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Stasera in TV, 3 marzo: Tom Hardy e Charlize Theron nell'esplosivo Mad Max: Fury Road

Con un gran film riparte la saga creata da George Miller e Mel Gibson, e si prepara a 'raddoppiare'!

Mad Max: Fury Road

03.03.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Dopo Interceptor (1979), Il guerriero della strada (1981) e l'ultimo Mad Max - Oltre la sfera del tuono la leggenda era ormai una realtà, ma si sono dovuti aspettare trent'anni perché nel 2015 George Miller tornasse a resuscitare il personaggio che fu di Mel Gibson in Mad Max: Fury Road. Da molti definito il miglior action della stagione e persino considerato vincitore morale del Festival di Cannes dove lo vedemmo in anteprima, potrebbe essere la pietra angolare di una nuova eccitante trilogia…

Il film. Ossessionato dal suo turbolento passato, Max crede che il modo migliore per sopravvivere sia muoversi da solo, ma si ritrova coinvolto con un gruppo in fuga attraverso la Terre Desolata su un blindato da combattimento, guidato dall’imperatrice Furiosa. Il gruppo è sfuggito alla tirannide di Immortan Joe, cui è stato sottratto qualcosa di insostituibile. Furibondo, l’uomo ha sguinzagliato tutti i suoi uomini sulle tracce dei ribelli e così ha inizio una guerra spietata.



Dietro le quinte. Purtroppo la voce che avrebbe voluto il ritorno di Mel Gibson in un cameo si rivelò falsa, ma in compenso l'attore del Max originario non si fece troppo pregare per dare la propria benedizione… Tanto al suo successore Tom Hardy - incontrato a pranzo prima delle riprese - quanto al regista, con il quale vide la proiezione cannense divertendosi molto. Un po' di lui, però, resta nella nuova avventura, visto che il giacchetto indossato da Hardy è una esatta replica di quello dei due sequel del film del 1979 (che venne ritrovato in un magazzino della Kennedy-Miller e pedissequamente copiato). E senza tornare sul trasferimento in Namibia durante le riprese (di cui abbiamo già letto più volte), del tutto originali invece furono la maggior parte dei personaggi e dei veicoli utilizzati, disegnati direttamente dallo stesso sceneggiatore Brendan McCarthy.

Perché vederlo. Dopo tanto attendere che la saga ripartisse, ora sono le voci di un ulteriore prosecuzione quelle che continuano a tenere alta l'attenzione e le aspettative del pubblico. Decisamente entusiasmato - al pari della critica - da un film che nessuno si aspettava tanto riuscito e in grado di soddisfare i fan più 'fracassoni' come gli esteti più annoiati. Il lifting operato su quel mondo postapocalittico e l'equilibrio nelle scene di azione, nei dialoghi (anche se spesso scarni, e non verbali) e nella caratterizzazione dei personaggi (la Furiosa di Charlize Theron!) compone una miscela esplosiva - nel vero senso della parola - di antico e moderno. Dove il sesso, il tempo, la vita, la speranza cambiano alla velocità con cui si svolgono gli inseguimenti nel deserto. Spettacolari, per 'esplosività' e adrenalina, come le scenografie, ma resi indimenticabili dal carisma che si sprigiona da ogni scena, ogni sequenza, ogni immagine.



La scena da antologia. La scena del primo inseguimento nella Fury Road. E' una delle sequenze iniziali del film, e da immediatamente allo spettatore il senso della potenza del film, facendogli comprendere che si trova davanti a qualcosa di spettacolare oltre ogni sua aspettativa. i Figli della Guerra partono con le loro auto sfrecciando nel deserto, esaltati al pensiero di uccidere e morire. Innalzano le loro armi e gridano verso il cielo, con una ferocia primitiva che non ha nulla di umano: sono figli di un'endogamia folle, che ha partorito uomini poco intelligenti che a causa della penuria di cibo sono malati. Tingono la loro pelle di bianco, ma sotto di essa molti di loro già stanno morendo. Max è legato alla macchina, come una sirena alla prua di una nave; è una sacca di sangue per Nux, uno dei Figli della Guerra, al quale è legato da un tubo per la trasfusione, ma è al contempo un trofeo, e anche se è un corpo prezioso, è esposto senza alcuna difesa alla morte in questa corsa folle. Ma la morte non spaventa i Figli della Guerra, anzi è qualcosa di agognato perchè porta al Walhalla. E tutta la scena è una sua celebrazione, e, se avviene come sacrificio per Immortan Joe, è un atto di coraggio per cui tutti ti devono "ammirare". Le auto riempiono la scena, si stagliano sulla polvere dorata del deserto, e il ritmo della scena è talmente incalzante da sembrare un''opera rock, come suggerisce la spettacolare figura del figlio della guerra che suona una chitarra elettrica sputa fuoco, in piedi su un camion che corre nel deserto, per festeggiare la sete di sangue di chi non conosce la vita.

I Premi. 10 candidature ai Premi Oscar furono un risultato di per sé eccezionale per un film del genere, ma le sei vittorie (Miglior montaggio, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro, Miglior scenografia, Migliori costumi e Miglior trucco) lo inseriscono di diritto nella ristretta cerchia alla quale abbiamo visto accedere da poco il fenomeno La La Land… E nella pioggia di altri riconoscimenti 'abbattutasi' sul film di Miller non è banale trovare anche i vari Empire, Satellite, FIPRESCI, BAFTA, Critis' Choice, MTV e molte attestazioni come 'Miglior Film dell'Anno'.

Dove e quando. Alle 21.10 su Italia 1, canale 6 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.