Uno dei rari casi in cui all'entusiasmo della critica si affianca un altrettanto unanime plauso del pubblico, il Quattro matrimoni e un funerale del 1994 di Mike Newell (Harry Potter e il calice di fuoco, Donnie Brasco) è rimasto nella storia. Anche per la perfetta sincronia della storia interpretata da uno Hugh Grant in stato di grazia.
Il film. Charles, tipico ragazzo british, è allergico al matrimonio ed all'amore, finché non incontra Carrie, giovane americana elegante e disinvolta (interpetata da Andie MacDowell). I due si piacciono: hanno un rapido incontro d'amore, lui rimane sconvolto, poi riprende la sua vita da scapolo. I matrimoni si susseguono e anche Carrie, per la delusione di Charles, decide di sposarsi con un ricco quarantenne, Hamish. Ma non è detto che tutto debba cambiare, né restare uguale…
Dietro le quinte. L'ispirazione per Quattro matrimoni e un funerale venne allo sceneggiatore Richard Curtis (War Horse, Questione di tempo) quando rileggendo i propri diari passati realizzò di aver partecipato a ben 72 matrimoni negli ultimi dieci anni. Il suo 'matrimonio' più riuscito fu proprio quello con Hugh Grant, con il quale collaborò negli anni successivi per altre quattro volte (Love Actually - L'amore davvero, Il diario di Bridget Jones, Notting Hill e Che pasticcio, Bridget Jones!) e il quale dovette imparare il linguaggio dei segni per comunicare con David Bower, suo fratello nella finzione scenica, dopo essersi assicurato la parte (a scapito di Alan Rickman, prima scelta della produzione) mostrando il video in cui faceva da testimone allo sposalizio del proprio - vero - fratello.
Perché vederlo. Tra i migliori prodotti del XX secolo secondo il British Film Institute (che lo inserì al 23esimo posto), il film di Newell diede una scossa notevole agli stilemi della RomCom, o Commedia Romantica che dir si voglia. Un omaggio alla tradizione inglese e inseme al suo leggendario humor, con una rara combinazione di ritmo ed equilibrio, di regia e di scrittura (davvero una perla, fondamentale per la riuscita finale e per l'ingresso del film nella storia), quella che nessuno potrebbe negare essere una storia d'amore - come evidente durante l'intera la durata della vicenda - riesce a conquistare su più livelli e pubblici di ogni tipo. E proprio per la sua speciale capacità di coinvolgere chiunque nell'affettuoso rapporto che trascende le coppie raccontate, anche amicali, trascinando tutti in un accogliente abbraccio platonico e senza tempo.
La scena da antologia. Tra i tanti scherzi tra amici e le apparizioni splendenti della affascinante e sensuale Kristin Scott Thomas, è facile identificare nell'ultimo spettacolo dell'eccentrico omosessuale Gareth la scena indimenticabile di questo film. Tanto per lo 'schiaffo' riservato al pubblico, quanto per le conseguenze che comportò a livello di sceneggiatura: con il toccante elogio del compagno Matthew (e il "Blues" di W.H. Auden letto pubblicamente) e le succesive scelte dell'amico - e protagonista - Charles (Hugh Grant).
I premi. L'esser stato il primo film inlgese - dai tempi di Un pesce di nome Wanda - a raggiungere la testa del boxoffice statunitense guadagnò a Quattro matrimoni e un funerale le Nomination agli Oscar del 1995 come Miglior film (per il produttore Duncan Kenworthy) e Migliore sceneggiatura originale (Richard Curtis). Ma furono Hugh Grant (Miglior Attore Comedy ai Golden Globe e Miglior Protagonista per i BAFTA) e Mike Newell (Cesar per il Miglior Film Straniero, BAFTA per il Miglior regista e per il Miglior Film) a fare vera incetta di premi. Senza dimenticare il BAFTA per la Migliore attrice non protagonista a Kristin Scott Thomas…
Dove e quando. Alle 21:15 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. Charles, tipico ragazzo british, è allergico al matrimonio ed all'amore, finché non incontra Carrie, giovane americana elegante e disinvolta (interpetata da Andie MacDowell). I due si piacciono: hanno un rapido incontro d'amore, lui rimane sconvolto, poi riprende la sua vita da scapolo. I matrimoni si susseguono e anche Carrie, per la delusione di Charles, decide di sposarsi con un ricco quarantenne, Hamish. Ma non è detto che tutto debba cambiare, né restare uguale…
Dietro le quinte. L'ispirazione per Quattro matrimoni e un funerale venne allo sceneggiatore Richard Curtis (War Horse, Questione di tempo) quando rileggendo i propri diari passati realizzò di aver partecipato a ben 72 matrimoni negli ultimi dieci anni. Il suo 'matrimonio' più riuscito fu proprio quello con Hugh Grant, con il quale collaborò negli anni successivi per altre quattro volte (Love Actually - L'amore davvero, Il diario di Bridget Jones, Notting Hill e Che pasticcio, Bridget Jones!) e il quale dovette imparare il linguaggio dei segni per comunicare con David Bower, suo fratello nella finzione scenica, dopo essersi assicurato la parte (a scapito di Alan Rickman, prima scelta della produzione) mostrando il video in cui faceva da testimone allo sposalizio del proprio - vero - fratello.
Perché vederlo. Tra i migliori prodotti del XX secolo secondo il British Film Institute (che lo inserì al 23esimo posto), il film di Newell diede una scossa notevole agli stilemi della RomCom, o Commedia Romantica che dir si voglia. Un omaggio alla tradizione inglese e inseme al suo leggendario humor, con una rara combinazione di ritmo ed equilibrio, di regia e di scrittura (davvero una perla, fondamentale per la riuscita finale e per l'ingresso del film nella storia), quella che nessuno potrebbe negare essere una storia d'amore - come evidente durante l'intera la durata della vicenda - riesce a conquistare su più livelli e pubblici di ogni tipo. E proprio per la sua speciale capacità di coinvolgere chiunque nell'affettuoso rapporto che trascende le coppie raccontate, anche amicali, trascinando tutti in un accogliente abbraccio platonico e senza tempo.
La scena da antologia. Tra i tanti scherzi tra amici e le apparizioni splendenti della affascinante e sensuale Kristin Scott Thomas, è facile identificare nell'ultimo spettacolo dell'eccentrico omosessuale Gareth la scena indimenticabile di questo film. Tanto per lo 'schiaffo' riservato al pubblico, quanto per le conseguenze che comportò a livello di sceneggiatura: con il toccante elogio del compagno Matthew (e il "Blues" di W.H. Auden letto pubblicamente) e le succesive scelte dell'amico - e protagonista - Charles (Hugh Grant).
I premi. L'esser stato il primo film inlgese - dai tempi di Un pesce di nome Wanda - a raggiungere la testa del boxoffice statunitense guadagnò a Quattro matrimoni e un funerale le Nomination agli Oscar del 1995 come Miglior film (per il produttore Duncan Kenworthy) e Migliore sceneggiatura originale (Richard Curtis). Ma furono Hugh Grant (Miglior Attore Comedy ai Golden Globe e Miglior Protagonista per i BAFTA) e Mike Newell (Cesar per il Miglior Film Straniero, BAFTA per il Miglior regista e per il Miglior Film) a fare vera incetta di premi. Senza dimenticare il BAFTA per la Migliore attrice non protagonista a Kristin Scott Thomas…
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