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Anarchia - La notte del giudizio - La nostra recensione

Si torna nella notte degli orrori consentiti, ma il pathos stavolta e' diluito e il film non colpisce nello stesso segno...

Anarchia - La notte del giudizio<br>

25.07.2014 - Autore: Mattia Pasqjini
Dopo La notte del giudizio, L'Anarchia… Il nuovo film di James DeMonaco non nasce per caso. L'intenzione, spontanea o commissionata, e' stata dichiaratamente quella di "uscire dalla casa" del primo film. Per venire incontro alle 'richieste' del pubblico, il quale probabilmente avrebbe apprezzato pero' uno sviluppo creativo diverso e piu' emozionante per la mattanza dalle pretese sociologiche che questo Anarchia - La notte del giudizio offre.

Lo spostamento dell'obiettivo dalle vittime del primo 'Purge', una famiglia benestante in possesso dei mezzi economici per proteggersi dall'apocalisse voluta dal governo per risolvere i problemi di sovraffollamento della popolazione carceraria (e non solo), alle diverse e variegate figure di questo secondo film e' figlio dell'intenzione di raccontare lo "sfogo annuale" dal punto di vista dei meno abbienti o di quelle che quotidianamente sono le vittime di una societa' nelle mani di pochi. E, tutto sommato, segue con una certa coerenza un discorso che potrebbe anche continuare.



Il problema forse e' proprio nella struttura e le caratterizzazioni scelte per realizzare questo progetto. Tra un cruento Tutto in una notte e uno dei peggiori sequel di Hostel, il film ci guida per le strade della Los Angeles notturna del 21 marzo 2023 sulle tracce di un piccolo gruppo di disperati in fuga dai criminali eccitati dall'impunita'. Frank Grillo su tutti (Leo, il Punitore, cui un vicino aveva ucciso il figlio l'anno prima), Carmen Ejogo (Eva, madre in fuga con la giovane figlia), Zach Gilford (il Matt Saracen di Friday Night Lights, qui parte della coppia abbandonata dalla propria macchina nel momento sbagliato e nel posto sbagliato) e un poco sfruttato Michael K. Williams (il Carmelo che potremmo ritrovare nella fine della trilogia).

Ma la novita' principale e' sicuramente, ancora una volta, fuori dal film. Come nel primo caso. Anche stavolta si punta a far balenare un quadro piu' ampio, nel quale vere e proprie organizzazioni si scontrano o affrontano lo Sfogo. Si punta a esulare, quindi, dalla prevedibile caccia alla quale e' dedicata la maggior parte delle scene e che - per quanto concettualmente nodale - finisce con l'essere troppo frazionata e superficiale, forzata nella concatenazione di eventi necessari a soddisfare il tasso di azione richiesto dal genere e costantemente affidata a personaggi ('cattivi' compresi) diversi che non riesce a caratterizzare tanto da renderli credibili o da permetterci di empatizzare con loro.



La lunga premessa, come detto, non aiuta, come non rialza le azioni del film il finale, molto confuso (anche per l'imbottigliarvisi di troppi spunti). Il sottotesto sociale rimane encomiabile e interessante, ma purtroppo banale, e inserito in una cornice che modificandosi costantemente crea solo nuovi scenari difficili da approfondire… come un circolo che si allarga, ma diventa sempre piu' sottile. Si spera che la possibilita' di dedicare il prossimo (ipotetico) capitolo al Fronte 'socialista' di Carmelo e alla sua 'Call to action' antigovernativa possa dare un ordine diverso a tutto, anche se il rischio di cadute retoriche sembra gia' forte.


Anarchia - La notte del giudizio, in uscita il 23 luglio, è distribuito dalla Universal Pictures.