Patinato e straziante, l'esperienza del film 'in costume' ci conferma la grandezza di Clint Eastwood, in Changeling dietro la macchina da presa per una storia drammatica - e ispirata a fatti storici - affidata a una Angelina Jolie davvero sorprendente, al di là di ogni pregiudizio o facile ironia.
Il film. Los Angeles, 1928. Christine Collins (Angelina Jolie), una madre single, lascia il figlio a casa per recarsi al lavoro ed il piccolo svanisce senza lasciare traccia. Cinque mesi più tardi la polizia ritrova il bambino, ma Christine è certa che non sia suo figlio. L'instancabile lotta di una madre alla ricerca della verità farà luce su un mondo dominato dalla corruzione ed aprirà un caso che appassionerà l'opinione pubblica e cambierà la vita di Los Angeles per sempre.
Dietro le quinte. Un colpo di fulmine per il vecchio Clint, che accettò di dirigere il film nello stesso pomeriggio in cui lesse lo script. Per il quale J. Michael Straczynski si ispirò a una storia vera, relativa ai cosiddetti 'Wineville Chicken Murders', e (soprattutto per il titolo) alla leggenda europea secondo la quale elfi e fate rapirebbero i bambini lasciando al loro posto un sostituto, spesso malvagio o malato. Hilary Swank e Reese Witherspoon furono considerate a lungo per il ruolo di Christine Collins; la spuntò Angelina Jolie anche per il consiglio del produttore Ron Howard (inizialmente candidato alla regia, ma costretto a rifiutare per altri impegni concomitanti) che considerava il suo look più adatto al periodo raccontato e per il fatto di essere madre anche lei, e per questo più facile all'immedesimazione con il dolore del personaggio.
Perché vederlo. Capita spesso che Angelina Jolie venga presa a esempio negativo, irrisa per la sua Tomb Raider o ridotta ai vari Wanted, se non identificata con relazioni problematiche, come quella conclusa dei 'Brangelina' o quella raccontata nel suo By the Sea, eppure anche lei riserva sorprese. Da regista (vedi Unbroken) e da interprete. Come dimostrato nell'antico Ragazze interrotte, e come confermato in questo film, nel quale la vediamo affidarsi alla mano dotata di Clint Eastwood, capace di sfornare grandi film a prescindere dal contesto e dal genere in cui si muova. In questo caso, un'altra scommessa vinta, per il regista di San Francisco. Un melodramma di grande forza estetica ed emotiva, che non resta impantanato tra ricatti morali e ambientazione, ma anzi ci offre l'occasione di vedere una Jolie lucida e comunicativa e un Eastwood espressivo e fedele (in primis alla grande scrittura di J. Michael Straczynski).
La scena da antologia. Quella principale, da cui tutto origina, della sparizione del piccolo Walter. Per quanto arrivi in una fase preliminare del film, resta imprescindibile per forza e intensità, e per lo choc che trasmette nel suo svilupparsi successivo, scena dopo scena, fino alla beffa più grande, orchestrata dalla corrotta e incapace polizia di Los Angeles… lasciando lo spettatore sgomento, incredulo e quasi rabbioso per l'ingiustizia che si trova a testimoniare, e alla quale dovrà pazientare per avere una risposta.
I Premi. Il Festival di Cannes conferì il Premio speciale del 61º Festival a Clint Eastwood per il film, che altrimenti raccolse solo candidature - anche importanti, viste le tre agli Oscar (attrice, fotografia e scenografia), le due ai Globes e le otto ai BAFTA - e un Satellite Award per la Miglior attrice in un film drammatico andato a Angelina Jolie.
Dove e quando. Alle 23.50 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. Los Angeles, 1928. Christine Collins (Angelina Jolie), una madre single, lascia il figlio a casa per recarsi al lavoro ed il piccolo svanisce senza lasciare traccia. Cinque mesi più tardi la polizia ritrova il bambino, ma Christine è certa che non sia suo figlio. L'instancabile lotta di una madre alla ricerca della verità farà luce su un mondo dominato dalla corruzione ed aprirà un caso che appassionerà l'opinione pubblica e cambierà la vita di Los Angeles per sempre.
Dietro le quinte. Un colpo di fulmine per il vecchio Clint, che accettò di dirigere il film nello stesso pomeriggio in cui lesse lo script. Per il quale J. Michael Straczynski si ispirò a una storia vera, relativa ai cosiddetti 'Wineville Chicken Murders', e (soprattutto per il titolo) alla leggenda europea secondo la quale elfi e fate rapirebbero i bambini lasciando al loro posto un sostituto, spesso malvagio o malato. Hilary Swank e Reese Witherspoon furono considerate a lungo per il ruolo di Christine Collins; la spuntò Angelina Jolie anche per il consiglio del produttore Ron Howard (inizialmente candidato alla regia, ma costretto a rifiutare per altri impegni concomitanti) che considerava il suo look più adatto al periodo raccontato e per il fatto di essere madre anche lei, e per questo più facile all'immedesimazione con il dolore del personaggio.
Perché vederlo. Capita spesso che Angelina Jolie venga presa a esempio negativo, irrisa per la sua Tomb Raider o ridotta ai vari Wanted, se non identificata con relazioni problematiche, come quella conclusa dei 'Brangelina' o quella raccontata nel suo By the Sea, eppure anche lei riserva sorprese. Da regista (vedi Unbroken) e da interprete. Come dimostrato nell'antico Ragazze interrotte, e come confermato in questo film, nel quale la vediamo affidarsi alla mano dotata di Clint Eastwood, capace di sfornare grandi film a prescindere dal contesto e dal genere in cui si muova. In questo caso, un'altra scommessa vinta, per il regista di San Francisco. Un melodramma di grande forza estetica ed emotiva, che non resta impantanato tra ricatti morali e ambientazione, ma anzi ci offre l'occasione di vedere una Jolie lucida e comunicativa e un Eastwood espressivo e fedele (in primis alla grande scrittura di J. Michael Straczynski).
La scena da antologia. Quella principale, da cui tutto origina, della sparizione del piccolo Walter. Per quanto arrivi in una fase preliminare del film, resta imprescindibile per forza e intensità, e per lo choc che trasmette nel suo svilupparsi successivo, scena dopo scena, fino alla beffa più grande, orchestrata dalla corrotta e incapace polizia di Los Angeles… lasciando lo spettatore sgomento, incredulo e quasi rabbioso per l'ingiustizia che si trova a testimoniare, e alla quale dovrà pazientare per avere una risposta.
I Premi. Il Festival di Cannes conferì il Premio speciale del 61º Festival a Clint Eastwood per il film, che altrimenti raccolse solo candidature - anche importanti, viste le tre agli Oscar (attrice, fotografia e scenografia), le due ai Globes e le otto ai BAFTA - e un Satellite Award per la Miglior attrice in un film drammatico andato a Angelina Jolie.
Dove e quando. Alle 23.50 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.