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The Giver - La nostra recensione

Lo Young Adult distopico e' un prodotto apprezzabile, ma le emozioni liberate non arrivano al pubblico

13.09.2014 - Autore: Mattia Pasquini, da New York
Se solo il percorso che ha portato a una trasposizione cinematografica il libro di Lois Lowry fosse stato piu' rapido, probabilmente il giudizio finale sul film ne avrebbe acquistato. Stiamo parlando di una storia che nel 1993, quando e' uscito Il mondo di Jonas (in italiano, dal 1995), aveva saputo scuotere il pubblico. Purtroppo, questo The Giver - Il mondo di Jonas arriva dopo il Divergent di pochi mesi fa, paradossalmente tratto da un romanzo del 2011.



Sicuramente le assonanza e i rimandi sono troppi per non essere un serio catalizzatore sia delle aspettative dei tanti fan del genere (e della saga di Hunger Games, tratto da un libro del 2008, tanto per dire) sia della loro cocente delusione. Eppure la cronologia parla da sola. Urla. Ma e' un clamore che rischia di restare sullo sfondo e diventare silenzio assordante al botteghino.

Le somiglianze sono un peccato spesso mortale per chi paga il biglietto, e generalmente non si interessa che la storia originaria sia venuta prima di altre gia' viste o gia' piu' o meno amate. Semmai e' piu' grave che non lo consideri la critica, ma forse nemmeno troppo. Anche perche' non stiamo parlando di una pietra miliare della letteratura, ne' di temi originali o unici.

Di certo temi caldi, che dal libro al film hanno saputo continuare a far parlare di se' e a sollevare polemiche. Anche qui un futuro possibile, in cui la vita di tutti e' decisa da un comitato centrale e organizzata in categorie e regole molto rigide. Il controllo e' totale. I limiti stretti. Molto stretti. E chissa' che i molti che son insorti contro questo 'moderno medievo' abbian sentito risuonare ben altri riferimenti.



In primis quello alla rinuncia alla propria privacy, in nome di una supposta sicurezza, che negli Stati Uniti in molti stanno rimpiangendo o contestando. Molto piu' banalmente - come sara' evidente alla maggior parte dei fan, adolescenti, tentati da facilmente riconoscibili quanto stereotipate dinamiche proprie dell'eta' e dei rapporti familiari a essa connessi - alle difficolta' di comunicazione e di esprimere emozioni, alla mancanza di fiducia, di considerazione, di indipendenza e alla voglia di trasgressione, piu' o meno controllata.

Ma siamo nello YA, i teen sono i protagonisti, e salveranno il mondo. Si sa. Anche se in questa PleasantVille (film inevitabilmente citato dalle scelte cromatiche, piu' che dalla forza dei giovani protagonisti) del futuro si respira rivoluzione solo nell'eremo di Jeff Bridges, centro carismatico della vicenda, con buona pace dell'immensa Streep, persa nel ruolo fotocopia della Winslet di Divergent. Sullo sfondo, meglio l'algido Alexander Skarsgård della invecchiata Katie Holmes, piu' credibile nella sua rigidezza materna (ma poco piu' di questo), si confondono in una patinatura generale scelta come estetica dal Phillip Noyce di Sliver e Salt (ma la sua carriera ha altre perle).

Una Fuga alla Logan (altro rimando eccellente.) quella del 'allievo/donatore' Jonas, che sappiamo gia' dove si concludera'. D'altronde - come da DNA di questo tipo di prodotti, difficile sfuggirne - il film tende a essere portato dalla storia piu' che sviluppare una forza motrice propria, ma e' un peccato non potergli ascrivere anche questo merito. La conclusione e', quindi, tendenzialmente affrettata, piu' indipendente che in altri casi, ma sempre 'in attesa' del prossimo capitolo (ammesso ci sia, visto che il libro prelude a una quadrilogia), cui spettera' la responsabilita' di restare omogeneo a quanto mostrato e insieme di non perdersi del tutto nella nuova eta' della pietra nella quale la Lowry decise di piombare la povera umanita' in balia di emozioni e memorie.



Forse non vedremo mai Jonas diventare capo della sua comunita', e forse non sara' un male. A prescindere da meriti e demeriti di questa allegoria furbetta, troppo piatta rispetto quel che poteva essere e troppo canonica. Chissa' che questa volta ci si possa fermare a uno 'stand alone', a suo modo godibile (dagli appassionati del genere, soprattutto), ma al quale non e' facile trovare grandi meriti, pur se per colpe non del tutto sue.

The Giver - Il mondo di Jonas è distribuito in Italia da Notorious Pictures. 

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