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Jack Reacher - La nostra recensione

Tom Cruise abbandona il sorriso e porta in scena il carisma necessario per inaugurare un nuovo franchise con un solido action thriller

Jack Reacher - Tom Cruise e Rosamund Pike

02.01.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Ci sono tutti gli elementi del tipico Tom Cruise movie: qualcuno viene incastrato, qualcun altro viene rapito da un manipolo di criminali spietati e pronti a tutto pur di non andare in galera. In mezzo a tutto questo arriva un eroe solitario che a un certo punto si ritrova perfino a fronteggiare la polizia. Naturalmente non manca nemmeno una parentesi d'azione spettacolare con un inseguimento mozzafiato su quattro ruote. Eppure Jack Reacher – La prova decisiva presenta un Cruise disposto ad allontanarsi dall'eroe tutto d'un pezzo a cui ci ha abituati nei sequel di Mission: Impossible.

Jack Reacher La prova decisiva Tom Cruise recensione

A cominciare dalla rinuncia al sorriso da un milione di dollari (come già aveva fatto recentemente in Rock of Ages). Il suo Reacher – seppur di mezzo metro più basso - si avvicina il più possibile al protagonista dei romanzi di Lee Child: freddo, calcolatore, donnaiolo e spavaldo nel momento in cui qualcuno si azzarda a pestargli i piedi. Come sempre la superstar fa sfoggio di tutto l'impegno messo nella identificazione totale con il personaggio, ma il lato migliore del suo Reacher è la consapevolezza della sua età. Ad accentuare i suoi cinquanta anni è l'abbigliamento (il personaggio è un nomade senza valigia che passa le notti nei motel e indossa vestiti anonimi) e il fatto che – sebbene vinca tutti i suoi scontri – le prenda anche lui di santa ragione.

Jack Reacher La prova decisiva Tom Cruise recensione

Il talento del protagonista è messo al servizio di Christopher McQuarrie che si dimostra affidabile sia come sceneggiatore che come regista: l'adattamento del romanzo di Child non pecca di infedeltà, quello a cui si assiste è un lungometraggio solido e intenso. Un thriller procedurale, uno di quelli che si vedono sempre meno nell'era della corsa agli effetti speciali digitali e allo spettacolo forzato. Un film che si prende tutto il tempo per scoprire tutte le sue carte e che riserva momenti memorabili a cominciare da un inizio visto attraverso il mirino di un cecchino pronto ad aprire il fuoco in pieno centro a Pittsburgh. Ed è un piacere ritrovare volti noti come Robert Duvall e Richard Jenkins (qui l'intervista) tra i personaggi di contorno. L'unico rammarico è l'uso sottotono del cattivo diabolico interpretato da Werner Herzog, sfruttato male nonostante le sue potenzialità attoriali. Avrebbe potuto davvero dare vita a un villain tra i memorabili del ventunesimo secolo.

Jack Reacher – La prova decisiva è distribuito nei cinema dalla Universal.

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