Era il 2006 quando Nanni Moretti (atteso a Roma) ci raccontava 'Il Cavaliere', Silvio Berlusconi: personaggio controverso, megalomane e figura onnipresente nel panorama politico italiano. Il sogno privato di un processo diventa occasione di un film, Il caimano appunto, affidato in tutti i sensi alla coppia Jasmine Trinca-Silvio Orlando.
Il film. Produttore fallito professionalmente e sentimentalmente, Bruno Bonomo (Silvio Orlando), ha lottato a lungo contro la dittatura del cinema d'autore con i suoi film di serie z, senza riuscire a realizzare il suo nuovo progetto di una super produzione, Il ritorno di Cristoforo Colombo. La sua strada incrocia per caso quella della giovane regista Teresa (Jasmine Trinca) che gli propone una sceneggiatura dal titolo Il Caimano. Bonomo inizia a interessarsi al progetto senza rendersi del tutto conto che si tratta di un film su Silvio Berlusconi. Un importante produttore polacco sembra interessato al film così come un famoso attore per il ruolo principale e anche il suo matrimonio in crisi sembra avere qualche speranza. Bonomo riacquista l'entusiasmo e, nonostante le avversità, decide di realizzare il progetto giocandosi il tutto per tutto.
Dietro le quinte. Dopo la Palma d'Oro del 2001 per La stanza del figlio, il Festival di Cannes presentò il film in concorso nonostante fosse già stato distribuito nelle sale italiane il 24 marzo 2006. Per altro poco prima delle elezioni politiche nazionali (perse da Berlusconi), scatenando le polemiche di molti che denunciarono il rischio che il film influenzasse i votanti. Di certo, la realtà ha seguito la fantasia (o meglio la previsione), visto che nel 2013, in due diversi processi, il suddetto ex presidente del consiglio venne condannato a 7 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici (in primo grado, per la vicenda legata alla minorenne marocchina Karima El Mahroug) e 4 anni di detenzione per frode fiscale (in via definitiva). Interessanti i cameo, nel corso dello sviluppo, di molti volti noti del cinema italiano, i registi e sceneggiatori Paolo Virzì, Paolo Sorrentino, Giuliano Montaldo, Stefano Rulli, Antonello Grimaldi, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti, Renato De Maria, Matteo Garrone.
Perché vederlo. Oggi siamo abituati a film su Andreotti, serie tv sul Papa e via dicendo, ma 'allora' fare un film su Berlusconi non era la stessa cosa. In attesa di scoprire lo sguardo di Paolo Sorrentino su quel ventennio della nostra storia, il film resta un titolo che - come ci disse Margherita Buy - "potrà essere capito e apprezzato solo più in là, quando si saranno calmate le acque". Con i suoi clichè e i monologhi di cui una parte coglierà la paradossalità e altri la presunta giustezza, Il Caimano mescola realtà (soprattutto di certe dichiarazioni) e fantasia per realizzare un sogno. Che non è più quello del pasticciere trotzkista, ma di un giusto processo. Qui trasformato in dramma, thriller, commedia, satira attraverso un filtro tanto personale da rendere questa una delle vicende più emotive e viscerali del regista romano, anche se non una delle più equilibrate.
Il film. Produttore fallito professionalmente e sentimentalmente, Bruno Bonomo (Silvio Orlando), ha lottato a lungo contro la dittatura del cinema d'autore con i suoi film di serie z, senza riuscire a realizzare il suo nuovo progetto di una super produzione, Il ritorno di Cristoforo Colombo. La sua strada incrocia per caso quella della giovane regista Teresa (Jasmine Trinca) che gli propone una sceneggiatura dal titolo Il Caimano. Bonomo inizia a interessarsi al progetto senza rendersi del tutto conto che si tratta di un film su Silvio Berlusconi. Un importante produttore polacco sembra interessato al film così come un famoso attore per il ruolo principale e anche il suo matrimonio in crisi sembra avere qualche speranza. Bonomo riacquista l'entusiasmo e, nonostante le avversità, decide di realizzare il progetto giocandosi il tutto per tutto.
Dietro le quinte. Dopo la Palma d'Oro del 2001 per La stanza del figlio, il Festival di Cannes presentò il film in concorso nonostante fosse già stato distribuito nelle sale italiane il 24 marzo 2006. Per altro poco prima delle elezioni politiche nazionali (perse da Berlusconi), scatenando le polemiche di molti che denunciarono il rischio che il film influenzasse i votanti. Di certo, la realtà ha seguito la fantasia (o meglio la previsione), visto che nel 2013, in due diversi processi, il suddetto ex presidente del consiglio venne condannato a 7 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici (in primo grado, per la vicenda legata alla minorenne marocchina Karima El Mahroug) e 4 anni di detenzione per frode fiscale (in via definitiva). Interessanti i cameo, nel corso dello sviluppo, di molti volti noti del cinema italiano, i registi e sceneggiatori Paolo Virzì, Paolo Sorrentino, Giuliano Montaldo, Stefano Rulli, Antonello Grimaldi, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti, Renato De Maria, Matteo Garrone.
Perché vederlo. Oggi siamo abituati a film su Andreotti, serie tv sul Papa e via dicendo, ma 'allora' fare un film su Berlusconi non era la stessa cosa. In attesa di scoprire lo sguardo di Paolo Sorrentino su quel ventennio della nostra storia, il film resta un titolo che - come ci disse Margherita Buy - "potrà essere capito e apprezzato solo più in là, quando si saranno calmate le acque". Con i suoi clichè e i monologhi di cui una parte coglierà la paradossalità e altri la presunta giustezza, Il Caimano mescola realtà (soprattutto di certe dichiarazioni) e fantasia per realizzare un sogno. Che non è più quello del pasticciere trotzkista, ma di un giusto processo. Qui trasformato in dramma, thriller, commedia, satira attraverso un filtro tanto personale da rendere questa una delle vicende più emotive e viscerali del regista romano, anche se non una delle più equilibrate.
La scena da antologia. La drammatica - e all'epoca, a suo modo, profetica - conclusione, arrichita per altro da una emblematica citazione di George Orwell (da La fattoria degli animali). Più che nella fase processuale, cronachistica fino al surreale, per l'uscita, 'scaldata' dalla folla radunata in attesa del giudizio. Che alla fine arriva, scatenando il colpo di coda più inquietante.
I premi. Tre Nastri d'Argento (su sei nomination), nove Ciak d'Oro (su tredici) e - soprattutto - sei David di Donatello (su quattordici) fanno del film del 2006 uno dei maggiori successi del regista di Monteverde… Anche se i tanti riconoscimenti vennero equamente divisi con l'altro produttore (lo storico Angelo Barbagallo), gli sceneggiatori (Federica Pontremoli e Francesco Piccolo), la montatrice Esmeralda Calabria, il compositore Franco Piersanti e gli interpreti Silvio Orlando e Margherita Buy.
Dove e quando. Alle 21.10 su La7, canale 7 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.