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Stasera in TV, 3 novembre: Invictus, Nelson Mandela secondo Clint Eastwood

Diretto da Eastwood, Morgan Freeman racconta un momento chiave nella storia (anche sportiva) del Sudafrica e dell'apartheid

03.11.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Una storia che Morgan Freeman aveva a lungo cercato di far diventare realtà, adattamento dal romanzo Ama il tuo nemico (Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game that Made a Nation) di John Carlin e ispirata dai veri accadimenti del 1995, anno della Coppa del Mondo di rugby in Sudafrica. La storia di Nelson Mandela, da poco presidente della nazione, è la storia di Invictus - L'invincibile di Clint Eastwood.

Il film. Sconfitto l'apartheid, Nelson Mandela, capo carismatico della lotta contro le leggi razziali, diventa presidente del Sudafrica grazie a libere elezioni. Anche il mondo dello sport viene coinvolto dall'evento: il Sudafrica si vede assegnato il mondiale di Rugby del 1995 e sulla scena internazionale ritornano gli Springboks, la nazionale sudafricana dagli anni '80 bandita dai campi di tutto il mondo a causa del segregazionismo. In occasione della cerimonia di apertura del campionato mondiale, l'ingresso in campo del presidente Mandela con indosso la maglia degli Springboks segna un passo decisivo nel cammino verso la convivenza pacifica tra bianchi e neri. A collaborare con lui a questo progetto di integrazione e pacificazione attraverso lo sport, Francois Pienaar, il capitano della nazionale Sudafricana.



Dietro le quinte. Fu lo stesso Mandela a dare la benedizione al film di Morgan Freeman, suo amico per molti anni, che ricambiò con una preparazione accuratissima del personaggio, al punto di recarsi nei luoghi della vita del politico sudafricano e di esercitarsi a imitarlo in tutto e per tutto, anche nello scrivere con la mano destra (Freeman è mancino). La stessa full immersion, probabilmente, aiutò Clint Eastwood a diventare fan del rugby, che guardò per ore per motivi professionali. Proprio durante i match, per altro, fu grazie a tecniche di motion-capture che si riuscì a far apparire circa 62.000 spettatori sugli spalti nonostante si disponesse di non più di duemila comparse. Ma fondamentale per il film resta il poema del 1875 di William Ernest Henley, dal quale viene il titolo e che sentiamo citato nel film proprio da Nelson Mandela. E nel quale Freeman sostituì la parola "chance" (sorte) con "fate" (fato) nel terzo verso della seconda stanza.

Perché vederlo. Più un film di Morgan Freeman che di Clint Eastwood, nel bene e nel male. Ma per quanto il racconto della vittoria sportiva, della forza di ispirazione del Presidente Mandela e del superamento dell'apartheid (fattivamente, visto che era già stato abolito) non abbiamo una forza cinematografica pari a quella di altre opere del regista, il film resta una edificante storia vera. Un insegnamento di perdono e solidarietà e collaborazione ed eguaglianza - veicolate dallo sport, poche volte con una tale efficacia - nel quale ogni cinismo e accusa vengono messi da parte, o comunque sopraffatti dall'emozione dello spettacolo e del realizzarsi di un sogno di integrazione, mai come in quel momento apparso tanto reale.



La scena da antologia. Il crescendo del canto zulu Shosholoza (che significa "andare avanti" o "fare spazio al prossimo") nel finale del film è travolgente, come l'ansia per il possibile rischio portato dal piccolo velivolo all'inizio della partita decisiva non potrà non tenere col fiato sospeso. Ma la scena probabilmente più significativa è quella in cui vediamo il Francois Pienaar di Matt Damon, con la nazionale Sudafricana, visitare il carcere di Robben Island, dove Nelson Mandela visse per 18 anni. Proprio in quella cella tanto piccola, che non seppe confinare un uomo tanto grande, nasce la motivazione del capitano e dei suoi compagni che li portarono a compiere un vero miracolo, non solo sportivo.

I Premi. Nomination per Morgan Freeman e Matt Damon (come Protagonista e Non protagonista) da Premi Oscar e Golden Globes - che candidarono anche Clint Eastwood per la Miglior regia - ma fu la National Board of Review Awards a far sorridere la produzione. Inserendo Invictus tra i Miglior dieci film dell'anno e scegliendo Eastwood come Miglior regista e Freeman come Miglior attore protagonista… oltre a riconoscere all'Opera il 'Premio per la libertà di espressione'.

Dove e quando. Alle 21.00 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.