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Top Ten: la forza di Isabella Ferrari al cinema e in TV

Nel giorno dei suoi 50 anni, ricordiamo i ruoli più memorabili di un'attrice sempre pronta a mettersi in gioco

31.03.2014 - Autore: P.F.
Dura e fragile, sexy dominante e vittima dominata, donna elegante e ipnotica e moglie abbandonata, ragazza dolce e fidanzata snob e ricca. Scandalosa, coraggiosa e a tratti anche armata fino ai denti. Isabella Ferrari può veramente essere l'arma segreta di un regista. Un'attrice che ha sempre cercato di mettersi alla prova sia sul grande schermo che in TV, con una velocità e una forza degna del suo cognome (artistico). Sorprendente e soprattutto in grado di scatenare infinite discussioni tra gli spettatori. Questa è la forza di una star del nostro cinema in grado di far parlare più di sé e delle sue prove recitative che dei film che interpreta. 

Nel giorno dei suoi cinquantanni, esploriamo i dieci ruoli memorabili della sua carriera.



Giovanna Scalise in Distretto di polizia (2000-2001)
Il primo commissario di una delle serie italiane più amate e seguite del ventunesimo secolo. Nei panni della Scalise, protagonista delle prime due stagioni di Distretto di polizia, la Ferrari dà vita a un personaggio rigido e in cerca di vendetta dopo che la mafia le uccide il marito nella scena d'apertura. A poco a poco ne scopriamo l'umanità: è proprio lei ad aprirsi nei confronti dei suoi agenti, creando lentamente un rapporto di familiarità che è il cuore della prima stagione di Distretto. Nella stagione successiva la ritroviamo incinta e minacciata da un boss che vuole ucciderla: memorabile il finale, sparatoria e pancione inclusi.



Selvaggia in Sapore di mare (1982)
Il ruolo che a diciotto anni la trasformò in un sex symbol. Nel film che ha lanciato la carriera dei fratelli Vanzina interpreta Selvaggia, fidanzata dell'intellettuale Gianni (Gianni Ansaldi) invaghito della quarantenne Adriana (Virna Lisi). La Ferrari tornò a interpretare il ruolo anche nel 1983 in Sapore di mare 2 – Un anno dopo, dove la vedevamo in sequenze piccanti con Massimo Ciavarro.



Willy Signori e vengo da lontano (1989)
Venticinquenne che ruba il cuore a Francesco Nuti in uno dei suoi film più interessanti. Ancora una volta vediamo la Ferrari con il pancione nei panni di una donna che aspetta un figlio da un uomo rimasto ucciso in un incidente avuto con il protagonista (Nuti). Quest'ultimo deciderà di prendersi cura della ragazza e del suo bambino. Memorabili le sequenze in cui Nuti deve caricarsi la Ferrari in braccio per farle evitare le scale.



Romanzo di un giovane povero (1995)
Il ruolo che segna l'ingresso della Ferrari nel dramma. Nei panni della ricca Andreina l'attrice sfodera un'insolita capigliatura rossa. Diretta da Ettore Scola nei panni della fidanzata precisina del povero Rolando Ravello: un personaggio che contribuisce a rendergli la vita triste. Un ruolo che fu premiato a Venezia con la Coppa Volpi come migliore attrice non protagonista.



Cronaca di un amore violato (1996)
La Ferrari continua la sua discesa nel dramma e in ruoli che richiedono una solida dose di coraggio. Eccola vittima in un film sullo stupro che – come lei stessa ricorda – le ha richiesto “un profondo processo di documentazione della violenza nei confronti delle donne”.



Amatemi (2005)
Tornata al cinema dopo cinque anni di impegni in TV. Quarantunenne che si mette letteralmente a nudo, diretta dal marito Renato De Maria. Nei panni di Nina la vediamo abbandonata dal marito sullo schermo (Pierfrancesco Favino). Dopo la depressione deciderà di rimettersi in gioco, e forse rilancerà la sua vita. A proposito dell'erotismo del suo personaggio, la Ferrari ha detto: "Questo di Nina invece è un personaggione, una grande opportunità per un'attrice [...] Mi succede spesso di partire dal corpo, interpretando un personaggio. Ma in questo film, in particolare, ho dovuto lavorare sul mio fisico e sulla mia voce".



Caos Calmo (2008)
Un piccolo ruolo per quella che è rimasta la sequenza più memorabile del film. La scena di sesso tra l'attrice e Nanni Moretti, gonfiata a livello mediatico anche a causa delle parole della stessa Ferrari che dichiarò all'epoca ai microfoni di Vanity Fair: “E' stata senza dubbio la scena più forte della mia carriera. C’è sempre tensione in momenti come quelli. Io, poco prima, mi ero fatta una vodka, Nanni un paio di birre [...] Non ho mai avuto la sensazione di avere Moretti accanto a me, mi avrebbe fatto soggezione dal punto di vista intellettuale. Quello per me era il suo personaggio, Pietro Paladini. E io ero Eleonora”.



Un giorno perfetto (2008)
Senza dubbio il film meno riuscito e più difficile di Ferzan Ozpetek. A detta dello stesso regista "troppo schiavo del romanzo da cui è tratto", scritto dalla Mazzucco. Eppure, la Ferrari ne esce a testa alta, nel ruolo di una donna vittima di un marito violento: quei pochi momenti in cui Mastandrea la picchia e minaccia di ucciderla sono le uniche scene che non si dimenticano di questo pasticcio.



E la chiamano estate (2012)
Ancora una volta la Ferrari si mette a nudo al servizio di una storia che racconta il rapporto torbido tra lei e Jean-Marc Barr. Definito dalla stessa attrice “Un'opera coraggiosa”, il film è passato alla storia anche per il momento in cui la Ferrari è stata fischiata sul palcoscenico del Festival di Roma che la ha premiata come migliore attrice. In quell'occasione la Ferrari non ha smesso di parlare davanti a una platea che gridava "vergogna": “Vorrei invitare tutti a essere più curiosi e vedere i film senza pregiudizi, prendendoli per quello che sono - dichiarò - Io ho fatto questo film senza paura e con molta generosità”.



La grande bellezza (2013)
Tra le lenzuola con Jep Gambardella. Niente amore, solo sesso veloce, perché alla sua età l'iconico Jep “non può più perdere tempo a fare cose che gli va di fare”. Memorabile la passeggiata tra i due in una piazza Navona notturna e deserta.

Per saperne di più su Isabella Ferrari, leggete il nostro articolo su STILE.IT