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5 ragioni per amare Mr. Robot, specchio attuale e ansiogeno della nostra società

La serie evento con Christian Slater sarà in Italia dal 3 marzo, ma l'hacker disadattato protagonista è già cult.

02.03.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Dimenticate la pioggia verde di numeri e lettere sugli schermi antidiluviani del Matrix del 1999 e non illudetevi di aver esaurito gli argomenti 'informatica' e 'hacking' con Halt and Catch Fire e Silicon Valley, oggi in televisione arriva Mr. Robot, serie della USA Network che la scorsa estate ha colpito il pubblico statunitense (e angolofono) con forza. Definito da molti disturbante, per ambientazioni e temi, ma sicuramente inquietante, per implicazioni e modernità, lo show ha trionfato agli scorsi Critics' Choice Television Award e ai Golden Globe, grazie sicuramente a "uno dei migliori Pilot che si sia visto negli ultimi anni" (secondo Secondo Merrill Barr di Forbes), ma non solo. I motivi sono molti e li scoprirete presto visto che dal 3 marzo i dieci episodi della prima stagione verranno programmati da Italia 1, ma ve ne anticipiamo volentieri cinque. Invitandovi a godere di una serie imperfetta nella sua evoluzione e nel racconto, ma proprio per questo ancor più realistica, e sicuramente esaltata da un cast - nel quale spicca il 'vecchio' Guru Christian Slater - scelto con particolare cura e abilità!



Rami Malek
È lui il volto di Mr. Robot. Il suo ritmo, il suo respiro, la sua forza e la capacità di trasmettere un disagio pronto a rovesciarsi in un simmetrico e altrettanto inquietante timore di cosa potremmo scoprire della nostra realtà. L'eroe e il narratore - e forse anche il 'cattivo' - della vicenda era già nella trilogia di Una notte al museo e in film come Short Term 12 (che in pochi hanno visto, purtroppo) o nel deludente Oldboy di Spike Lee, ma sicuramente da oggi sarà ancor più impossibile che passi inosservato…

L'Attualità
Davvero una instant serie, a vedere il contesto in cui ci si muove e la società rappresentata dalla vicenda. A tratti quasi futuristica, almeno nella consapevolezza che mediamente possiamo avere di certe trame o ingerenze di politica o industria nella nostra vita. Siamo nella NY di Occupy Wall Street, negli Stati Uniti di Anonymous e Donald Trump, in piena disfida sulla privacy e i diritti inalienabili (a meno di Patriot Act di turno) di ogni cittadino. Ma c'è anche la modernità del tema di fondo trattato, quello dei disturbi mentali e della convivenza di componenti cosiddetti diversi dagli standard sociali richiesti e da quanti vi si adattano.


La Paranoia
Questa diversità è ovviamente - e coerentemente - osservata e raccontata da diversi punti di vista; fondamentalmente quello del protagonista, che rovescia completamente la prospettiva più scontata mettendo alla berlina proprio i più classici benpensanti che lo giudicano un disadattato o un soggetto potenzialmente pericoloso. Si è continuamente trascinati da una parte e dall'altra del sottile confine che divide i diversi fronti opposti sui temi di paranoia e libertà. Per fortuna che ad aiutare il pubblico più confuso intervengono alcune - pur didascaliche - certezze, come quella della corporazione monopolistica alla quale vediamo opporsi il nostro 'Robot' e i suoi pari, la Evil Corp, sin dal nome (Evil = Male) un evidente emissario del Demonio sulla Terra.

La Pirateria
Come dicevamo, in genere gli hackers in tv sono sempre stati rappresentati come simpatici nerd o geniali lavoratori, quando non come cellule operative di organizzazioni segrete su scala internazionale. Un tema e dei personaggi che godono di un fascino che non sempre hanno nella realtà, fin troppo spesso romanticamente ritoccata. Non questa volta, vista la dovizia di dettagli, l'attenzione e la sospensione del ritmo utilizzate per la messa in scena di un mondo che finalmente scopriamo. Anche nel suo interno dissidio su privacy e moralità.


Coney Island
It's New York, Baby! Ma da sempre la Big Apple diventa facilmente riconoscibile sullo schermo, dalla classica Midtown a Soho per il cinema ai viali di Bryant Park o la Williamsburg per la televisione. In pochi si spingono fino alla lontana spiaggia di Brooklyn resa celebre da I guerrieri della notte. Qui, finalmente - e ancora una volta, coerentemente - mostrata e vissuta proprio nel suo essere limite e al limite. Anche allegoricamente, per una classe sociale ed esistenziale di diseredati ed emarginati che spesso non vediamo tra le sfavillanti luci di Broadway


 
FILM E PERSONE