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Venezia: Saverio Costanzo divide la critica

Saverio Costanzo presenta in concorso a Venezia La solitudine dei numeri primi, tratto dal best-seller di Paolo Giordano. E la stampa si divide.

La solitudine dei numeri primi

09.09.2010 - Autore: Marco Triolo
Saverio Costanzo ha presentato a Venezia La solitudine dei numeri primi,  adattamento del best-seller di Paolo Giordano. Il film racconta in ordine non cronologico una serie di episodi nella vita di due ragazzi, Mattia e Alice (Luca Marinelli e Alba Rohrwacher), segnati da eventi traumatici che li hanno resi degli outsider, incapaci di amare e di condurre una vita normale. Tra di loro negli anni nasce una tenera amicizia che, forse, potrebbe diventare qualcosa di più, se i due sapranno rendersi conto che non possono vivere l'uno senza l'altra.

La stampa aspettava il film al varco, e il regista lo sa: “Hanno detto che il mio film era atteso, poi attesissimo. Pare quasi che ci si debba aspettare il nuovo Gattopardo. Posso solo dire questo: meglio essere attesi che disattesi”. Rispetto al romanzo, Costanzo ha scelto una narrazione più anarchica: “La prima stesura della sceneggiatura era molto più vicina al romanzo. Ma avevo il bisogno di creare uno spaesamento nello spettatore. Io faccio il regista, non faccio letteratura. La storia era già conosciuta, avevamo la possibilità di spostare l’angolazione della domanda, non sul cosa accade ma sul perché. Il cinema deve spaesare, questo è il suo potere”. L'autore del romanzo e co-sceneggiatore Giordano dà la sua benedizione: “ Ho avuto da subito un atteggiamento molto osservativo, lasciavo che Saverio seguisse il suo istinto. È stato un percorso diverso, mi sono presto scordato del libro e della storia in quanto oggetto prodotto da me”.

Il film è complesso, utilizza svariati registri (dal dramma all'horror) e si avvale di una inquietante colonna sonora di Mike Patton. Ma finisce per caricare troppo la pellicola, che alla fine risulta sconclusionata. La stampa non ha apprezzato, anzi ha accolto la proiezione a suon di fischi. Costanzo rimane un regista dal talento visivo raro: non vediamo l'ora di ritrovarlo all'opera su un progetto originale.