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Stasera in TV 24 ottobre: Il Brad Pitt di Moneyball ci insegna L'arte di vincere

Un film che sorprese molti, soprattutti quanti non conoscevano la vera storia di Billy Beane.

24.10.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
La storia vera di Billy Beane, general manager dell'Oakland A, è di quelle che cambiano le regole del gioco. La sua lungimiranza e le sue tecniche di analisi - oggi comuni a molti sport - furono un uragano nel mondo del Baseball statunitense, come ci racconta il film basato sul libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game di Michael Lewis, L'arte di vincere di Bennett Miller (Truman Capote - A sangue freddo, Foxcatcher - Una storia americana) nel quale troviamo un ottimo Brad Pitt, l'indimenticato Philip Seymour Hoffman e un sorprendente Jonah Hill.

Il film. Il general manager degli Oakland Athletics, Billy Beane, si ribella al sistema e sfida le convenzioni quando si trova costretto a ricostruire una squadra di terz'ordine con un budget a dir poco limitato. A dispetto dell'opposizione da parte della vecchia guardia, dei media, dei fan e del loro stesso allenatore, Beane, con l''aiuto di un giovane economista laureato a Yale, non solo sarà in grado di mettere insieme un gruppo su cui nessuno avrebbe puntato una lira, ma soprattutto riuscirà in quello che mai nessun manager aveva tentato, cambiando per sempre il modo di giocare a baseball.



Dietro le quinte. Avrebbe dovuto essere Steven Soderbergh a dirigere il film, inizialmente, con Demetri Martin al fianco di Brad Pitt invece di Jonah Hill, ma soprattutto con una serie di giocatori della Major League a recitare. Così non fu, ma tra gli scout che vediamo solo uno non è un vero scout della Lega. Quanto ai campi, non potendo girare - anche per motivi economici - in tutti gli stadi visitati dagli Oakland Athletics si sfruttò il Dodger Stadium ogni volta rivestito in modo diverso. A parte il Fenway Park di Boston che Billy visita: la produzione ebbe a disposizione un solo giorno per girare, e fu un giorno piovoso, come si vede nelle immagini 'grigie' rimaste nel film.

Perché vederlo. Un dramma sportivo sul baseball che arrivò alla nomination all'Oscar ventidue anni dopo L'uomo dei sogni di Kevin Costner, "perfetto per chi di baseball non capisce assolutamente nulla", come lo definì il Brad Pitt produttore. Lungimirante e ispirato, come il personaggio che interpreta, con una credibilità rara e rendendo una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Ma il suo merito principale sta sicuramente nell'aver creduto in un film tanto 'serio', ma insieme emozionante. Un racconto coraggioso ed epocale, affidato alla penna del celebrato Aaron Sorkin (premio Oscar per The Social Network).
 

La scena da antologia. "Questo è il suono della sconfitta" è una delle battute che più rimangono in mente della splendida interpretazione di Brad Pitt, ma… "Come si fa a non essere romantici col baseball" lascia senza fiato e con il cuore gonfio, dopo la lezione sull'Umiltà impartitagli da Hill, unico a vedere il "modo di pensare medievale" diffuso nel baseball statunitense di allora.

I premi. Ben sei le nomination all'Oscar (e nessun premio) per un film che avrebbe meritato molto di più. E che poté consolarsi con la messe di riconoscimenti raccolti in tutto il mondo, dai critici di New York e statunitensi tutti agli apprezzamenti per la sceneggiatura originale da parte della Broadcast Film Critics Association, la Chicago Film Critics Association, la Las Vegas Film Critics Society e la Boston Society of Film Critics (che premiò anche Pitt).

Dove e quando. Alle 21.15 su Cielo, canale 26 del digitale terrestre e 19 della piattaforma satellitare TivùSat.