Rachel Sta Per Sposarsi

Rachel getting married - Locandina

Kym, una ex modella che da dieci anni ha fatto dentro e fuori dalle cliniche per disintossicarsi, fa ritorno a casa per presenziare al matrimonio della sorella Rachel. Scatenerà una serie di reazioni tragicomiche da parte dei familiari che non vedeva da tempo.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Rachel Getting Married
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Sony
DURATA
116 min.
USCITA CINEMA
21/11/2008
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2008
Che Jonathan Demme sia un cineasta di più che discreta intelligenza cinematografica lo si sapeva, e non serve questo suo nuovo “Rachel Getting Married” a confermarlo ulteriormente. Avendo capito che negli ultimi tempi il meglio di sé l'ha espresso nella forma più “diretta” del documentario – ricordiamo sempre a Venezia il commovente “The Agronomist” (id., 2003) e soprattutto il lucido “Jimmy Carter Man From Plains” (id., 2007) – ha scelto di girare questa pellicola adoperando costantemente una macchina a mano presente ma mai invasiva al punto di diventare fastidiosa; questa scelta stilistica regala una grande ed efficace dose di immediatezza al melodramma familiare che tutto sommato si muove su binari tematici non particolarmente originali, ma organizzati sia a livello narrativo che estetico in maniera talmente competente da risultare quasi sempre veritieri.

La sceneggiatura del film, scritta dall'esordiente Jenny Lumet, racconta del difficile reinserimento nel nucleo familiare di Kym, in occasione del matrimonio di sua sorella Rachel. Da tempo in riabilitazione per problemi legati alla droga, la ragazza deve riaffrontare le dinamiche familiari che la fanno sentire costantemente sotto pressione, e soprattutto fare i conti con una tragedia che ha sconvolto la vita di tutti.

Da sempre Jonathan Demme è un grande direttore d'attori, e questo “Rachel Getting Married” conferma questa tendenza: Anne Hathaway è sorprendente ed assolutamente credibile nel ruolo di Kym, e non sarebbe una sorpresa se si aggiudicasse la Coppa Volpi per la migliore attrice protagonista, magari giocandosela con la Theron di “The Burning Plain”. Accanto a lei un cast di caratteristi straordinari, su cui svetta la sorella/coprotagonista Rosemarie DeWitt, alle prese con il ruolo probabilmente meglio sviluppato tra tutti quelli messi in scena, lucido e carismatico al punto giusto. Tra le figure maggiormente di contorno vogliamo poi sottolineare la bella prova di Bill Irwin e soprattutto il ritorno di Debra Winger in una parte che ne avvalora l'algida bravura.

Solido, ben confezionato, a tratti molto sincero, “Rachel Getting Married” possiede però anche alcune limitazioni piuttosto evidenti: la prima è una certa affettazione nella costruzione dell'atmosfera, che Demme insiste un po' troppo nel tratteggiare secondo un gusto (giustamente) liberal che a tratti risulta vagamente posticcio. Anche alcuni passaggi di storia potevano essere sfumati con maggiore sensibilità, e non si amalgamano alla perfezione in uno script invece er altri verso davvero molto sensibile.

Il nuovo lavoro di Jonathan Demme si presenta come uno dei migliori lungometraggi visti in un'edizione di Venezia comunque assolutamente deficitaria a livello qualitativo, e forse proprio per questo motivo si candida seriamente ad essere uno dei film protagonisti per i premi finali. Si tratta di un'opera senza dubbio riuscita, in alcuni momenti commovente, ottimamente recitata dagli attori.

Sotto il sole però nulla di nuovo: perle del passato come il capostipite “Il grande freddo” (The Big Chill, 1983) di Lawrence Kasdan stanno a ricordarci che questo tipo di pellicole hanno avuto lontani e ben più importanti predecessori. Rimane però la consumata efficacia del cinema di Demme, e nella pochezza cinematografica vista al Lido in quest'annata non è davvero poco…