

Carnage

Il film racconta le vicende di due coppie newyorchesi alle prese con una notte in cui si ritroveranno nel totale caos psicologico. La prima coppia sarà composta da Jodie Foster e John C. Reilly che incontreranno la Winslet e Waltz dopo una lite tra i loro figli. Più andranno avanti nelle discussioni, più continueranno a comportarsi in maniera bizzarra, sviscerando temi come misoginia, pregiudizi razziali e omofobia. Polanski comincerà le riprese a febbraio a Parigi

La completa dissoluzione delle convenzioni occidentali in un salotto. Roman Polanski torna a parlare di (falsi) valori borghesi, dell'apparenza contro la
vera natura umana, di ciò che appare in superficie e ciò che si agita
nel profondo. “Carnage”, tratto dal play “Le dieu du carnage” di Yasmina Reza,
mette a nudo l'animo umano spogliandolo delle sovrastrutture della
convivenza civile, contrapponendo due coppie di genitori che discutono,
dapprima amichevolmente e poi via via sempre più violentemente, di un
litigio tra i loro figli maschi, due bambini di undici anni, e della
violenza che uno ha arrecato all'altro, forse inconsapevole della
portata delle sue azioni.
Ma quello che inizia come un incontro che ha lo scopo di risolvere le
cose “da grandi”, diventa presto una sorta di match di wrestling
psicologico e in parte fisico, tra quattro persone che regrediscono contemporaneamente all'infanzia – “Non possiamo farci travolgere dai litigi di due bambini”, cercano spesso di ricordarsi – e all'età barbarica. Perché, se le piccole cortesie, i sorrisi di circostanza e il tatto
vengono messi da parte, quello che ne esce è l'umano nel suo stato più
puro, brado, libero da ogni limitazione e capace di esprimere le proprie
idee con assoluta onestà. Peccato che, come ci mostra Polanski, quello
che si agita sotto la superficie non sia tanto bello da vedere: in fondo
non siamo che animali addomesticati da noi stessi.
La forza della messa in scena colpisce come un gancio: eccoci qui, in
questo salotto borghese, tra questi quattro contendenti che si alleano,
si scontrano, si allontanano e poi trovano insospettabili ragioni per
riavvicinarsi. Il tutto ripreso con un dinamismo impressionante: Polanski scompone lo spazio, passando da inquadrature più ordinate e canoniche ad angoli imprevedibili,
frammentando la scena in modo da rendere visivamente lo sgretolarsi non
solo delle relazioni tra le due coppie di estranei, ma anche dei due
matrimoni. Jodie Foster, Kate Winslet e i loro “mariti” John C. Reilly e Christoph Waltz sono tutti perfetti, in particolare quest'ultimo, il cui sguardo
sardonico e la cui ironica freddezza si sposano perfettamente con il
mondo messo in scena da Polanski. La Foster invece agisce da
istigatrice, è la scintilla che genera la “carneficina”, per poi tentare
di ritrarsi dalla battaglia erigendo un muro di politicamente corretto.
“Carnage” è la fine di tutto, è un universo che esplode in un appartamento di New York (in realtà Parigi), la capitale del pensiero occidentale. E tutto,
infine, per motivi futili, per sciocchezze che vengono ridimensionate in
un twist finale che si distacca dal testo teatrale – ma è stato
comunque concepito insieme alla Reza – e mette pienamente in campo
l'ironia sulfurea del regista.