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Svelati i segreti di The Revenant. Il nuovo film con DiCaprio "un inferno produttivo"

Budget sforato, condizioni climatiche tutt'altro che prevedibili, attori al freddo e al gelo. Il regista Iñárritu: "Vi lascerò a bocca aperta"

22.07.2015 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
La lavorazione dell'ultimo film di Alejandro Gonzalez Iñárritu è stata (ed è ancora) un incubo produttivo. Lo rivela l'Hollywood Reporter in un lungo interessante articolo che indaga sulle difficoltà che il regista premio Oscar per Birdman ha dovuto affrontare mentre girava l'atteso The Revenant, survival drama interpretato da Leonardo DiCaprio nei panni di Hugh Glass, esploratore del diciannovesimo secolo in cerca di vendetta dopo essere stato tradito dai suoi compagni che lo hanno abbandonato lasciandolo per morto in seguito all'attacco di un orso.  

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"Girare il film è stato un vero e proprio inferno" rivela una fonte vicina alla produzione. Il primo campanello d'allarme è stato il budget: il film doveva inizialmente costare 95 milioni di dollari, ma alla fine il prezzo si è alzato a oltre 135. Il problema nasce dalla decisione di girare The Revenant in sequenza (una cosa non troppo comune quando si realizza un film): Iñárritu e il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki hanno scelto di riprendere gli attori per poche ore al mattino, aspettando sempre il momento giusto per approfittare della luce naturale. Le riprese iniziate a settembre 2014 dovevano concludersi a marzo 2015, in realtà la troupe è ancora al lavoro e girerà fino ad agosto. 
 
Questi problemi avrebbero scatenato una guerra tra il regista e il produttore Jim Skotchdopole: "Non ho niente da nascondere, ci sono stati problemi produttivi. Ma non me ne vergogno" - dice il regista ai microfoni di THR. Le due settimane di pausa previste a dicembre sono diventate sei, uno slittamento che ha creato forti problemi anche al cast al punto che Tom Hardy ha dovuto rinunciare al progetto Suicide Squad per continuare il film. Le condizioni climatiche di certo non hanno aiutato la produzione: "Tutti erano al gelo - afferma il regista - la strumentazione rischiava di rompersi e spostare la macchina da presa da un posto a un altro era un incubo". 

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C'è anche chi parla di indecisione costante di Iñárritu, una qualità di cui lui stesso non fa mistero: "E' parte del processo creativo. Devi essere precisissimo e non è facile. E' come fare il lavoro dello scultore, ci provi fino in fondo finché non trovi quello che cercavi". E' interessante notare come alcune fonti vicine alla produzione abbiano sottolineato che tutto sarebbe stato più facile con un uso massiccio di computer grafica: "Era proprio quello che volevo evitare - ribatte Iñárritu - Se avessimo usato il greenscreen ci saremmo ritrovati in uno studio a bere caffé e sghignazzare tra un ciak e l'altro. E il film sarebbe stato una vera merda". E invece il regista messicano va "All in" e assicura: "Quando vedrete le dimensioni di questo film rimarrete a bocca aperta. Tutti direte: 'Wow'".
 
Starà dicendo la verità o facendo lo spaccone? Lo scopriremo dal 28 gennaio 2016, giorno in cui The Revenant arriverà sugli schermi italiani distribuito dalla 20th Century Fox