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Top Five: elementare, Mr. Downey!

Dopo il grandissimo colpo di "Sherlock Holmes", diamo uno sguardo indietro alla carriera discontinua del brillante Robert Downey Jr., resuscitato dopo una stagione di eccessi...

Robert Downey Jr.

08.01.2010 - Autore: Luigi Vercotti
Chi ha detto che le storie a lieto fine non esistono? Dalle tante biografie di attori che in più di un secolo di cinema si sono lasciati andare al loro lato oscuro e incontrollabile, terminando le proprie esistenze in un turbine di alcol e droga e spesso lasciando questa valle di lacrime prima ancora di riuscire a distruggere le loro tormentate carriere, la storia di Robert Downey Jr. si discosta alla grande, perché lui ce l’ha fatta. Ha sconfitto i suoi demoni. E ha ricostruito meticolosamente una carriera che sembrava destinata ad affossarsi, grazie alla forza di volontà e ad un talento capace di ammaliare gli spettatori. Oggi è protagonista di due franchise che gli hanno restituito fama e gloria meritate, quella di “Iron Man” e quella, appena cominciata, di “Sherlock Holmes”, il cui primo e sicuramente non ultimo capitolo vedrà la luce a Natale. Noi gli rendiamo omaggio, rivedendo insieme a voi cinque tra i suoi ruoli più mitici…

Prima di cominciare, però, vi ricordiamo che cliccando qui potrete dare un'occhiata al nostro speciale su Sherlock Holmes. Qui troverete la nostra recensione del film e qui, invece, l'intervista al grandissimo Downey!

E adesso, ecco a voi la classifica!

Robert Downey Jr. demoniaco in Natural Born Killers

5. Wayne Gale in “Assassini nati” (1994) di Oliver Stone
Natural Born Killers” è una parabola sul potere dei media di rendere eroi i mascalzoni, e il cinico reporter televisivo Wayne Gale, presentatore di una trasmissione sui più terribili serial killer d’America, ne è l’esempio più lampante: la sua intervista a tu per tu con il folle Mickey Knox (Woody Harrelson) fomenta il pubblico già trascinato dalle gesta omicide di Mickey e Mallory (Juliette Lewis). Indimenticabile anche la sua scarsa considerazione degli spettatori, che per lui sono solamente degli zombie senza cervello. La paranoia e la logorrea di Wayne torneranno utili a Downey per il Barris di “A Scanner Darkly” (vedi sotto).

Robert Downey Jr. animato in A Scanner Darkly

4. James Barris in “A Scanner Darkly” (2005) di Richard Linklater
A Scanner Darkly” è probabilmente, insieme a “Blade Runner”, il migliore adattamento di un testo di Philip K. Dick al cinema. Merito sicuramente di Richard Linklater, e della sua tecnica di “rotoscoping” che infonde alla pellicola un’atmosfera di psichedelia paranoica. Ma parte del merito va dato anche agli attori, e in special modo a Downey Jr. che dona al suo James Barris una splendida schizofrenia e incarna alla perfezione il senso di autodistruzione che pervade l’opera di Dick. Sotto quei colori vividi e quelle immagini deformate dal computer, si nasconde un attore di razza che stava risorgendo a nuova vita dopo una stagione di eccessi, e cha già sapeva farsi forte dell’esperienza personale per creare personaggi indimenticabili.

Per saperne di più
Leggete la nostra recensione di A Scanner Darkly


Ben Stiller e Robert Downey Jr. nell'esilarante sequenza iniziale di Tropic Thunder

3. Kirk Lazarus in “Tropic Thunder” (2008) di Ben Stiller
Umorismo e auto-ironia pervadono da sempre lo stile di Downey Jr., ma ci ha pensato Ben Stiller a trasformarlo in un attore comico degno del Frat Pack! Il suo Kirk Lazarus, montatissimo pluri-vincitore di Oscar dall’occhio languido che decide di operarsi per diventare afro-americano ed entrare così meglio nel personaggio, è geniale. Non c’è altro modo di descriverlo! Provate a guardare il film in lingua originale, perché il doppiaggio non rende sempre giustizia al lavoro che il nostro Bob ha fatto sul suo accento. Quando sono uscite le prime foto di scena, Downey aveva appena concluso la lavorazione di “Iron Man”, e in quelle immagini non sembrava neppure lui. Un vero camaleonte, in tutti i sensi!

Per saperne di più

La recensione di Tropic Thunder

L'intervista a Ben Stiller
Top Five: Il meglio del Frat Pack

Robert Downey Jr. in Charlot di Richard Attenborough

2. Charlie Chaplin in “Charlot” (1992) di Richard Attenborough
Non è che “Charlot” sia un capolavoro, chiariamolo subito. Ha tutti i difetti dei biopic hollywoodiani: è un tantinello enfatico, retorico, a volte didascalico. Ma in tutto questo, Robert Downey Jr. brilla per la sua incredibile presenza scenica, capace di catalizzare l’attenzione e quindi perfetta per incarnare Charlie Chaplin, uno dei più grandi divi e registi che Hollywood abbia mai conosciuto. Guardando il film, e assistendo alla sequela di scandali, sconfitte, ma anche gioie e successi che si sono avvicendati nella vita di Chaplin, è impossibile non pensare che forse, un giorno, qualcuno farà anche un film sulla vita di Downey. Di materiale ce ne sarà in abbondanza, ne siamo sicuri.

And the winner is…

Robert Downey Jr. supercool nei panni di Tony Stark

1. Tony Stark in “Iron Man” (2008) di Jon Favreau
Riprendiamo ciò che abbiamo detto poco fa, parlando di “A Scanner Darkly”: come in quel film, anche in “Iron Man”, il cinecomic Marvel che ha decretato una volta per tutte la resurrezione di Downey Jr., l’attore fa buon uso della sua esperienza con la “vita spericolata” per infondere una nota di realismo al personaggio di carta Tony Stark. E il regista Jon Favreau ha avuto senz’altro un’idea geniale quando ha deciso chi avrebbe interpretato il suo Iron Man. Tony è affascinante, ricco, potente, ma è anche un supereroe. E’ uno che ama divertirsi, ma è conscio del suo ruolo nel mondo. Eppure cavalca costantemente quella sottile linea tra il controllo e la perdita dello stesso. E, come nella vita reale, è un’esperienza di quasi morte che gli fa rimettere le cose in prospettiva. Riguardando indietro, Tony Stark non poteva che essere Robert Downey Jr. E pensare che all’inizio volevano Tom Cruise

Per saperne di più
La nostra intervista a Robert Downey Jr. in occasione di Iron Man

Anteprima: Iron Man 2