Festiva di Cannes 2016
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Susan Sarandon e Geena Davis a Cannes: "Thelma & Louise, un cult che ha suscitato le ire di molti"

Le attrici ricordano il loro lavoro più celebre all'interno della vetrina Women in Motion che ha celebrato i venticinque anni del film di Ridley Scott

16.05.2016 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes - NEXTA
Sono passati venticinque anni esatti dal giorno in cui Thelma & Louise è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes poco prima di quel 24 maggio 1991, giorno di debutto del film sugli schermi americani. La Croisette è stata una prima tappa verso il grande successo. Ma come le stesse attrici ci raccontano, quello di Thelma & Louise non è stato un decollo liscio: "Non pensavamo che il film sarebbe diventato così popolare. Oggi ce ne rendiamo conto perché le persone continuano a ricordarcelo". 
 
Incontriamo Geena Davis e Susan Sarandon nel corso di una delle sedute all'interno della seconda edizione dell'evento Women in Motion: "Inizialmente Ridley Scott non voleva dirigere il film, era troppo impegnato con i suoi progetti - ricorda la Davis - Lo avrebbe solamente prodotto, ma alla fine è stato lui a proteggerlo, perché nessun altro regista riusciva a mantenere la visione originale del film". 
 
Perché è diventato un cult? Risponde la Sarandon: "Perché Ridley, che Dio lo benedica, ci ha filmato come due eroine e allo stesso tempo ci ha lasciate libere di sperimentare sulla sceneggiatura. Era tutt'altro che rigido sui dialoghi: del resto c'erano cose sul copione che io ritenevo impossibili da capire. Da dove venivano queste donne? Quanto stanno su strada? Serviva una ragione per farle saltare dal Grand Canyon, se avessero avuto più tempo probabilmente avrebbero cercato un'altra opzione. Ma se tutto fosse durato pochi giorni, allora sì quel finale sarebbe stato perfino romantico".
 
La Davis racconta di quella prima volta in cui ha messo piede sul set: "Il mio primo ricordo è quello di Susan Sarandon che molto tranquillamente si rivolge a Ridley Scott e gli dice: 'Queste prime battute del personaggio non hanno senso. Possiamo eliminare le due pagine iniziali del copione e farmi cominciare da pagina tre?'. Ero scioccata: una donna poteva veramente rivolgersi così al suo regista? Avevo trent'anni e cercavo sempre di fare la carina sul set invece di essere me stessa. Ho imparato tantissimo da Susan".
 
Thelma & Louise ha comunque scatenato le ire di molti: "Alcune persone si sono sentite offese da quel film - afferma Susan Sarandon - Probabilmente non hanno digerito vedere che le donne avessero tutte queste opzioni. Secondo altri invece era un film che incitava al suicidio. Ma è una follia! La stessa cosa succedeva anche nel finale di un altro grande film, Butch Cassidy. Quindi non avevamo idea che sarebbe diventato questo manifesto femminista. La verità? Mentre lo giravamo ci divertivamo e basta".

"Di certo abbiamo anche visto l'effetto contrario - ricorda la Davis - non c'erano solo quelli in collera con il film, ma avevamo tanti fan e che ci confessavano le loro emozioni. Anche quelle più esagerate:  'abbiamo fatto lo stesso viaggio delle due protagoniste' - mi hanno detto una volta. E io confusa ho risposto: 'Quale parte esattamente?'. Ecco il film ha creato un effetto verso il quale non eravamo preparate".
 
La Sarandon ricorda anche la presenza di Brad Pitt sul set in quel primo ruolo che ha lanciato la sua carriera: "Rivedendo il film guardavo Brad nella scena in cui stuzzica il marito di Thelma dopo l'interrogatorio con la polizia. Lì mi sono detta: 'Questo ragazzo è speciale'. Sul set invece ricordo che giravamo sempre in fretta, pronte a cogliere il momento. Sempre. Tranne in un'occasione: quando Ridley ha girato la scena di sesso tra Brad e Geena. Quella l'hanno filmata in tempo reale!".
 
Sarebbe facile oggi farsi produrre un film come Thelma & Louise? L'ultima parola è della Sarandon: "Probabilmente l'unica possibilità che avrebbe è quella di diventare un film di animazione. Oggi i buddy movies al femminile sono soprattutto commedie che fanno milioni di dollari. Non riesco a immaginare uno studio pronto a finanziare una storia del genere". 

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