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Sesso e cinema: dieci film tratti dai romanzi erotici

Da Lolita a Valerie, spesso il cinema ha saputo ralizzare i nostri sogni. O crearne di nuovi.

31.03.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
La memoria più recente ci riporta al successo della trilogia di E. L. James e alle scene del recente Cinquanta sfumature di grigio, ma mentre il fenomeno promette di continuare - con il Cinquanta sfumature di nero atteso per il 10 febbraio 2017 - non è difficile allargare lo sguardo a ben altri titoli, capaci di entrare nella storia della letteratura e del cinema erotico. Nonostante qualche difficoltà di realizzazione e le sempre mutevoli maglie della censura o convenzioni legate a un supposto 'comune senso del pudore', il genere non ha mai smesso di esercitare un fascino particolare sul pubblico, nelle sue varie sfumature. Sensuali, cerebrali, espliciti o fantasiosi romanzi e racconti erotici hanno spesso avuto una nuova vita - o acquisito suggestioni diverse - nella loro trasposizione cinematografica, spesso ricevendone una pubblicità impensata. È forse il caso di In the Cut di Susanna Moore, che ci regalò l'interpretazione più hot della carriera di Meg Ryan nel film omonimo di Jane Campion, o del romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, diventato lo splendido La vita di Adele, Palma d'oro al Festival di Cannes 2013, interpretato dalla coppia Adèle Exarchopoulos-Léa Seydoux. I consigli che seguono cercano di unire proposte intriganti a grandi classici come Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos (divenuto film con Roger Vadim nel 1959 e con Stephen Frears nel 1988), il Lolita di Stanley Kubrick e Vladimir Vladimirovi? Nabokov (autore del romanzo e della stessa  sceneggiatura) o Il postino suona sempre due volte di James M. Cain (arrivato al cinema nel 1946 e nel 1981, con Jack Nicholson e Jessica Lange)… Buon divertimento!



Kama Sutra
Impossibile non partire da qui, il testo erotico per eccellenza, universalmente considerato "l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore". Portato al cinema in diverse forme - anche in 3D da Rupesh Paul nel 2013 - probabilmente ha avuto la sua versione più famosa nel film omonimo del 1996 diretto da Mira Nair e con Indira Varma.

Histoire d'O
Un altro grande classico, soprattutto del cinema anni '70. Anni di grandi cambiamenti e conflitti sociali, che vennero in qualche modo allietati dalla giovanissima Corinne Clery, protagonista nel 1975 della trasposizione cinematografica del romanzo omonimo pubblicato della francese Dominique Aury con lo pseudonimo di Pauline Réage. Niente a che vedere con i vari 'sequel' (Les fruits de la passion, Histoire d'O, ritorno a Roissy, The Story of O: Untold Pleasures) e con la serie televisiva brasiliana del 1992.

L'amante di Lady Chatterley
Molti preferiranno le atmosfere torbide e più rudi del romanzo che David Herbert Lawrence scrisse in toscana tra il 1925 e il 1928, venendo poi tacciato di oscenità. Eppure dando vita al film di Just Jaeckin di nuovo al fianco della storica Emmanuelle Sylvia Kristel (probabilmente più noto rispetto alle versioni di Marc Allégret del 1955 o di Ken Russell del 1993).

Emmanuelle
L'abbiamo appena citata, ma non poteva certo restare fuori da questa ideale top ten. Tratto dal testo omonimo di Emmanuelle Arsan (anche se pare l'autore fosse il di lei marito Louis-Jacques Rollet-Andriane) del 1967, il film del 1974 fece la fortuna della modella e attrice olandese e diede vita a un proliferare di successive variazioni sul tema (comprese le varie 'Emanuelle' italiane).



Henry & June
Un caso a parte è il film del 1990 di Philip Kaufman (con Maria de Medeiros e Uma Thurman) che racconta l'amicizia intima di Anaïs Nin e la coppia costituita da Henry Miller e sua moglie June. Basato sui Diari della scrittrice francese autrice di Il delta di Venere (portato al cinema da Zalman King nel 1995), un'ottima occasione anche per conoscere meglio l'opera dell'autore statunitense cui dobbiamo Tropico del Cancro (e il film omonimo del 1970 diretto da Joseph Strick) e Giorni felici a Clichy (Claude Chabrol, con Barbara De Rossi).

Secretary
Tra i più recenti esempi di un genere rivitalizzato dalla dark comedy di Steven Shainberg del 2002, il film con Maggie Gyllenhaal e James Spader nasce dal breve racconto omonimo tratto dalla raccolta di racconti Bad Behavior di Mary Gaitskill (anche se le due opere hanno in realtà ben poco in comune, a causa dell'abbellimento della vicenda originale il cui 'Avvocato' protagonista è stato persino trasformato in - un altro - Mr. Grey).

Intimacy - Nell'intimità
Drammatico e cerebrale, il film di Patrice Chéreau vinse l'Orso d'Oro al Festival di Berlino del 2001 (dove la protagonista Kerry Fox meritò l'Orso d'argento) raccontando la storia creata da Hanif Kureishi dei due amanti incapaci di abbandonare il mondo fuori dalla loro porta, come fu per Ultimo tango a Parigi).

Justine ovvero le disavventure della virtù
Siamo al 1968, altra data importante nella storia dei costumi sessuali. L'originario Justine ou les Malheurs de la vertu del marchese Donatien Alphonse François de Sade è datato 1791 eppure continua a restare un riferimento per molti cineasti. Oltre al Jesús Franco del film citato, infatti, anche Stewart Mackinnon, Mac Ahlberg, Claude Pierson e  Roger Vadim si confrontarono col celebre testo.



L'amante
Moderna Lolita, abbiamo scelto di citare l'educazione sessuale raccontata nel 1992 da Jean-Jacques Annaud a partire dal semi-autobiografico romanzo omonimo di Marguerite Duras sia per la bellezza mozzafiato della diciannovenne Jane March e di Tony Leung sia per la duplice 'iniziazione' di entrambe le parti in causa viste nella cornice dell'Indocina francese degli anni trenta.

Valérie - Diario di una ninfomane
Un titolo forte, a effetto sicuramente. Forse non il migliore, ma sicuramente il più recente. Tanto nella sua versione letteraria (il Diario de una ninfómana edito nel 2003) quando in quella cinematografica del 2008 (diretta da Christian Molina). Come nel caso dei nostrani 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, che portarono poi al deludente Melissa P. di Luca Guadagnino, anche qui assistiamo alla presa di coscienza e all'accettazione di sé e dei propri desideri della protagonista (sullo schermo interpretata da Belen Fabra).