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Serie TV: Cherif, La nuova commedia poliziesca arriva dalla Francia

La serie campione di ascolti in Francia è un prodotto che emana luce ma non ha paura di mostrare anche il buio delle profondità umane

Cherif 

11.12.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Un detective sostanzialmente buono, tutto casa e stazione di polizia - visto che il protagonista della serie Kader Cherif alias l’attore Abdelhafid Metalsi, è un capitano della sezione criminale che abita nel portone accanto alla sede lavorativa dove opera - è il protagonista di Cherif, serie televisiva francese che ha registrato quasi una media di 4 milioni di spettatori sull’emittente France2. E il prodotto, presentato oggi in anteprima nazionale all’interno del Courmayeur Noir in Festival, è stato di recente acquistato dal canale GIALLO di Discovery Italia, e sarà trasmesso in Italia a partire dal 4 gennaio alle ore 21. Così la penisola del giallo decide di puntare su una storia di umanità positiva, in qualche modo comica, che smussa il genere poliziesco nei suoi tratti più acuminati, in modo che esso possa piacere anche alle famiglie.



Un’operazione di modellamento ben riuscita, che è merito del protagonista principale, il detective Cherif, condensato di charme, furberia e allergia alle regole del codice poliziesco. A questo outsider, per niente depresso ma anzi contento di fare il proprio lavoro, viene ad un certo punto affiancata una vera bad cop, questa volta al femminile. Si tratta del capitano Adeline Briard (Carole Bianic), che tra i due personaggi incarna la poliziotta dura e pura – anche troppo – contro la quale l’atteggiamento lassista ma solo in apparenza meno efficace di Cherif si scontrerà prematuramente. Anche se parlare di conflitto a corpo a corpo in questa serie sarebbe un po’ errato, perché abbiamo sotto gli occhi un prodotto ben congegnato per ammorbidire gli aspetti più duri del lavoro di investigazione, fatto essenzialmente di crimini, violenza e omicidi, con il respiro di un personaggio che ha invece dei tratti decisamente sentimentali.

Per esempio il fatto che il detective sia padre, e che la figlia entra ed esca dalla scena, anche da quella prettamente di carattere investigativo, vista la vicinanza con la dimora paterna, è un furbo escamotage narrativo per smorzare ogni possibile conflitto troppo esacerbato, con la tranquillità di un personaggio particolarmente conciliante. Ma di questi puntelli è ricca tutta la serie.



E il fatto stesso di aver scelto un interprete capace di essere ammiccante in maniera equilibrata e non palese, anche nel rapporto con la nuova collega, è un dato che restituisce all’atmosfera della serie un calore diverso dalla freddezza orrorifica degli ambienti duri dell’investigazione televisiva. E allora Cherif è un tentativo riuscito – che ricorda nel gesto di sdrammatizzare un altro ambiente "tosto" come quello dell'ospedale, il medical “dolce” di casa nostra Un medico in famiglia – di fare del genere poliziesco un prodotto meno spigoloso e adatto a tutti, senza però rinunciare alla complessità delle trame e alla qualità del prodotto finale
 
 
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