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Stasera in TV, 24 aprile: Padrino Night. Un film eterno. Una maratona imperdibile

Con il capolavoro di Francis Ford Coppola inizia la trilogia della famiglia Corleone, un'offerta da non rifiutare

24.04.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Una pietra miliare della storia del cinema, della quale saremo eternamente grati a 'Don' Francis Ford Coppola da Detroit. Il film dal quale si può avere risposta a qualsiasi domanda. L'inizio di una saga (trilogia sarebbe riduttivo, visto l'uso che se ne fa oggigiorno) rimasta immortale, che si svolge in un arco di tempo di 18 anni, dal 1972 al 1990, riproposta in questi giorni da Paramount Channel. E che oggi - 24 aprile - sarà possibile rivedere in una maratona più unica che rara delle tre pellicole, con Il Padrino, Il Padrino - Parte II e Il Padrino - Parte III in onda una dopo l'altra a partire dall 19.00.

Il film. New York, 1945. Nel giorno del matrimonio della figlia Connie, il "Padrino" Don Vito Corleone riceve la visita di Virgil Sollozzo, detto "Il Turco", che gli propone di entrare nel giro della distribuzione di stupefacenti. Nonostante il parere positivo del figlio Sonny e del consigliere Tom Hagen, Don Vito rifiuta l'offerta. Il gesto porta a una furibonda guerra tra le famiglie mafiose di New York, una guerra in cui finirà convolto anche Michael Corleone, reduce di guerra pluridecorato e unico figlio del Padrino a voler restare fuori dagli affari di famiglia...



Dietro le quinte. Altro che Las Vegas o Brooklyn, le vicende dei Corleone avrebbero potuto svolgersi nel Far West - Se solo la regia fosse rimasta a Sam Peckinpah (l'unico ad aver accettato l'incarico proposto a Elia Kazan, Sergio Leone, Arthur Penn e Costa Gavras) - o nella Sant Louis degli anni '70! Per fortuna l'allore capo della Paramount Robert Evans scelse Coppola, perché costava meno (visto che lo Studio non credeva molto nel progetto, per il flop di La fratellanza del 1968) e perché voleva sentire "odore di spaghetti". Tra le pressioni dei boss perché si eliminasse qualsiasi riferimento alla parola "Mafia" dal film agli scherzi sul set di Marlon Brando (preferito a Orson Welles dallo stesso regista, che pure era un fan del Maestro di Quarto potere), la scelta fu vincente. La storia racconta dell'aiuto nella sequenza dei 'Materassi' da parte di George Lucas (riconoscente per l'aiuto ricevuto nel finanziamento di American Graffiti), di quanto Stefania Sandrelli andò vicina a interpretare il ruolo di Apollonia (prima di rifiutare), della presenza dei genitori stessi di Coppola nel film (il padre Carmine come suonatore di piano e la madre Italia nella scena - tagliata - della Genco Olive Oil Company) e della sua passione per i cannoli siciliani, che lo spinse a inserirli nel film in memoria di quelli che suo padre portava a casa dopo il lavoro, e di Brando per i calamari piccanti di Vincent's di Mott St, a Little Italy (una scatola dei quali compare anche nella scena in cui Vito Corleone si china sul corpo di Sonny).



Perché vederlo. Non capita spesso di avere sette premi Oscar insieme (Marlon Brando, Al Pacino, Robert Duvall, Diane Keaton, Sofia Coppola, Carmine Coppola e Gray Frederickson) in un film, oltre ai cinque nominati Talia Shire, James Caan, John Marley, Richard S. Castellano e Roman Coppola… per quanto non tutti fossero allora stati premiati o in età da apprezzarne le doti. In compenso il film risulta il secondo dei 100 migliori cento film statunitensi di sempre secondo l'American Film Institute e il più bello di tutti i tempi secondo la rivista Empire. Premesse che chiariscono l'impossibilità di condensare in pochi (o uno solo) motivi le ragioni per vedere un tale Capolavoro. Uno dei pochi film per cui questo termine sia ben speso. Una sintesi di grande regia, sceneggiatura, scenografia, fotografia e recitazione. Una saga familiare che racchiude una serie di storie e di climax narrativi tra i quali è difficile scegliere. In generale un ritratto - soprattutto nel suo complesso - capace di raffigurare le condizioni economiche, sociali, commerciali e politiche colte in un momento cruciale. Una trasformazione cui assistiamo attraverso l'ascesa e la caduta di figure intoccabili, ormai entrate nel mito.

La scena da antologia. La prima apparizione di Don Vito Corleone (tra le più citate da centinaia di film successivi) e l'ultimo sguardo che posiamo su Michael sono gli estremi della parabola descritta nel primo film, ma l'intera scena del matrimonio e il primo addentrarsi nella casa del Padrino sono momenti di vera epifania che si rinnovano ogni volta. Una scena che richieste l'uso di sei macchine da presa (quattro in giardino, insieme a un tecnico del suono che si aggirava tra gli invitati, che cogliessero la spontaneità degli ospiti e una su un elicottero, che però produsse immagini troppo mosse per essere utilizzate) e una villa - 500 mq più giardino, a Todt Hill, Staten Island - divenuta storica, che dopo esser stata acquistata per 1,7 milioni di dollari era stata poi ristrutturata perché assomigliasse a quella del film e messa in vendita a 2,89. Ma a parte il dovuto e sentito omaggio a quel momento, la celebre "offerta che non potrà rifiutare" non si batte! E non sorprende che dopo QUEL risveglio il produttore cinematografico in questione si sia affrettato a ingaggiare il disperato Johnny Fontane (secondo molti, il cantante Frank Sinatra. Che non a caso non amò molto che più di un elemento lo ricordasse in maniera tanto smaccata).



I premi. Il film fu premiato con tre premi Oscar, su 10 nomination totali: miglior film a Albert S. Ruddy, miglior attore protagonista a Marlon Brando e miglior sceneggiatura non originale a Francis Ford Coppola e Mario Puzo. Ovviamente, solo la punta di un Iceberg che conta anche cinque Golden Globes e poi BAFTA, Grammy e i due David di Donatello del 1973 al Miglior film straniero e ad Al Pacino (David speciale).

Dove e quando. Dalle 19:00 su Paramount Channel, canale 27 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.