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John Wick 3 - Parabellum - La nostra recensione

Braccato dal mondo intero, il grande assassino Keanu Reeves si supera

10.05.2019 - Autore: Gian Luca Pisacane
Quello di John Wick è un cinema diretto. Azione, reazione. Incentrato sulla vendetta, sulla burrasca, con negli occhi i film degli anni Ottanta. Il superomismo, l’idea che basta un uomo per dichiarare guerra al mondo intero. Parabellum (prepara il conflitto). E poi vincere, restando in piedi in mezzo al massacro. In qualche modo Wick è un eroe romantico, azzanna quando perde qualcosa. Gli hanno ucciso il cane, ha perso la moglie. Lui si nutre del ricordo, della memoria di un amore che fu. Vorrebbe essere libero, ma è incatenato al passato, all’etica degli assassini per contratto, a una società parallela che lo stritola. Quando traballa per le strade, ferito, sembra quasi non poter riuscire a vincere un altro scontro. Eppure resta saldo, da discendente diretto di Jean-Claude Van Damme, Steven Seagal…


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Sul suo volto si legge sempre la stessa espressione malinconica, talvolta rabbiosa. Soffre, non si scompone, con la giacca e la cravatta mantiene anche l’eleganza del guerriero sul viale del tramonto. È molto diverso dal collega The Rock, che ha fatto del suo corpo la prima leggenda da tramandare. Parla pochissimo, sono i gesti a fare la differenza. È un ballerino che prende parte a uno spettacolo pirotecnico, dove Arma letale sceglie la via del fumetto, e del videogioco.

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John Wick 3 – Parabellum è una danza, una coreografia funerea, che sa quando giocare con l’ironia. Nella mattanza, si percepisce la leggerezza dell’intrattenimento più puro, dove tutto tende al “qui e ora”. Nuove arene ospitano nemici sempre più forti, diventano teatri pieni di luci al neon, elaboratissimi, realizzati su più livelli. Giochi di specchi, di riflessi, come se fossimo nella Signora di Shanghai. Scenografie che fanno da sfondo al trionfo di ogni eccesso, a combattimenti dilatati, infiniti, oltre ogni ragionevole durata. John Wick 3 – Parabellum conferma la sua precisa cifra stilistica, un marchio di fabbrica funambolico, un tripudio di stunt senza fine, al limite, solo per gli occhi del pubblico.

La storia passa in secondo piano. Qui Wick è braccato da qualsiasi killer presente sul pianeta, tutti vogliono il suo scalpo da ben quattordici milioni di dollari. La Grande Tavola (richiami all’epica di Re Artù, alle epopee cavalleresche) lo ha scomunicato, perché ha osato uccidere un uomo in territorio consacrato (l’Hotel Continental di New York). Inizia la sua grande fuga, fino a Casablanca, fino al deserto, alla ricerca di una catarsi impossibile, nell’ultimo tentativo di liberarsi dai suoi demoni.

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Forse questo è il capitolo più di genere della trilogia. È ambizioso, si spinge oltre le avventure precedenti, non toglie mai il piede dall’acceleratore. Indiavolato, fin dal countdown iniziale, prima che si apra l’inseguimento al migliore di tutti, da cacciatore a preda. E non mancano gli ammicchi al mito di Bruce Lee, addirittura gli omaggi a Sergio Leone e al suo Il buono, il brutto e il cattivo, con Wick che smonta e riassembla la pistola… Finisce un’altra impresa, ma non l’attaccamento alla vita di Wick, già pronto per tuffarsi nel numero quattro.

John Wick 3 - Parabellum uscirà nelle sale il 16 maggio distribuito da 01 Distribution.