

Roman Polanski: A film memoir

Nel corso di una serie di interviste esclusive uno dei più grandi Maestri del cinema contemporaneo si guarda indietro per raccontare la sua vita e gli eventi che l'hanno contraddistinta. Intervistatore d'eccezione è Andrew Braunsberg, suo amico di lunga data nonché produttore di alcuni dei suoi migliori film. Il risultato è un film che, per la prima volta, rende comprensibile tutta la vita di Polanski, i suoi successi e i suoi incubi più ricorrenti.

Non capita spesso di trovarsi al cospetto di un'esistenza tanto straordinaria e controversa come quella di Roman Polanski. Lui che ha incontrato il Trionfo e la Rovina, quei due impostori di cui parlava Rudyard Kipling nella poesia “Se”,
e li ha trattati allo stesso modo. Lui che è sopravvissuto ad
un'infanzia struggente nel ghetto di Varsavia. Che ha visto strapparsi
via la madre e il padre dall'occupazione tedesca. Che ha sofferto la
fame e ha imparato a leggere andando al cinema aggrappandosi alle
lettere sfuggenti dei sottotitoli. Lui che ha sopportato lo strazio
della perdita di una moglie e un figlio in arrivo uccisi dalla follia
del fanatismo. Che ha avuto un'avventata relazione di una notte con una
minorenne, e malgrado abbia pagato l'errore con il carcere e l'esilio
dall'America, è stato sottoposto ad un assedio mediatico e a una
persecuzione giudiziaria che ha dato il suo spettacolare colpo di coda
il 26 settembre 2009 all'aeroporto di Zurigo quando, con un mandato di
cattura internazionale, il regista viene arrestato di nuovo.
Grazie ad un ricorso e dietro il pagamento di una carissima cauzione
Polanski ha infine ottenuto gli arresti domiciliari ed è stato poi
liberato quando il vizio di forma della richiesta di estradizione
americana è venuto a galla.
E proprio nel periodo del confino a Gstaad, il suo amico e collega Andrew Braunsberg, produttore di alcune sue opere, è andato a trovarlo. Da quell'incontro è venuto fuori il documentario di Laurent Bouzereau “Roman Polanski: a Film Memoir”.
Nella semplicità di una chiacchierata intima tra vecchi amici la storia
di questa vita che ne contiene cento si riavvolge incrociando la memoria
con immagini, fotografie private, ritagli di giornali, stralci di
servizi giornalistici, scene dei film, e cucendo insieme i rapidi e
folgoranti successi artistici ai disastri, alle crisi, ma anche alle
gioie oggi condivise con una moglie meravigliosa, con i suoi due bambini
e con la famiglia di collaboratori fedelissimi di questo minuscolo
ottantenne temprato, astuto, lucidissimo, malinconico ed ironico.
Quella che si srotola sullo schermo è un'esistenza che avrebbe stroncato
chiunque. Chiunque ma non lui che aveva il cinema e aveva il genio e ha
saputo trasformarli in un patrimonio mentre salvava se stesso.
Il racconto, a tratti commosso a tratti risolto e buffo, strega. Oltre
ad essere coinvolgente e dinamico, riesce ad aprire una finestra sulla
miseria dei giudizi affrettati, e ricorda come anche il caso sia un
attore principale della vita che può scorrere via dritta o azzardare
corsi molto più tortuosi e sorprendenti. Più di ogni altra cosa però
quello che la visione di questo film offre è la chiave per leggere in
modo nuovo l'opera del regista che infondo la sua storia la racconta da
tempo.
Per vivere un'esistenza tanto straordinaria bisogna essere prima di
tutto un Uomo. E al di là di ogni giudizio collaterale, Polanski lo è.
di Ludovica Sanfelice