
Ecco allora che questo “Piranha 3D” fin dall’inizio assume i connotati dell’opera perversamente affascinante, che non si pone alcun limite o quasi ne rivisitare sia il genere più splatter che pure la sua natura fondamentalmente scanzonata ed eversiva. Il cattivo gusto si eleva a principio estetico fondante ma non troppo invasivo, all’insegna del solco tracciato da maestri dell’effettaccio tonificante come Sam Raimi, Peter Jackson o addirittura il pioniere George A. Romero. Il lungometraggio di Aja nelle sue varie, violentissime scene, concede rimandi precisi e omaggi eclatanti a un’infinità di registi, pellicole, interi filoni. Basta vedere l’incipit del film, riconoscere l’attore che si presta al gioco cinefilo, e subito si comprenderà come questo è un prodotto dotato di una sua vena assolutamente iconoclasta.

Se c’è un pregio che va esplicitamente riconosciuto a “Piranha 3D” è quello che non ha assolutamente paura di attraversare la soglia del ridicolo per trasformarlo in divertimento sanguigno. E l’effetto riesce, perché è innegabile che nel vedere l’eccesso di sangue e trucchi truculenti di sicuro non ci si annoia. Insomma, Alexandre Aja ha costruito un prodotto che sembra quasi uscito dal cinema più libero dei tempi passati, quello in cui non ci si preoccupava troppo della censura o di andare incontro alle furie dei benpensanti. Il cinema di serie B è fatto di libertà, spudoratezza, senso del grottesco e capacità di divertire, magari inserendo dietro le pieghe della messa in scena qualche discorso sottilmente più serio e ambiguo.

Non sarà probabilmente quest’ultimo aspetto il caso di “Piranha 3D”, film che lavora totalmente in superficie, ma per il resto il divertimento “proibito” del godere alla visione del succo di pomodoro è senza dubbio assicurato.
La pellicola è distribuita nelle sale dalla BIM
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