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Alec Baldwin si schiera: tristi le accuse a Woody Allen

I rimpianti di Greta Gerwig e Timothée Chalamet seguono il sostegno dimostrato a Dylan Farrow dopo i Golden Globes.

17.01.2018 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
"È possibile sostenere le vittime di pedofilia e abusi sessuali ed anche esser convinti dell'innocenza di Woody Allen? Io credo di si": è Alec Baldwin a parlare ora, sull'onda della marea di accuse che sta travolgendo il regista di La ruota delle meraviglie. Stavolta per difenderlo.

"Woody Allen è stato indagato legalmente in due stati, NY e Connecticut, senza che gli venisse addebitato nulla, - ha continuato l'attore di Blue Jasmine e From Rome With Love. - L'intenzione è quella di non ignorare le proteste; ma si dovrebbe far attenzione ad accusare la gente di certi crimini. Anche a nome delle vittime".

Su twitter Baldwin ha poi condiviso i molti profili che ricordavano come l'altro figlio di Allen e Mia Farrow, Moses Farrow, avesse sostenuto che la sorella fosse stata condizionata dalla madre adottiva di fatto negando ogni accusa da lei portata contro il padre (posizione suffragata dal parere negativo degli esperti di abusi sessuali del Yale-New Haven Hospital).

Una risposta netta, quindi, ai molti che a partire dalla serata dei Golden Globes in poi si sono andati schierando con Dylan Allen, perplessa dal fatto che la "rivoluzione #metoo" avesse risparmiato il popolare Woody. "I believe you, Dylan Farrow" ("io ti credo, Dylan Farrow") è stato il nuovo leit motiv recitato da Natalie Portman, Reese Witherspoon, Shonda Rhimes. E che ha suscitato una reazione forte da parte di molti attori e attrici che con il regista newyorkese hanno lavorato, come Mira Sorvino, Ellen Page e Greta Gerwig ("se avessi saputo allora quel che so ora, non avrei recitato in To Rome With Love. Non lavorerò di nuovo con lui").

O come gli interpreti del suo prossimo Rainy Day in New York: Rebecca Hall, dichiaratasi "profondamente dispiaciuta" e decisa a donare il proprio compenso al movimento 'Time's Up', e Timothée Chalamet, pur più cauto per motivi contrattuali e pubblicitari ma ugualmente convinto a non volere trarre profitti dall'esperienza, che dividerà tra Time’s Up, the LGBT Centre in New York e la Rainn (the Rape, Abuse & Incest National Network).

"Il rifiuto del suo lavoro e della sua persona, non c'è dubbio, ha un suo scopo - ha concluso Alec Baldwin. - Ma lo considero ingiusto e triste. Ho lavorato con Woody Allen tre volte ed è stato uno dei privilegi avuti dalla mia carriera".