Monsters
Sei anni fa una navicella spaziale della NASA, che faceva ritorno sulla terra portando con sé alcuni esemplari di una specie aliena, è precipitata sull'America Centrale. Presto hanno cominciato ad apparire nuove forme di vita e buona parte del Messico è stata messa in quarantena e sigillata come zona infetta. Oggi gli Stati Uniti e i militari messicani lottano per contenere le creature. In questa pericolosa situazione un giornalista accetta di accompagnare un'atterrita turista americana attraverso la zona infetta del Messico per condurla in salvo al confine con gli USA.
di Pierpaolo Festa
Noi lo abbiamo visto al Fantasy Film Fest di Berlino dove il regista Gareth Edwards lo ha presentato così: “Più che una nuova versione di 'District 9', quello che volevo fare era un road movie sugli alieni”.
Proprio come nel film del sudafricano Blomkamp ci viene presentata una
realtà in cui gli extraterrestri hanno “contagiato” il pianeta. La zona
più colpita è quella al confine tra Stati uniti e Messico, recintata
dagli americani con mura alte più di venti metri e reti elettriche. Ma
al mercato nero ogni cosa è possibile, perfino corrompere messicani per
farsi accompagnare attraverso la zona infetta.
“Monsters” racconta il viaggio del fotografo Kaulder (Scott McNairy), incaricato di riportare a casa sana e salva Sam (Whitney Able),
la figlia del suo capo. Se da una parte è incredibile vedere come
l'esordiente Edwads sia stato abilissimo a girare un film
post-apocalittico con budget quasi a zero, dall'altra diverse pecche si
notano nella storia. A cominciare dal fatto che più che a “District 9”, il regista guarda (ma è il caso di dire "ruba") al cinema di Spielberg: c'è proprio tutto in “Monsters”, da “Incontri ravvicinati del terzo tipo” a “La guerra dei mondi” a “Jurassic Park”. Mettendo in scena una storia intima in un contesto apocalittico – come aveva fatto anche Cuaron con lo splendido “I figli degli uomini” – il regista basa la tensione sull'emotional journey di due personaggi che ormai hanno preferito morire dentro piuttosto che
vivere la crudeltà del mondo e che forse adesso potrebbero salvarsi a
vicenda… anche se da un momento all'altro potrebbe capitargli il peggio.
In questo viaggio di poche centinaia di chilometri, la macchina da presa
cattura l'atmosfera di un mondo “contagiato” dagli alieni ma non troppo
diverso all'Afghanistan o all'Iraq che oggi vediamo in TV. Edwards
filma la gente del posto che vive da anni al confine con la zona
infetta, un'area che ormai è stata trasformata dagli USA in una grande
discarica mondiale. Ma la tensione si esaurisce presto (le scene più
adrenaliniche sono soltanto un paio), anche perché fino a qualche minuto
prima del finale il regista sceglie di non puntare mai tutto sugli
alieni e non mostrarceli davvero. Ovviamente è ormai storia vecchia il
fatto che un film che si chiami “Monsters” riferisca il suo titolo più agli umani che agli extraterrestri... a tutti gli effetti un trend hollywoodiano dopo “Avatar” di James Cameron.
Alla fine lo script manca di quella marcia in più e un senso di
incompletezza/delusione avvolge lo spettatore. Il film è comunque
interessante per come il regista è riuscito a girare una pellicola
indipendente mirando al grande pubblico. Oltre al fatto che è sempre
emozionante accogliere l'idea di opporsi alle teorie degli alieni messe
in scena da Emmerich & Co.
Speriamo dunque di vederlo presto in Italia