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Veloce come il vento in streaming, Stefano Accorsi nell'action sportivo di Matteo Rovere

Un mix di azione e sentimento che non stona davanti ad analoghi prodotti americani

Veloce come il vento

Veloce come il vento

04.04.2020 - Autore: Marco Triolo
È arrivato un momento, quattro anni fa, in cui Stefano Accorsi ha dimostrato a tutti di che pasta era davvero fatto. L'occasione è giunta con Veloce come il vento, film che è stato una vetrina anche per il regista Matteo Rovere e la giovane star Matilda De Angelis. Un'opera che è arrivata poco dopo Lo chiamavano Jeeg Robot per ribadire come ci fosse ancora speranza per un cinema italiano nuovo, in grado di rielaborare i generi ed essere internazionale senza rinunciare ai tratti distintivi del nostro paese e della nostra cultura. Veloce come il vento è disponibile su Rai Play e non potrete mai sbagliare scegliendolo: ecco perché.



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Il film. Giulia De Martino (De Angelis) proviene da una famiglia di campioni di corse automobilistiche. A soli 17 anni, ha un talento straordinario. Quando suo padre, e mentore sulle piste, muore all'improvviso lasciandola sola ad accudire a un fratello minore, Giulia è costretta ad accettare l'aiuto del fratello maggiore Loris (Accorsi), tossicodipendente e inaffidabile. Loris cerca di cambiare vita addestrando la sorella per la corsa Italian Race. Insieme dovranno ritrovare i legami perduti e ricostruirsi una vita dentro e fuori dalle piste.

Dietro le quinte. Matteo Rovere è l'autore de Il primo re. Un regista che ha un gusto davvero internazionale per la messa in scena e la cura di ogni dettaglio, dal montaggio al sonoro. Accorsi recita per una volta nel suo dialetto, e il film trova un equilibrio tra la struttura del cinema sportivo di derivazione americana e un certo realismo che ci si aspetta dal nostro cinema. Le riprese si sono svolte tra Imola, Matera, Roma e nei circuiti di Vallelunga, Imola, Monza e Mugello. Veloce come il vento è liberamente ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone, vincitore del campionato europeo di rally nel 1984.



Perché vederlo. Perché è un film che bilancia adrenalina e sentimento, azzeccando una variante italiana di quel mix di azione e introspezione che ha reso grande certo cinema commerciale americano.

La scena da antologia. La prima volta che Giulia vince una gara con le istruzioni di suo fratello Loris in cuffia.

I premi. Miglior attore protagonista (Stefano Accorsi), fotografia, montaggio, sonoro, effetti digitali e trucco ai David di Donatello 2017, oltre a tre Nastri d'Argento e un Ciak d'Oro. Matilda De Angelis ha vinto un premio ai Nastri e uno al Festival di Taormina.