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Ultras, l'epica battaglia tra individuo e tribù nel nuovo film italiano Netflix (Recensione)

Una storia di riscatto e seconde occasioni ambientata nelle periferie di Napoli e nel mondo delle tifoserie violente

Ultras

04.03.2020 - Autore: Marco Triolo
Viene dal mondo dei videoclip il regista Francesco Lettieri, che ha diretto video di Liberato e Calcutta prima di esordire al lungometraggio con questo Ultras. Il film, scritto dal regista insieme a Peppe Fiore, si incastra nel filone di quel nuovo cinema d'autore italiano che fonde generi diversi – dal melodramma al crime movie – per raccontare realtà ai margini, in particolare nell'Italia del sud.

Ultras, co-prodotto da Indigo Film, Mediaset e Netflix, è un esordio convincente. Un film moderno nel linguaggio, asciutto, ben scritto e ben recitato da un gruppo di attori, diversi dei quali esordienti o provenienti da Gomorra – La serie, che Lettieri sa dirigere nel modo giusto, tirandone fuori il meglio. Ma d'altro canto la scrittura naturalistica e il tono realistico del film si sposano bene con la naturalezza della loro recitazione. Siamo ben lontani dal “doppiaggese” che spesso affligge le produzioni nostrane: qui si parla fieramente dialetto (sottotitolato), e questo aiuta lo spettatore a calarsi nella finzione del film.



Al centro di tutto c'è Aniello Arena, rivelazione di Reality di Matteo Garrone, qui nella parte di Sandro, detto “Mohicano”, capo di un gruppo di ultras detti Apache (tanto per sottolineare il concetto di tribù). Sandro ha cinquant'anni e un Daspo che gli impedisce di seguire il Napoli allo stadio. Ogni giorno deve recarsi in questura a firmare. È in un momento della vita in cui, da un lato, vorrebbe lasciarsi alle spalle la curva e tutto quello che si porta dietro in termini di violenza. Dall'altro, fatica a sbarazzarsi di un passato ingombrante. La nascente storia d'amore con Terry (Antonia Truppo) potrebbe forse dargli una spinta in questo senso. Ma ci saranno prima dei conti da regolare.

Ultras si inserisce in un solco tracciato di recente dai fratelli D'Innocenzo (vincitori dell'Orso d'Argento a Berlino con il loro Favolacce). Visivamente ci sono dei punti di contatto tra loro e Lettieri: un look agile, tanta camera a mano e location scelte in maniera oculata, per evitare l'effetto cartolina. Ma la cosa interessante, rispetto ad esempio a un film come La terra dell'abbastanza, è che, nonostante anche Ultras si muova spesso nelle periferie difficili di una metropoli già difficile di suo, Lettieri non cerca mai di fotografare un disagio. Trova piuttosto gli elementi di colore nei posti più improbabili e una certa positività nei personaggi. Arena, come al solito perfetto nella sua scioltezza, ha uno sguardo triste ma un'attitudine positiva e in questo ricorda molto lo Stallone di Rocky. Antonia Truppo è un ottimo contraltare con il suo pragmatismo, ma non scade mai nel cliché della donna caliente napoletana.



In generale, Lettieri sa quando è il momento di sussurrare e quando invece spingere il pedale dell'epica, specialmente nel violento finale. E riesce a dare enorme personalità non solo ai protagonisti (tra cui contiamo anche Ciro Nacca), ma anche alle figure di contorno, ai vari leader vecchi e giovani degli Apache. Tutti ritratti con sguardo umano, anche i più duri e violenti. Lettieri riserva sempre loro un attimo, un particolare che li contestualizza e li rivela nella loro complessità.

Ultras non è un film sul calcio, anzi, le immagini dei campi da gioco sono bandite del tutto. Non è nemmeno propriamente un film sull'idea di tribù e di fede che si associa alle tifoserie. È un film sul bisogno di ciascuno di noi di trovare una propria strada evitando l'omologazione, un film che racconta quando, a volte, l'individualismo sia bello, sano e giusto.

Il finale lavora forse anche troppo di sottrazione e rivela uno slancio autoriale acerbo, ma è inevitabile, considerando che Lettieri è al suo primo film. Per il resto Ultras è un nuovo caso di cinema italiano che, finalmente, riesce a vedere la realtà che lo circonda e a farne buono uso, invece di modellare la realtà alle proprie necessità.

Ultras sarà su Netflix dal 20 marzo, ma prima arriverà nelle sale per tre giorni dal 9 marzo.