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Ricordi? Luca Marinelli in una storia d'amore sospesa tra presente e passato - Recensione

Il nuovo film di Valerio Mieli, già regista di Dieci inverni

21.03.2019 - Autore: Gian Luca Pisacane 
Si sussurrano il nome all’orecchio, prima lui, poi lei. Noi non li sapremo mai. È un segreto d’amore, una confessione personale che illumina la loro storia. Un uomo, una donna, insieme nella vita, nel disperato tentativo di cogliere la bellezza dell’oggi. Sotto le coperte, sulla spiaggia, nella natura, durante le lunghe passeggiate… Che rischiano di svanire dalla memoria.

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Luca Marinelli e Linda Caridi nella vasca da bagno, guarda una scena del film

Ricordi? Ce lo chiede già il titolo. Quella volta a parlare latino in piscina, quella volta in cui sei venuto a casa mia. Come se ci trovassimo nel letto di Hiroshima mon amour o nella villa de L’anno scorso a Marienbad. Alain Resnais e non solo. Echi da Michel Gondry, da Se mi lasci ti cancello. Passato e presente che si intersecano, brividi estivi alternati a lunghe nevicate. Giochi di opposti, atmosfere surreali, quasi estreme, con meduse giganti che galleggiano in un lago. Incredibile, impossibile. Come congelare un cane nel frigorifero per mantenerlo vivo, almeno nella mente.

Nostalgia dei momenti migliori, ma in fondo ce ne sono mai stati? Risponde Lui: “I rapporti si sgretolano appena iniziano”. Lei porta l’allegria, lui è il bel tenebroso, il ragazzo affascinante e tormentato. Opposti che si attraggono, si distruggono. A distanza di mesi, anni. Non bastano dieci inverni per comprendere i loro sentimenti. La felicità è un privilegio di pochi, gli altri cercano di accontentarsi.

Il regista Valerio Mieli analizza le dinamiche di coppia, per poi immergersi nei dolori dello spirito, nella difficoltà di esistere senza poter catturare le passioni. Così il primo incontro cambia forma, tutto diventa sfocato. Il vestito bianco forse era rosso, c’era il sole o forse no. Ci si confonde con altre persone, si perde l’unicità dell’essere umano. Dialoghi e lunghi silenzi, ampi spazi aperti e le mura di una casa. Una litigata, un gesto gentile, ieri o qualche mese fa. Tutto è uguale, la magia non esiste più.



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Le infatuazioni giovanili che segnano Lui per sempre, richiamandolo in un’altra dimensione. Realtà e sogno, razionalità e immaginazione. Ricordi? oppure: Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Di poesia del quotidiano, di momenti di trascurabile felicità. Quelli che Daniele Luchetti ci ha descritto con spirito leggero, quelli che Mieli trasforma in un labirinto pieno di trappole, messe dalle insicurezze, dai dubbi che logorano.

Un cinema alieno, lontano dalle convenzioni, affascinante nel suo modo di raccontare e allo stesso tempo di accarezzare i suoi protagonisti. Nel caos del contemporaneo, mascherato dalle false promesse, dalla malinconia per qualcosa che non è mai stato vissuto. “La poesia diventa pappa”, spiega lui. E l’attenzione per i dettagli è l’unica medicina all’oblio. Presentato alle Giornate degli Autori, nell’ambito dell’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Ricordi?, ora nei cinema, è distribuito da Bim.