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The Amazing Spider-Man 2 spacca la critica in due

L'alchimia tra Andrew Garfield ed Emma Stone basterà a salvare il sequel?

The Amazing Spider-Man 2

10.04.2014 - Autore: Marco Triolo
Le prime recensioni di The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro sono arrivate e dipingono uno scenario alquanto variegato. C'è chi ha apprezzato il film, chi lo ha detestato, ma tutti sono d'accordo su due cose: il plot è da cartoon, e l'alchimia tra Andrew Garfield ed Emma Stone è la cosa migliore.

“Nessuna delle sottotrame o delle scene d'azione, per quanto frizzanti possano essere, hanno il potere combustibile di quelle tra Peter Parker/Spider-Man e Gwen”, scrive Leslie Felperin di The Hollywood Reporter. Daniel Krupa di IGN conferma: “A volte le scene tra Peter e Gwen sono così intime che ti senti come il terzo incomodo a un appuntamento, ma questo è solo un metro del loro successo e una prova della potente alchimia di Garfield e della Stone”. “Andrew Garfield ha colto Peter alla perfezione la prima volta – aggiunge Ben Mortimer di SuperHeroHype – e qui è altrettanto solido. Un perfetto equilibrio di fascino, incoscienza e umorismo nervoso, il suo Peter Parker è una gioia da guardare”.



Il plot, come si diceva, è un altro paio di maniche. Anche chi ha apprezzato il film ne denuncia l'eccessiva leggerezza. “C'è grande azione e performance convincenti, ma anche un'ovvia necessità di espandere l'universo che minaccia di deragliare l'intero film – continua Krupa – Succedono un sacco di cose, ma dopo 142 minuti sono uscito pensando che ci siano troppe cose che The Amazing Spider-Man 2 lascia fuori. […] Questo perché c'è troppo da raccontare, troppi sequel e spin-off ad lanciare”. Per Ben Mortimer si tratta di “un film di supereroi che non cerca di essere nient'altro”. “Allo stesso modo in cui The Avengers sembra un fumetto incarnato, lo Spider-verse di Marc Webb pare un cartone del sabato mattina in versione live action”. Per Oliver Lyttelton di The Playlist, il film, invece, è “terribilmente iper-saturo”, “un film di tante scene ma poca struttura, tanti eventi ma nessun vero plot”. E, peggio ancora, non parla di nulla: “I vari nemici e personaggi di contorno non aggiungono niente di tematicamente coerente al di là di funzionare come giocattoli”.

Anche sui cattivi, e specialmente su Jamie Foxx e Dane DeHaan, la stampa si divide. “Pur sotto tutte le protesi di lattice e gli effetti visivi, Foxx riesce a proiettare una rabbia letteralmente rovente e una psiche danneggiata che minaccia la storia d'amore tra Peter e Gwen”, scrive Leslie Felperin, che definisce Electro come “un remix dello schizofrenico che Foxx interpretava in Il solista, ma con superpoteri”. Secondo Daniel Krupa, il film non rende giustizia ad Electro: “Non stabilisce il suo ruolo di cattivo principale, lo usa come scusa per le scene d'azione e, più avanti, come lacchè di Harry”, che da parte sua è invece “inquietante e allo stesso tempo affascinante”, mentre “la relazione tra lui e Peter è come sempre convincente”. “DeHaan rimane una figura carismatica, ma il suo personaggio è scritto in maniera inconsistente, e il fatto che lui e Peter non si siano visti per dieci anni fa sì che il senso di tradimento dell'amicizia non passi – lamenta Lyttelton – Il risultato è praticamente una replica della performance di DeHaan nel ben superiore Chronicle, ma con effetti speciali più imbarazzanti”.



Vada come vada, si sta dipingendo il ritratto di un film decisamente agli antipodi rispetto al più cupo e intimo primo episodio, che se non altro tentava una strada diversa dai film di Sam Raimi. Qui sembra che si stia cercando di tornare alle origini, ma con meno talento (al di là dei due attori principali) e meno struttura e coesione. Per alcuni il divertimento è sufficiente a giustificare l'operazione, per altri decisamente no.