NOTIZIE

Stasera in TV 25 ottobre: la Roma di Suburra, capitale criminale

Sangue e successo, potere e morte si intrecciano e svelano i segreti dell'Italia… solo fantasia?

25.10.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Insieme a Romanzo Criminale (e a Michele Placido), con Suburra Stefano Sollima ha saputo creare un sottogenere, o meglio ridar vita e dignità a un crime locale che in passato avevamo relegato a certi poliziotteschi. Al di là delle filiazioni seriali successive, vale la pena ritrovare quello spirito e godersi le prove dei vari Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Greta Scarano e Alessandro Borghi...

Il film. Nell'antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano. Dopo oltre duemila anni, quel luogo esiste ancora. Perché oggi, forse più di allora, Roma è la città del potere: quello dei grandi palazzi della politica, delle stanze affrescate e cariche di spiritualità del Vaticano e quello, infine, della strada, dove la criminalità continua da sempre a cercare la via più diretta per imporre a tutti la propria legge.



Dietro le quinte. Il lancio del film, che ancora possiamo trovare nel trailer di allora, è forse il modo migliore per descrivere il quartiere di Roma (oggi una zona ricca di locali e centralissima) scelto come titolo: "Nell'antica roma dietro ai palazzi degli imperatori c'era un luogo di perdizione, un luogo dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano questo luogo si chiamava Suburra".

Leggi anche: Cronache romane, violente e normali

Perché vederlo. Un "western urbano" che approfitta del fascino e delle ombre di una città tanto sfruttata quanto capace di rivelare anime sempre diverse, di dimostrarsi Paradiso e Inferno insieme. Un azzardo, per certi versi, che vince la sua scommessa proprio togliendo ogni rassicurante appiglio allo spettatore e facendolo rapidamente abituare alla ineluttabilità del Male. Il vizio e il torbido sottobosco sembrano essere linfa vitale per chi vive questa realtà, che qui si amplia - più che in altri prodotti analoghi - a dare realismo a un background che si fa protagonista. Perché per quanti intrecci vi si svolgano, per quanto marcio vi si annidi, Roma è Eterna, e sovrasta tutto, boss e politici inclusi. Roma è l'umanità stessa, della quale  Sollima (e Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo) non sembrano avere una visione particolarmente entusiasmante…



La scena da antologia. Al di là dell'inizio, molto aggressivo ed esplicito, che ci offre un Pierfrancesco Favino come poche volte lo potremmo vedere, è interessante sottolineare come sia scelto di rendere particolarmente evidente il legame con la serie dello stesso regista, Romanzo Criminale, nella scena in cui Samurai muore sotto casa della madre. Impossibile non pensare alla morte del Libanese, analogamente ucciso durante un forte temporale e sotto casa della propria madre.

I premi. L'inusuale Premio Ostiglia - Arnoldo Mondadori Un libro al Cinema per il Miglior binomio Film e Libro fu certamente una sorpresa. Come lo furono Alessandro Borghi e Greta Scarano, premiati con il Ciak d'oro della Rivelazione dell'anno. Quest'ultima si aggiudicò anche il Nastro d'argento per la Migliore attrice non protagonista a Greta Scarano (bissato da quello per la Migliore scenografia, a Paki Meduri). Nulla invece dai David di Donatello, nonostante le sei candidature.

Dove e quando. Alle 21.10 su Rai 3, canale 3 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.