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Stasera in TV, 22 ottobre: Cape Fear, quando De Niro seduceva la ninfetta Juliette

Un thriller ansiogeno, sensuale, familiare e duro con 'comprimari' come Nick Nolte, Gregory Peck, Robert Mitchum e Jessica Lange

22.10.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Nel 1991 Martin Scorsese reclutò e diresse Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange e Juliette Lewis nel remake di Il promontorio della paura di J. Lee Thompson del 1962. Anche allora un grande cast (Gregory Peck e Robert Mitchum, che insieme a Martin Balsam ritroviamo qui in camei e piccoli ruoli), ma i confronti nel caso di questo Cape Fear - Il promontorio della paura hanno poco senso, conta solo il risultato. Ottimo.

Il film. Ad un processo per stupro contro Max Cady, l'avvocato difensore Sam Bowden ha omesso la presentazione di un rapporto che poteva in parte fargli ridurre la pena. Uscito dopo 14 anni ed avendo acquisito le prove del danno subìto, Cady elabora un diabolico piano per vendicarsi di lui. Comincia innanzitutto con il farsi riconoscere ed il minacciarlo velatamente, quindi passa all'azione avvelenando il cane della moglie e quindi seviziando brutalmente la sua collega ed amante Lori Davis. Vano è il tentativo di farlo arrestare per vagabondaggio: Cady ha un cospicuo conto in banca. Lori, per paura di uno scandalo, rinuncia a denunciare l'aggressore e Sam si vede costretto ad assumere un investigatore, Claude Kersek, che tenta dapprima di impaurire Max minacciandolo, ma con scarsi risultati. Frattanto le attenzioni di Max si spostano sulla giovane figlia dell'avvocato, Danielle...



Dietro le quinte. Niente digitale per i tatuaggi di De Niro, per i quali venne utilizzata della tintura vegetale, che scomparisse in tre mesi. Per non parlare dei denti 'da cattivo', che gli costarono 5.000 dollari prima e 20.000 dopo, per tornare alla normalità. Ma l'impronta più indelebile è forse quella di Gregory Peck, qui alla sua ultima apparizione in un film per il cinema. Per quanto si tratti solo di un cameo (per altro girato tutto in un giorno), il protagonista dell'originario Il promontorio della paura (1962) è qui l'avvocato di Max Cody, ruolo che allora venne interpretato da Robert Mitchum (anche in questo film). I due allora si sopportarono talmente poco che, guarda caso, nemmeno sul set del remake finirono per avere nessuna scena insieme. Curioso considerare che prima di Juliette Lewis si fosse pensato a molte altre attrici per il suo ruolo: Drew Barrymore (che ancora ricorda il provino come "il più grande disastro della mia vita"), Shannen Doherty, Nicole Eggert, Bridget Fonda, Jodie Foster, Helen Hunt, Diane Lane, Demi Moore, Molly Ringwald, Meg Ryan, Jennifer Connelly e Winona Ryder (che rinunciarono), Alyssa Milano e Christina Applegate (che non poterono impegnarsi per le pressioni dei colleghi Tony Danza e Ron Leavitt), Brooke Shields, Reese Witherspoon e Tiffani Amber Thiessen.

Perché vederlo. Un raro - e riuscito - esercizio di manipolazione del pubblico è stato definito, ma è una qualità che solo i grandi registi hanno. E non a caso. Se non fosse stato Martin Scorsese, infatti, a dirigere il film avremmo avuto Steven Spielberg (che avrebbe voluto un anomalo Bill Murray come suo Max Cady, ma che finì con il raccomandare l'amico). In ogni caso, il risultato è un remake impressionante, un cinema potente fatto di figure carismatiche e capaci di trasmettere emozioni, positive e negative. Un thriller ansiogeno, sensuale, familiare e duro, coinvolgente anche a livello visivo.



La scena da antologia. Il climax del redde rationem nella palude (girato nel John U. Lloyd State Park) ha sicuramente una forza tutta sua ed è sempre un piacere vedere Robert De Niro e Illeana Douglas improvvisare (praticamente in tutte le loro scene), ma sarà difficile guardare con gli stessi occhi alla sequenza nell'auditorium scolastico. Scritta come una scena molto più dinamica, fu Scorsese a volerne fare una scena di seduzione. Poi l'improvvisazione (anche qui!) di Robert De Niro e Juliette Lewis fece il resto. Lui ebbe l'intuizione di giocare col pollice con la sua bocca, lei dal canto suo sviluppò una vera e propria cotta per il partner a causa della tensione creata nelle tre riprese della scena (delle quali venne poi usata la prima).

I Premi. Il Jupiter Award a Robert De Niro (solo 'nominato' ai David di Donatello, per esempio) non fece tanta notizia quanto il Kansas City Film Critics Circle Award e il Chicago Film Critics Association Award alla rivelazione Juliette Lewis. E, per quanto non si tramutarono in premi, le candidature ai Premi Oscar e i Golden Globe per i due attori e ai BAFTA per la Migliore fotografia (a Freddie Francis) e il Miglior montaggio (a Thelma Schoonmaker).

Dove e quando. Alle 23.16 su Rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.