Basta cambiare timbro della voce a Maccio Capatonda per far precipitare il pubblico del MAXXI in uno stato di ilarità terminale. Il regista, sceneggiatore e protagonista di una filmografia di corti e webseries che lo hanno imposto negli ultimi dieci anni come una delle voci più originali tra gli autori dei nuovi media, Marcello Macchia è giunto ieri a Roma con il suo braccio destro Herbert Ballerina (vero nome Luigi Luciano) per una chiacchierata sulla sua carriera voluta da Wired. Maccio, tra una clip di successo e l’altra, ha avuto anche tempo di parlare del suo primo lungometraggio, Italiano medio, che vedrà la luce a marzo 2015.
Riportare le dichiarazioni di Maccio Capatonda equivale a tradire un po’ il personaggio. Dal vivo, cose che lette in seguito possono sembrare dichiarazioni serie ed equilibrate diventano schegge di verve impazzite grazie alla sua capacità di adattare il tono della voce e la mimica a ogni circostanza, ma anche grazie ai suoi battibecchi con Herbert, che lo interrompe costantemente con le sue freddure surreali. “Per il film abbiamo girato tante scene, forse troppe – scherza, ma neanche tanto – Questo perché anche il film è stato girato con un approccio da trailer, è bello denso. Pensavo che l’idea di Italiano medio potesse reggere per un film e ho scelto quella”. Maccio si riferisce naturalmente a uno dei suoi trailer più celebri, una parodia di Limitless in cui lui stesso, come un specchio deforme di Bradley Cooper, assume pillole che, anziché moltiplicare la sua capacità cerebrale, lo rendono un completo beota e lo salvano dalle eccessive preoccupazioni della vita. Trama che è stata utilizzata senza sostanziali modifiche anche per il film. Per il quale il regista ha cercato dei bambini di varie età per interpretare lui stesso da giovane: “Abbiamo scelto quattro o cinque bambini per fare me in varie fasi di età. Sono tutti bravissimi, poi arrivo io e rovino tutto”.
Maccio riflette sul suo essere stato uno dei primi autori web in Italia, avendo iniziato a produrre i suoi trailer poco prima che nascesse YouTube. “I miei primi trailer sono andati in onda grazie alla Gialappa’s e poi sono stati gli youtubers stessi a metterli online. Io non potevo, perché erano stati realizzati per reti diverse e non avevo i diritti. Poi ci ha chiamati Flop TV e lì sì che abbiamo cominciato a realizzare cose apposta per il web”. Il suo primo lavoro, ricorda, fu un horror di 40 minuti girato con gli amici: “Ho immaginato che Jason di Venerdì 13 venisse trasportato in Abruzzo dentro una cassa. L’ho chiamato Venerdì 13: Jason a Chieti e non aveva nessuna vena comica, era solo un horror. Solo che faceva schifo”.
“Da perfetto spettatore televisivo anni ’80 e ’90, non mi rifaccio tanto alla realtà, quanto alla realtà vista attraverso i media”, ammette. E ci riserva una battuta che lo inquadra perfettamente: “Io ho un approccio molto serio e professionale, anche se faccio cazzate allucinanti”. Poco prima della fine dell’incontro sale sul palco a sorpresa Giorgio Pasotti, che saluta Maccio e ci informa di averlo pregato perché gli desse un ruolo nel suo film, anche se poi la cosa non si è concretizzata. “Maccio è un genio, ma l’ho detto anche in tempi non sospetti”. “Ho quest’idea per un trailer o un film, Paura e delirio a La Spezia – gli risponde Maccio – magari lo faremo insieme”.