
Dove eravamo rimasti racconta di Linda, in arte “Ricki” (Meryl Streep), una donna che ha mollato marito e figli molti anni prima per tentare la carriera di rock star, ma si ritrova oggi a suonare in un piccolo locale di Tarzana, California, insieme alla band The Flash. Un giorno l'ex marito (Kevin Kline) la chiama per informarla che la figlia (Mamie Gummer, vera figlia della Streep) ha divorziato e ha bisogno del suo aiuto.
Da lì parte un prevedibile arco di riavvicinamento e redenzione che abbiamo visto molte volte, e che Demme gestisce in maniera incerta. Da un lato è chiara l'intenzione di non sbraitare i sentimenti, come fanno spesso questo tipo di commedie famigliari americane, ma di sussurrarli, di giocare di sfumature, presentando una galleria di personaggi simpatici ma tutti con le loro idiosincrasie e lati “oscuri”. Demme e la sceneggiatrice Diablo Cody (Juno, Young Adult), specializzata in questo tipo di dinamiche, tentano insomma di non infilare una serie di stereotipi: il figlio gay è il più antipatico e Ricki, nonostante si atteggi da rocker ribelle, ha votato per ben due volte Bush Jr. ed è omofoba. Peccato che il film non abbia mai un vero crescendo, incastrato tra una serie di siparietti che ne denunciano la natura episodica e segmentata. Ad esempio, la storia d'amore tra Ricki e il suo chitarrista, per quanto ben costruita, sembra appartenere a un altro film e mal si lega con il filone principale.

Per fortuna che almeno la messa in scena ci regala qualche cosa di interessante: Demme riprende per intero diverse esibizioni della band e fa in modo che le principali svolte di sceneggiatura siano raccontate non attraverso dialoghi, ma proprio da una canzone. Il rock come forza salvifica e redentrice, capace di passare sopra a ogni strappo e ricucirlo con il suo groove trascinante. Ci accontentiamo.
In uscita il 10 settembre, Dove eravamo rimasti è distribuito in Italia da Warner Bros.