NOTIZIE

Vero come la finzione

Surreale e coinvolgente, l'ultimo lavoro di Marc Forster ne conferma in pieno le potenzialità di cineasta originale e deciso a seguire il proprio percorso poetico

Stranger Than Fiction

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
L’agente del fisco Harold Creek (Will Ferrell) conduce una vita tanto organizzata quanto povera di contenuti. L’uomo non capisce di annoiarsi e di essere infelice fino alla mattina in cui, mentre si lava i denti, iniziai a sentire nella sua mente una voce di donna che ne commenta con precisione assoluta tutte le azioni. Nel cercare una spiegazione al fenomeno l’uomo finisce per incontrare il professore di letteratura Jules Hilbert (Dustin Hoffman), che lo indirizza verso la giusta via: Harold è il protagonista del romanzo di qualche scrittrice. Intanto nella sua casa, isolata ed in evidente stato di depressione, la grande Kay Eiffel (Emma Thompson) sta per concludere il suo nuovo manoscritto, ma ha un solo grande problema: non sa come far morire il suo protagonista. Quando la voce annuncia ad Harold la sua imminente morte, la situazione precipita. Non sarà però la tremenda notizia anche uno stimolo per ritrovare il gusto ed il senso della vita?

Se ci fosse stato ancora bisogno di una pellicola per confermare la bontà e la versatilità del cinema di Marc Forster, ecco che quest’ultimo, bizzarro e commovente “Vero come la finzione” arriva puntuale. Quello che maggiormente ci gratifica è il poter scorgere un percorso coerente e abbastanza personale all’interno di una filmografia che è partita dal realismo doloroso di “Monster’s Ball” (id., 2001) per iniziare pian piano a cercare delle soluzioni visive sempre più particolari, ma comunque indirizzate verso un cinema poetico e non banale. “Neverland” (id., 2004) e il sottovalutato “Stay” (id., 2005) dimostrano infatti una capacità di messa in scena che fa della cura del dettaglio un elemento fondamentale ed insieme un’interessante fonte di non-senso, causa di disagio e di dilemmi da risolvere – soprattutto per quanto riguarda il secondo dei due ultimi citati.

Quest’ultima pirallendiana avventura di Forster si caratterizza invece per essere una sorta di commedia morale a tratti assolutamente poetica, ottimamente realizzata secondo un ritmo  ed una messa in scena sapientemente “trattenuti”. Forster lavora in stilizzazione ma non lascia appassire il sentimento e la potenza del senso: in tal modo “Vero come la finzione” affascina per l’idea che si trova alla base di esso ed insieme commuove nel seguire le orme del suo protagonista. Le scelte di cast sono poi tutte assolutamente perfette, a partire da una finalmente ritrovata e straordinaria attrice come Emma Thompson, che avrebbe meritato molta più attenzione in questo periodo di premi.

Surreale e coinvolgente, l’ultimo lavoro di Marc Forster ne conferma in pieno le potenzialità di cineasta originale e deciso a seguire il proprio percorso poetico. “Vero come la finzione” è un piccolo gioiellino di raffinatezza cinematografica, che riflette in punta di piedi su temi come l’ineluttabilità del destino. Sarebbe un vero peccato lasciarsi scappare una visione in sala…