher Nolan dividono, ma quello che ha più diviso gli spettatori è stato Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno, terza parte della trilogia di Batman. Un film, come Batman v Superman, talmente ambizioso da essere a volte schiacciato da questa ambizione. Chi scrive è tra chi lo ha amato. E non ci sono mezze misure: o è il peggiore o il migliore capitolo della trilogia. Provate a confrontarvi con le due parti e vedrete che è così.

Non è un paese per vecchi (2007)
I fratelli Coen non fanno mai cinema per far piacere al grande pubblico, lo fanno per loro stessi. E, incidentalmente, delle volte azzeccano una formula che piace a tutti. Non è un paese per vecchi, invece, pur essendo un capolavoro, non ha convinto alcuni per via del suo finale inaspettato e sospeso. Il protagonista (Josh Brolin) muore fuori scena, il killer (Javier Bardem) sopravvive a un incidente e Tommy Lee Jones racconta un sogno enigmatico. Poi lo schermo va a nero e il film finisce. Fa tutto parte dello stile dei Coen e chi lo ama ha amato anche il film. Per tutti gli altri Non è un paese per vecchi è troppo spiazzante e inquietante.

La passione di Cristo (2004)
Mel Gibson è riuscito nell'intento di portare al cinema milioni di spettatori per l'ennesimo film su Gesù, racimolando 611 milioni di dollari al botteghino. Dunque, è possibile, anzi probabile, che ci fosse un calcolo dietro la controversa resa della Passione di Cristo, frustato e torturato a livelli da film horror. Resta il fatto che dipingere in questo modo una storia così sacra ha generato tanti detrattori quanti sostenitori. I primi non hanno nemmeno apprezzato il sottotesto antisemita che appare evidente in molte scelte di Gibson.

Titanic (1997)
Undici Oscar e litri di lacrime per il maggiore incasso della storia del cinema, battuto solamente dal successivo film di James Cameron, Avatar. Titanic fu più che un film, fu un fenomeno di costume, nonché uno spartiacque nell'utilizzo degli effetti speciali al cinema. Eppure, per quanto tutti fossero andati a vederlo, molti lo odiarono per le stesse ragioni che spinsero altri a tornare ripetutamente al cinema: il romanticismo spinto. Quello, e la dannata questione della porta galleggiante che avrebbe potuto tranquillamente sostenere il peso di Rose e Jack.

Forrest Gump (1994)
Impossibile odiare Forrest Gump, la tenera epopea diretta da Robert Zemeckis, il candore del suo protagonista Tom Hanks e l'accurata ricostruzione storica che contrappunta la toccante storia d'amore tra Forrest e la sua Jenny. Vero? Eppure, all'epoca della sua uscita molti non mandarono giù il fatto che un melodrammone hollywoodiano pieno di melassa avesse scippato a Pulp Fiction diversi premi Oscar. Era uno scontro culturale tra classicismo e novità sperimentale, e finì per generare una squadra di haters rabbiosi verso il film di Zemeckis. Più di vent'anni dopo, possiamo giudicarlo per quello che è: sì, è un classico, ma è un GRANDE classico.