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Godzilla - La recensione in anteprima

Il ritorno del colossale Gojira supera le aspettative, e la scelta dell'Old Style si rivela vincente. A prescindere dai difetti.

Godzilla

12.05.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Attenti quando andate al mare, nelle sue profondita', nascosto in uno qualsiasi dei mari che compongono la maggior parte del nostro Pianeta, ancora gironzola un enorme mostro caudato. La premessa lo vuole (non meglio precisamente) risvegliato nel 1954 e pronto ad accorrere laddove scintilli radioattivita', ma non solo… Certo la logica e' un po' flebile, e non spiegherebbe perche' non si sia palesato in molte altre occasioni, ma affidiamoci pure alla sospensione dell'incredublita' e decidiamo di credere che sia perche' questa volta Godzilla si sia sentito particolarmente motivato dalla presenza di antichi nemici, i Muto…



Come sara' gia' evidente, non sono la credibilita' o la solidita' narrativa i punti forti del Godzilla di Gareth Edwards, uno abituato a trattare con i 'Monsters' preferendo curare la tensione e la sua creazione piu' che l'inattaccabilita' e il ritmo dello sviluppo della storia. In compenso c'e' parecchia carne al fuoco, a contornare il piatto forte, con i pro e i contro che questo comporta.

Si va dalla ricerca di precedenti storici e dalla creazione di presupposti preistorici fino a simbologie moderne e rimodernate, passando per conflitti familiari e moniti esistenziali. La confusione e' dietro l'angolo. A meno di non farne cornice. Tutto al servizio di, o comunque subordinato a, un unico elemento catalizzatore, ovviamente il redivivo Gojira.



Una scelta contestabile, ma intelligente, e che da' i suoi frutti. Soprattutto dopo un inizio che - per quanto arricchito da interpretazioni importanti (Cranston e la Binoche non sono da tutti) e pathos - lascia un'impressione di poca sincerita', essendo forse la scena madre del prologo troppo condizionata dalla sua propedeuticita' ai fini della creazione dei personaggi e dei rapporti tra loro.

La prosecuzione non e' da meno, con figure paterne assenti, figli in cerca di catarsi e personaggi femminili disposti al sacrificio e piuttosto soffocati. Eppure, didascalico nei temi, Godzilla resta sensato nella regia e lucido nella costruzione, a partire dalla scelta di recuperare quell'old style che era mancato tanto (determinandone probabilmente le sorti) all'Emmerich del 1998 e che qui aggiunge declinazioni nuove, seppur - come detto - prevedibili.

Nel 1954, d'altronde Gojira nasceva dal terrore nucleare, oggi forse solo un regista europeo poteva portarlo negli Stati Uniti del post 9/11 (ampiamente citato e richiamato piu' volte, pompieri compresi, per quanto certe scene siano inevitabili in un film Catastrofico), addirittura sul Golden Gate di San Francisco o sulla Strip di Las Vegas, a imitare lo Stitch della Disney… Fermo restando, s'intende, che il tema ecologico del No Nuke, resta un 'sempre verde' anche per i nostri giorni.



Alla fine 'Family Movie' (con Aaron Taylor-Johnson eroe-non-eroe, piu' preoccupato della salvezza dei suoi cari e della propria famiglia che della salvezza del Pianeta) e 'Monster Movie' si intrecciano, senza ostacolarsi, sovrapponendosi e incontrandosi in alcuni momenti, ma lasciando comunque al vero Eroe del film lo spazio necessario ad emergere gradualmente. In un crescendo, anticipato anche dalla strategia comunicativa, che funziona e che lascia svanire sullo sfondo dettagli e imperfezioni. Mentre a noi resta il dubbio (oltre all'invidia sulla capacita' di Bryan Cranston di non invecchiare nel corso di 15 anni) sulla bonta' o meno di Godzilla e sull'opportunita' o meno di un sequel.


Godzilla, in sala dal 15 maggio, e' distribuito da Warner Bros.