Il capoluogo fiorentino, il mondo dello spettacolo e un’intera generazione cresciuta con la sua voce narrante di fiabe raccontate in TV per la RAI, salutano oggi Paolo Poli. L’attore, nato il 23 maggio 1929 a Firenze, una laurea in Letteratura francese, scompare dopo una lunga malattia e lascia un’eredità artistica corposa, longeva – si era ritirato ufficialmente solo l’anno scorso dalle scene internazionali – e una maniera altissima, lieve e onirica di fare commedia 'en travesti'.
A dare l’annuncio della scomparsa il sindaco di Firenze Dario Nardella che così lo ha ricordato su Twitter: "Addio Paolo Poli, la sua vita e la sua opera di artista libero e geniale sono un dono di amore per Firenze e per la cultura italiana". L'attore, prima del debutto vero e proprio con tutto il corpo sul palcoscenico, portò la voce al di là dell’ostacolo. Nel 1949 partecipa ad alcune trasmissioni della RAI di Firenze prestando la voce a personaggi, sketch, macchiette.
A Genova comincia invece a farsi apprezzare in "La borsa di Arlecchino", spettacolo di un piccolo teatro d'avanguardia. É il 1958 ma la sua vena surreale e ironica, dritta, precisa, è già tutta lì per farsi notare da icone del teatro del calibro di Tina Pica e Polidor.
Poli, figlio di un carabiniere e di una maestra, cresce in una famiglia alla quale non fece mai mistero della propria omosessualità. Condizione vissuta con una certa spregiudicatezza visti i tempi. “Se ne va un simbolo di libertà, un uomo e un artista che ha attraversato il Novecento con spirito libero anche quando l'omosessualità era considerata tabù - si legge in una nota dell'associazione Gay Center raccolta da Repubblica.it - lascia una straordinaria eredità culturale e di vita che ci auguriamo faccia parte anche della cultura omosessuale italiana". Negli anni Sessanta, di nuovo la voce è protagonista. A quei tempi in una trasmissione televisiva sulla RAI legge delle favole per bambini tratte da Esopo e da noti racconti letterari.
E sempre in quegli anni scopre l’attore livornese Marco Messeri e lo fa debuttare in "Il Brasile" nel 1969. Attivo anche al cinema – ripeté più volte di aver rifiutato un ruolo offertogli da Federico Fellini in 8½ - ha lavorato in Non c'è amore più grande di Giorgio Bianchi e in Camping di Franco Zeffirelli. Ultima apparizione è stata invece in Felice chi è diverso, nel 2014, regia di Gianni Amelio. Sempre con la recitazione al proprio fianco è attivo fino al 2009, quando recita nei "Sillabari". Nel 2015 l’addio ufficiale alle scene.
Il 7 gennaio scorso è invece apparso all'inaugurazione, dopo il restauro, del Teatro Niccolini di Firenze, chiuso da vent'anni con una piece-intervista intitolata Teatrino, nella quale ricordava tutta la propria carriera e il particolare legame che lo legava al teatro storico della città. “Con Paolo Poli scompare un grande della cultura italiana” ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha sentito la sorella Lucia – altra grandissima attrice di teatro - per esprimerle il proprio cordoglio e ricordo.


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Scompare Paolo Poli, Firenze piange il genio en travesti
Avrebbe compiuto 87 anni a maggio; se ne va dopo una lunga malattia l’attore teatrale e voce narrante di fiabe per la RAI

Paolo Poli
26.03.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)