Roma – 42 anni, un passato burrascoso e adesso la resurrezione hollywoodiana
in grande stile. La fabbrica dei sogni non resiste alle seconde occasioni e,
adesso che questo attore è tornato alla carica, riuscendo a sconfiggere i suoi
demoni interni, gli Studios gli offrono un ruolo da supereroe. Una scommessa
molto complessa e davvero rischiosa, che si è rivelata essere una delle idee
più vincenti degli ultimi anni. Prima era un outsider, ora Hollywood non smette
di corteggiarlo e continua ad offrirgli i ruoli giusti. C’è solo una regola:
sul set, bisogna dargli la possibilità di sperimentare affinché tiri fuori il
suo incredibile metodo d’attore. Signore e signori: ecco a voi Robert
Downey Jr.
Signor Downey, quanto c’è di verità politica nel
personaggio di Tony Stark? Un uomo che da fabbricante d’armi diventa un eroe
pronto a difendere gli innocenti.
Non so perché così tante domande politiche a noi attori.
Voglio rispondervi in modo più personale, non come tutte le celebrità: ho
accettato questo film perché c'erano tantissime garanzie che uscisse un ottimo
prodotto, a cominciare dal regista e dai miei compagni di avventura. Devo dire
che mi ritengo una persona molto pacifica, ma negli ultimi cinque anni ho
dovuto imparare a combattere e difendermi dopo i casini che ho combinato e dopo
che molte persone mi hanno fatto davvero del male. Tony Stark cambia il suo
stile di vita e la sua morale, costruendo un'armatura per proteggere gli
innocenti. Nella vita indossiamo ogni giorno un'armatura per affrontare la
realtà. Queste però creano dei confini e pongono dei limiti, impedendo di
relazionarti davvero con gli altri. Tra l'essere vulnerabile e il non esserlo,
io preferisco sempre essere una persona vulnerabile.
Ci parli un po’ di come è andata sul set.
“Iron Man”
è action ma c’è anche spazio per tante risate. Sono felice di questo film e mi
auguro di cuore di poter tornare ad interpretare Tony Stark nei sequel. Sul set
c'era un clima quasi monastico, cosa un po’ insolita per le costose produzioni
hollywoodiane. Questo ci ha dato un'energia positiva: potete vederla anche
adesso tra noi quattro, mentre promuoviamo il film. Siamo come una famiglia.
Lei interpreta spesso personaggi molto complessi. Quanto
del suo passato burrascoso incide nella scelta dei ruoli?
Penso che basare troppo su sé stessi sia narcisismo. E'
stato un bell'impegno interpretare Iron Man ma io non ho bisogno di vivere in
un mondo fittizio e perché questo non avvenga basta che mi circondi di persone
vere, positive. E grazie a Dio ho una bellissima famiglia con me. Mi ritengo un
uomo fortunato.
Che ricordi ha del suo lavoro nei panni di Charlie Chaplin
in Charlot (1992)?
Ho interpretato tanti ruoli nella mia carriera, ma quello lo
venero. Impersonare Tony Stark è stato bellissimo, ma Chaplin rimane il massimo
della mia carriera.
Ci parli del suo lavoro di musicista. Qualche anno fa ha
inciso l’album The Futurist. Quali sono i suoi progetti adesso?
Fino a qualche settimana fa, tutti pensavano che non avrei
potuto recitare in un qualsiasi film importante. E adesso che Iron Man sta per
uscire, ricevo continuamente chiamate dagli Studios. Mi consideravo un
outsider, ma adesso ci sono così dentro che sono diventato parte
dell’establishment! (dice con tono disperato). La stessa cosa mi succede con la musica. Starbucks mi ha
telefonato e mi ha chiesto se voglio incidere qualcosa per la loro casa
discografica. Io li avevo corteggiati
per anni, adesso sono loro che cercano me!
La rivedremo nei panni di Tony Stark nel prossimo Hulk, cosa ci può dire di questa nuova partecipazione?
È incredibile come il mondo della Marvel riesca a collegare i loro personaggi. Ho girato una scena in “Hulk”. Forse mi vedrete per circa cinque secondi, mentre dialogo con il Generale Ross (l’attore William Hurt, N.d.R.), facendogli una battuta su quel problemuccio verde con cui l’esercito è alle prese.


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29.04.2008 - Autore: Pierpaolo Festa