Festiva del Cinema di Venezia 2015
NOTIZIE

Presentati i film della 30. Settimana Internazionale della Critica

La sezione indipendente della 72. Mostra di Venezia scopre le carte e festeggia un importante anniversario

23.07.2015 - Autore: La redazione
Dal 2 al 12 settembre al Lido di Venezia non ci sarà solo la 72. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica inaugurata dall'attesissimo Everest e 'affidata' alla giuria presieduta da Alfonso Cuarón, o meglio non ci saranno solo il Concorso e i Leoni (il primo dei quali e' attende di esser consegnato a Bertrand Tavernier). Le sezioni 'collaterali' sono da sempre un plus importante per kermesse come questa, e se sarà un piacere scoprire la sezione Orizzonti di quest'anno - che puo' contare su Jonathan Demme - o le sempre interessanti Giornate degli Autori (la cui presentazione e' promessa per il 24 luglio), sicuramente avrà il solito posto d'onore la Settimana Internazionale della Critica organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, che per la sua trentesima edizione ha appena presentato i film del suo programma…


IN CONCORSO

Ana yurdu (Motherland/Madrepatria)
di Senem Tuzen
Turchia-Grecia, 2015 – World Premiere

Banat (Il viaggio)
di Adriano Valerio
Italia-Romania-Bulgaria-Macedonia, 2015 – World Premiere

Kalo Pothi (The Black Hen/La gallina nera)
di Min Bahadur Bham
Nepal-Francia-Germania, 2015 – World Premiere

Light Years (Anni luce)
di Esther May Campbell
Regno Unito, 2015 – World Premiere

Montanha (Montagna)
di João Salaviza
Portogallo-Francia, 2015 – World Premiere

The Return (Il ritorno)
di Green Zeng
Singapore, 2015 – World Premiere

Tanna
di Martin Butler e Bentley Dean
Australia-Vanuatu, 2015 – World Premiere


EVENTI SPECIALI FUORI CONCORSO

Pre-apertura
Jia (The Family/Famiglia)
di Liu Shumin
Australia-Cina, 2015 – World Premiere

Film di apertura
Orphans
di Peter Mullan
Premio Saturnia – SIC 30 Special Award
Regno Unito, 1998

Film di chiusura
Bagnoli Jungle
di Antonio Capuano
Italia, 2015 – World Premiere


Un programma che si presenta "più ricco che mai", come sottolinea il delegato generale Francesco Di Pace, nel cui comunicato si legge: "e include qualche momento celebrativo che fa riferimento appunto alla nostra storia: a partire dal Premio Speciale alla migliore Opera Prima di questi 30 anni, assegnato attraverso un referendum fra i critici italiani al regista e attore Peter Mullan, che con Orphans, nel 1998, rivelò il suo talento proprio nel programma della Sic, quattro anni prima di conseguire il Leone d’Oro per Magdalene. Orphans verrà presentato il giorno dell’inaugurazione della Sic alla presenza del suo autore.

Ed è a suo modo celebrativo anche l’evento di chiusura di questa edizione. Nel 1991 la Settimana della Critica fu vinta dal film di Antonio Capuano Vito e gli altri. A distanza di 24 anni e con una filmografia che testimonia un percorso di cinema personale e indipendente, mai sceso a patti con mode e tendenze imperanti, Capuano presenta alla Sic il suo ultimo film di finzione, Bagnoli Jungle, ennesimo esempio di libertà espressiva e di coraggio. Un film che mette a confronto tre generazioni, attraverso storie che si incastrano l’una nell’altra, che si muovono in un territorio difficile, spesso degradato ma estremamente vitale come la periferia nord di Napoli che si sviluppa attorno all’ex stabilimento siderurgico di Bagnoli.

Entrambi i film-evento girano attorno, neanche tanto casualmente, ad alcune costanti che si riscontrano nei titoli del nostro programma: famiglie dissestate, disagi adolescenziali e conflitti parentali, generazioni che si confrontano nel territorio del privato ma anche in quello della politica, spaesamenti indotti dalla crisi economica che portano a scelte radicali nella propria vita.

Quest’anno ai sette film in concorso si aggiunge, un po’ imprevisto, un ulteriore titolo che presentiamo in pre-apertura. Si tratta di un colpo di fulmine che dura 4 ore e 40 minuti: si intitola Jia (The Family), ed è l’opera prima di un regista cinese con cittadinanza australiana, Liu Shumin. Racconta, con toni autobiografici ma di finzione e utilizzando attori non professionisti ma straordinariamente espressivi, alcuni giorni nella vita di una coppia di anziani genitori in una città dell’interno della Cina. Ne segue i movimenti e i rituali quotidiani, le dinamiche di relazione nei confronti dei tre figli, le loro ordinarie preoccupazioni e le minacce della vecchiaia, con un lungo viaggio che i due compiono per far visita proprio ai figli, attraverso il quale conosceremo una Cina in profonda trasformazione, in bilico tra tradizione e modernità.

Due giovani incrociano le loro traiettorie in fuga da un presente privo di prospettive di lavoro o da un amore finito male, nel film italiano in concorso: Banat di Adriano Valerio. Dalla Puglia in Romania, secondo un percorso di emigrazione al contrario, l’agronomo Ivo (un convincente Edoardo Gabriellini) trascina con sé il destino della restauratrice Clara (una intensa Elena Radonicich). Un film che rivela il sicuro talento di un regista già vincitore del David di Donatello e di una menzione speciale a Cannes con un suo corto.

Anche il regista del film portoghese Montanha, João Salaviza, esibisce un pedigree di tutto rispetto: vincitore sia di una Palma d’Oro che di un Orso d’Oro con due dei suoi corti, impreziosisce il programma della Sic con questo suo primo lungometraggio, in cui racconta le vicende di David, 14 anni, che vive una fase cruciale della propria esistenza, costretto a crescere velocemente in mancanza di sicuri punti di riferimento familiari. Un affascinante e poetico gioiello, in linea con la tradizione più felice del cinema portoghese contemporaneo.

Ancora una famiglia, segnata dolorosamente dalla momentanea assenza materna e dalla misteriosa scomparsa del padre, nel film rivelazione inglese Light Years di Esther May Campbell, una giovane regista già autrice di un corto premiatissimo e di alcuni episodi di serie televisive. Tre ragazzi di età diverse costretti a confrontarsi con le distanze “anni luce” che li separano dalla vita adulta, in un road movie “a piedi” che li condurrà alla coscienza del mondo reale che li circonda. Una scoperta sicura di questa selezione.

Una madre molto presente nella vita della protagonista, in quel suo rappresentare un mondo di tradizioni e pregiudizi che ne ostacolano le scelte di vita, nel film turco dell’altra regista donna presente in selezione, Senem Tuzen: in Ana yurdu (Motherland), la scrittrice Nesrin, emancipata, con due matrimoni e un aborto alle spalle, torna nel suo paese d’origine a confrontarsi con i fantasmi del suo passato. Un film molto personale e anche politico, ennesimo esempio dello stato di salute di questa cinematografia.

Nella tribù Yakel dell’isola di Tanna non esiste il matrimonio d’amore, le regole impongono unioni di convenienza che risolvono anche conflitti con le comunità vicine: nel film Tanna degli australiani Martin Butler e Bentley Dean, documentaristi per la prima volta alle prese con un film di finzione, la storia d’amore tra Wawa e Dain sarà osteggiata fino alle estreme conseguenze. Una messa in scena fiammeggiante come il vulcano dell’arcipelago al centro delle riprese, che utilizza come attori gli indigeni del luogo. Un bellissimo ed eccentrico melò.

La politica come fantasma del passato nel film proveniente da Singapore, The Return, di Green Zeng: un vecchio fa ritorno a casa dai due figli dopo aver trascorso decine di anni in carcere per un’accusa di comunismo, che nel regime di Singapore equivale al peggiore dei mali. Wen si confronterà con l’accettazione dei suoi cari ma anche con le trasformazioni del suo paese, in un film dallo stile tra i più raffinati e classici dell’intera selezione di quest’anno.

E i conflitti politici animano anche lo sfondo del primo lungometraggio nepalese presentato a Venezia, opera prima di un regista, Min Bahadur Bham, che è stato già presente alla Mostra con un suo cortometraggio. In Kalo pothi (The Black Hen) le vicende di due bambini e della loro gallina si intrecciano a quelle della comunità di un villaggio in cui divampa (siamo sul finire degli anni Novanta) la guerra civile fra governo e guerriglieri maoisti. Un delizioso film d’avventura che non mancherà di avere i suoi appassionati sostenitori"
.

I film in concorso alla 30. Settimana Internazionale della Critica concorrono a due premi:
Premio del pubblico Pietro Barzisa
I sette film in competizione partecipano al “Premio del pubblico Pietro Barzisa” sponsorizzato dal Circolo del Cinema di Verona e del valore di 5.000 Euro.
Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
I sette film in competizione concorrono, insieme a tutti gli altri lungometraggi d’esordio presenti nelle sezioni competitive della Mostra, al “Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis" e a 100.000 USD messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.

Anche quest’anno, inoltre, la FEDEORA, l’Associazione dei Critici Cinematografici dell’Europa e del Mediterraneo, assegnerà due premi collaterali ai film della Settimana: uno al miglior film, l’altro a scelta tra migliore sceneggiatura, migliore fotografia o migliore interpretazione.





Dal 2 al 12 settembre Film.it sarà come ogni anno in prima linea alla Mostra diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.