“Ancora un ritratto di Marlon Brando?”, ha sicuramente pensato almeno un lettore o uno spettatore all’annuncio di un nuovo film sulla vita del grande attore. Sì, ancora un tentativo d’autore di raccontare l’icona scomparsa nel 2004. E sì, nonostante oggi esista già una quantità di materiale letterario e audiovisivo massiccio sulla vita di Brando, questa volta siamo di fronte ad un film originale, riuscito, ipnotico, assolutamente capace di slegarsi dalla retorica e diventare una sorta di monologo-confessione autentico tra Brando e il suo pubblico.
Questo è Listen to Me Marlon, documentario diretto da Stevan Riley, presentato in anteprima italiana al Festival dei Popoli, che trova una nuova e innovativa forma artistica - sorta di biografia auto-condotta - per far coincidere e dialogare tre diversi volti dell’icona del cinema americano. E tutto ha inizio da una grande risorsa. Ovvero l’utilizzo esclusivo di nastri audio, filmati, registrazioni provenienti dalla segreteria telefonica, che l’attore ha registrato durante tutta la propria vita in dosi massicce, quasi 300 ore di materiale - un dettaglio non da poco - e che il film impiega come voice over narrante univoca. In tutto il racconto filmico, c’è solo la voce autentica di Brando a dare il ritmo, con le sue pause, i suoi sospiri, le sue crepe.

Questo è Listen to Me Marlon, documentario diretto da Stevan Riley, presentato in anteprima italiana al Festival dei Popoli, che trova una nuova e innovativa forma artistica - sorta di biografia auto-condotta - per far coincidere e dialogare tre diversi volti dell’icona del cinema americano. E tutto ha inizio da una grande risorsa. Ovvero l’utilizzo esclusivo di nastri audio, filmati, registrazioni provenienti dalla segreteria telefonica, che l’attore ha registrato durante tutta la propria vita in dosi massicce, quasi 300 ore di materiale - un dettaglio non da poco - e che il film impiega come voice over narrante univoca. In tutto il racconto filmico, c’è solo la voce autentica di Brando a dare il ritmo, con le sue pause, i suoi sospiri, le sue crepe.

Così, tutto galleggia in una sorta di terza dimensione privata e conturbante, sorretta dal tono grave dell’attore, mentre sullo schermo gravitano le immagini dei suoi film più celebri, delle sue interviste più estrose, ed emergono i nodi di una vita spesso tormentata. Il rapporto controverso con il padre, la sofferenza per l’abbandono della madre, le donne che ha amato, i figli che ha adorato e perso sulla strada, c’è tutto un ventaglio di sensazioni in questo pregiato e originale lavoro, che riesce con intensità davvero notevole a trasportare il pubblico in un luogo ameno: quella della mente dell’attore.
Man mano che Brando parla, si è risucchiati da questo contatto intimo, quasi spirituale, e attraverso una forte potenza evocativa la personalità dell’attore brilla, coinvolge, palpita, quasi superando spazio e tempo. E mentre si cade vittime del suo fascino, non solo estetico, aumenta la connessione con la persona e non con il personaggio. E poi, in Listen to Me Marlon, c’è un elemento in più: il rispetto.

Quello che il regista sceglie come tono per raccontare la vita non facile di un grande autore del cinema universale – in parte alcolizzato, violento, impenetrabile – senza appoggiarsi né sulla morbosa retorica della caduta di una grande stella, né sull’aspetto del suo rapporto con le donne, elemento questo che per tanti anni ha guidato in esclusiva la narrazione pubblica dell’artista. Listen to Me Marlon non è nessuna delle due cose. E' altro, e vale la pena di perdersi in queste parole così ipnotiche e soprattutto sincere, per capire qualcosa di più dell’esistenza preziosa di un grande artista oggi scomparso.
Listen to Me Marlon è distribuito in Blu Ray e DVD da Universal Pictures.
Man mano che Brando parla, si è risucchiati da questo contatto intimo, quasi spirituale, e attraverso una forte potenza evocativa la personalità dell’attore brilla, coinvolge, palpita, quasi superando spazio e tempo. E mentre si cade vittime del suo fascino, non solo estetico, aumenta la connessione con la persona e non con il personaggio. E poi, in Listen to Me Marlon, c’è un elemento in più: il rispetto.

Quello che il regista sceglie come tono per raccontare la vita non facile di un grande autore del cinema universale – in parte alcolizzato, violento, impenetrabile – senza appoggiarsi né sulla morbosa retorica della caduta di una grande stella, né sull’aspetto del suo rapporto con le donne, elemento questo che per tanti anni ha guidato in esclusiva la narrazione pubblica dell’artista. Listen to Me Marlon non è nessuna delle due cose. E' altro, e vale la pena di perdersi in queste parole così ipnotiche e soprattutto sincere, per capire qualcosa di più dell’esistenza preziosa di un grande artista oggi scomparso.
Listen to Me Marlon è distribuito in Blu Ray e DVD da Universal Pictures.