Festiva di Cannes 2017
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The Killing of a Sacred Deer: il thriller psicologico con Farrell e la Kidman è una delle sorprese di Cannes

Recensione - Il nuovo film di Yorgos Lanthimos strizza l'occhio a Michael Haneke e Stanley Kubrick trovando comunque una sua strada

23.05.2017 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato a Cannes (Nexta)
Un uomo è in piedi al centro di un salotto. Impugna un fucile da caccia. E lo punta contro altre tre persone che siedono attorno a lui. Uno di loro potrebbe beccarsi la pallottola e diventare il "cervo" del titolo del nuovo film di Yorgos Lanthimos. La potente scena sembra rubata da Funny Games, come se il regista greco avesse strappato via un pezzo di pellicola dal film di Haneke e l'avesse incollato sul suo film: un thriller psicologico pronto a raggiungere le rive dell'horror. Una delle sorprese viste in concorso a Cannes 70.


 
The Killing of a Sacred Deer (Lett: L'uccisione di un cervo sacro) ruota attorno a una famiglia all'apice di ricchezza e successo presa di mira da un misterioso ragazzo che sviluppa con ognuno dei personaggi un rapporto parassitario. Lo fa inizialmente con il dottore interpretato da Colin Farrell: li vediamo insieme in diverse sequenze come se fossero padre e figlio, sebbene il lessico delle loro conversazioni ci faccia subito capire che non è così. Il ragazzo, che sembra avere qualche rotella fuori posto, tiene sotto scacco il dottore, finendo per inserirsi nella sua vita familiare. Dieci minuti dopo vediamo che la situazione è tutt'altra storia: il regista ci spiazza, mostrando nuovi lati dei suoi protagonisti. E nel corso dei minuti successivi continuerà a ribaltarli, fino alla fine. L'horror entra in scena quando il ragazzino riesce in qualche modo a piazzare una "maledizione" sulla moglie e sui due figli di Farrell, chiedendogli di sacrificare uno di loro, per salvare gli altri due.
 
In superficie c'è il tema del vampirismo in grado di paralizzarci fisicamente, ma Lanthimos va più a fondo esplorando gli scheletri nascosti della famiglia perfetta. Un nucleo composto da cinque persone e pronto a implodere a causa dei peccati del pater familias. Il regista riesce meglio di Haneke nel raccontare i demoni della borghesia, svelando come il suo protagonista sia tutt'altro che l'eroe del film. Farrell è perfetto, ancora una volta l'attore irlandese cambia look sfoderando una barba che lo invecchia, e allontanandosi definitivamente dai ruoli eroici e da sex symbol che hanno lanciato la sua carriera. 


 
La macchina da presa segue i personaggi dall'alto, come una presenza malefica che aleggia su di loro. Visivamente siamo davanti a una sinfonia del grandangolo con Lanthimos che omaggia/copia Stanley Kubrick. Anche il personaggio di Farrell è una specie di Jack Torrance a confronto con una Nicole Kidman che sembra aver ripreso il personaggio di Alice visto in Eyes Wide Shut. Una mamma che non esita a raggiungere velocemente il suo lato oscuro. Perfino le pose sexy dell'attrice, nuda in scena, ricordano l'ultimo film di Kubrick. Il regista esplora in maniera interessante anche le fantasie erotiche tra i protagonisti: marito e moglie giocano letteralmente al dottore, con la donna immobile che finge di essere sotto anestesia mentre l'uomo fa l'amore con lei. 

L'escalation di follia del film esplode nel finale, in cui tutti i protagonisti vengono perfettamente incastonati nella zona grigia tra bene e male, dove ancora una volta Lanthimos fa atterrare il suo gran bel film. 

The Killing of a Sacred Deer sarà distribuito in Italia da Lucky Red