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Woody Allen si prende una pausa dal cinema dopo le accuse di molestie 

L'autore interrompe la tradizione di un film all'anno. A 82 anni è ora di riflettere sulla fine della sua carriera

29.08.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Woody Allen si ferma. Il regista di New York si prende una pausa dopo decenni in cui ha girato un film ogni anno. Era inevitabile dopo l’uragano che ha nuovamente travolto la sua carriera nel momento in cui gli articoli pubblicati dal figlio Ronan Farrow sul New Yorker sono riusciti ad attirare nuovamente l’attenzione sul presunto abuso sessuale del regista ai danni della figliastra Dylan Farrow: un evento per il quale Allen è stato già indagato ventisei anni fa e successivamente scagionato senza un'accusa formale nel corso del processo per la custodia dei figli contro l’ex moglie Mia Farrow
 
Adesso il quarantottesimo film del regista, la commedia intitolata A Rainy Day in New York, è finito nel limbo distributivo di Amazon che ha atteso gli sviluppi del caso e ha rimandato la data di uscita (dovrebbe comunque arrivare entro la fine dell’anno). Nel 2016 Allen aveva firmato un accordo di tre film con Amazon, tre nuove storie dopo A Rainy Day in New York, ma all’inizio del 2018 il colosso streaming avrebbe rescisso il contratto, pagando una penale di risarcimento.  

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Adesso Allen, che a dicembre compirà 83 anni, non ha nessun progetto cinematografico all'orizzonte per la prima volta dopo tanti anni, sebbene il sito IMDB abbia inserito nella sua filmografia un nuovo film attualmente in pre-produzione e in uscita nel 2020. In realtà quest’ultimo progetto è tutt'altro che ufficiale dato che il budget non è stato ancora approvato. “Woody adora lavorare e non va mai in vacanza, ma adesso si prenderà una pausa fino a quando non troverà qualcuno che supporterà i suoi film” – ha dichiarato una fonte vicina al regista ai microfoni di Page Six. 
 
“Woody ha sempre lavorato con grandi attori. Star pronte a ridurre la loro paga per il prestigio di fare parte dei suoi film. Adesso con l’avanzare del movimento #MeToo lui è considerato 'materiale tossico'” – ha dichiarato un produttore di Hollywood nello stesso articolo. In effetti alcuni mesi fa gli attori Timothée Chalamet, Griffin Newman e Rebecca Hall, tutti impegnati sul set di A Rainy Day in New York, hanno donato la loro paga a enti che tutelano le vittime di abusi sessuali. Molti hanno anche dichiarato che non lavoreranno più con il regista: uno su tutti Colin Firth

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L’altro problema della carriera di Allen è legato agli incassi dei suoi film: “Non fanno abbastanza soldi. Per anni è passato da un produttore a un altro. E’ dovuto anche andare a lavorare in Europa, ma adesso ha esaurito le opzioni”.

Un portavoce del regista ha comunque commentato l’articolo di Page Six dichiarando: “niente di tutto questo è vero”. Di certo è un momento molto complicato per Allen che rischia di far tramontare la sua carriera lontano dai riflettori, accusato e già condannato dall’opinione pubblica senza prima difendersi in aula. Senza subire alcun processo. 

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