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Life - Non oltrepassare il limite - La nostra recensione

Non poteva finire altrimenti il più classico dei 'Playing God' spaziali che, pur godibile, lascia l'amaro in bocca

22.03.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
In tempi che ci offrono un proliferare di prequel, sequel, spinoff e reboot di un classico seminale della fantascienza come il primo Alien di Ridley Scott, non fa notizia né desta scalpore l'ennesimo "monster movie in space", soprattutto se - come nel caso di Life - Non oltrepassare il limite dello svedese di origine cilena Jorge Daniel Espinosa (CHild 44, Safe House) - in grado di restituire il senso di terrore senza scampo e adrenaliniche scene di caccia di un affascinante alieno capace di svilupparsi fino a diventare nemesi letale. Il problema è semmai la mancanza di una altrettanto convincente evoluzione narrativa.



Sono sei (per altro nomi importanti: da Jake Gyllenhaal a Rebecca Ferguson, da Ryan Reynolds a Hiroyuki Sanada) i soggetti a bordo della stazione spaziale da 200 milioni di dollari che da trent'anni gravita intorno alla nostra Terra: sei campioni ciascuno nel proprio campo, una russa, un giapponese, due inglesi e due americani (con buona pace dei "generosissimi" cinesi, citati nelle scene iniziali). Sei testimoni e insieme ambasciatori, quasi per caso alle prese con un incontro ravvicinato con il marziano di turno. Sei professionisti che, uno dopo l'altro, rinnegano ogni supposta selezione e preparazione (per non parlare di precedenti cinematografici che fanno mostra di non ignorare) inanellando una serie di sciocchezze sesquipedali. Eppure - ovviamente - indispensabili ai fini dell'azione.

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Con un intreccio dipendente da un innesco così 'inaccettabile' e personaggi tanto superficiali, il film scivola presto in un'ombra di incredibilità che ne fiacca la forza e limita il coinvolgimento. Nonostante, per altro, un ritmo ben orchestrato e un crescendo emozionante, fatto di sequenze dal giusto thrilling e scenografie magniloquenti. Elementi che conferiscono al tutto un dinamismo interessante, perfetta cornice per un alieno che alterna violenza sanguinaria a una particolarissima intelligenza adattiva. E che ci spinge - nelle intenzioni, almeno - a riflettere sul significato della vita, come suggerito esplicitamente, al netto di un 'trabocchetto' fondamentale, visto che la Vita presuppone in primis il proprio mantenimento…



Nel cult succitato tutto accadeva grazie a una sottotrama quasi 'spy', qui sostituita da una 'banalissima' procedura secretata per questioni di sicurezza. Ma come questa, anche il risultato finale si rivela scarsamente funzionante. Seppur impreziosito da musiche perfette, scelte e sincronizzate con una cura non indifferente, e da una conclusione a effetto, senz'altro prevedibile, ma che potrebbe toccarvi nel profondo, se non raggelarvi. Prima della emblematica Spirit in The Sky dei Doctor & the Medics riservata ai titoli di coda.


Life - Non oltrepassare il limite, in sala dal 23 marzo 2017, è distribuito da Warner Bros.